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Da ufficio stampa Gruppo Partito Democratico

Zappaterra (Pd): “Diamo il giusto riconoscimento a chi, con tanta passione, si impegna per realizzare eventi di spettacolo e cultura”

Nel tardo pomeriggio di oggi, con il voto favorevole di Pd, SI e Lega e l’astensione di M5S, FdI-An e Forza Italia è stata approvata la legge regionale di iniziativa dei consiglieri del Partito Democratico dell’Emilia-Romagna dedicata alle rievocazioni storiche.

“È una grandissima soddisfazione e un importante traguardo. Il percorso per arrivare al voto di oggi è stato lungo ma basato sul confronto costruttivo con il mondo dell’associazionismo che fa da collante a una fitta rete di eventi che danno lustro al territorio e che si rivelano come vere attrazioni per un turismo di nicchia, quel turismo slow che apprezza tradizioni e cultura – esordisce Marcella Zappaterra, prima firmataria della legge approvata oggi dall’Assemblea Legislativa regionale – Oltre alla qualità degli eventi sosteniamo il volontariato che durante tutto l’anno svolge una vera e propria azione di coesione sociale attorno all’organizzazione di questi momenti”.

“Con questa legge garantiamo regole trasparenti e condivise che premiano le realtà che si impegnano con passione e dedizione sul territorio. È previsto un elenco regionale delle associazioni, siano esse borghi, rioni o contrade, e un calendario annuale delle manifestazioni storiche. Per accedervi è necessario avere alle spalle una regolarità di svolgimento di almeno dieci anni. Annualmente la Regione mette a bando anche contributi destinati da un lato all’organizzazione degli eventi, dall’altro a progetti di conservazione e restauro del patrimonio costituito da costumi e attrezzature utilizzati nelle manifestazioni. Nel bilancio di quest’anno sono previste risorse per 150mila euro” richiama Zappaterra.

“Collegata alla legge regionale abbiamo anche presentato una risoluzione che chiede una particolare attenzione ai carnevali storici. – conclude la consigliera democratica – A Ferrara e nella nostra provincia, grazie ad un tessuto associativo radicato, vivace e solidale, si realizzano eventi il cui valore va ben oltre la singola manifestazione: si tratta di elementi di tradizione, cultura, spettacolo e che spesso hanno un richiamo turistico internazionale. Sono sicura che con la nostra legge si dia pieno riconoscimento a queste bellissime realtà”.

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Riceviamo e pubblichiamo


PAESE REALE

di Piermaria Romani

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Pescando un pesce d’oro
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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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