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Ora c’è una strategia ambientale fino al 2020. E’utile leggerla e farne delle valutazioni. Come sempre una ottima analisi, anche se ci si aspettava una maggiore programmazione operativa orientata al risultato.
La Regione Emilia-Romagna ha adottato il Piano Rifiuti ed è accessibile online [leggi]Certo forse non siamo più il modello e l’esempio che in passato ci veniva assegnato. Si avverte il bisogno di una regolazione efficace e determinata che conduca nel tempo alle decisioni verso gli obiettivi ben individuati. La preoccupazione è che, come spesso accade, poi faremo degli altri rapporti di analisi che giustificheranno gli scostamenti del “non raggiunto”.
In una sintesi, a mio avviso, alcuni principi fondamentali, che di seguito indico, hanno bisogno di una grande determinazione operativa che individui le modalità e le responsabilità di una governance pubblica attenta e forte.

La riforma, nelle modalità di gestione dei rifiuti, deve porre al centro delle priorità la prevenzione e la riduzione della produzione dei rifiuti, prima ancora del riutilizzo, riciclaggio e recupero energetico come peraltro già previsto dalle Direttive comunitarie. Si deve però dire cosa, come e quando farla. Si tratta di una impostazione a forte valenza di politica economica in quanto prima di decidere “come trattare i rifiuti” cerca di impostare un comportamento sostenibile nelle scelte di produzione, uso e consumo delle merci.
La politica del rifiuto è quindi ancor prima “politica del prodotto”, e dunque antepone alle questioni giuridiche delle impostazioni metodologiche rivolte verso strumenti e processi di tipo industriale. E’ necessario sviluppare una forte cultura del riciclo e favorire un processo di crescita qualitativa. Per allineare l’Italia, nella gestione dei rifiuti, alla linea di politica ambientale dettata dalla UE e peraltro già affermatasi in taluni Paesi comunitari bisogna invertire il processo in corso, ed occorre procedere tempestivamente ad un ribaltamento di una situazione da tempo critica e indecisa nelle sue scelte. Per fare questo occorrono non singoli provvedimenti, ma interventi organici non dettati dall’emergenza, in armonia con le direttive comunitarie. Per realizzare una concreta politica ambientale di “sistema” si ritiene che i principali obiettivi concreti da perseguire potranno essere i seguenti:

1* principio di prossimità (ambiti territoriali ottimali)
2* principio di chi inquina paga (responsabilità economica)
3* principio delle priorità (4R) (riduzione dei volumi, riuso, riciclo e recupero)
4* dalla crisi dei rifiuti (emergenza ) alla politica ambientale (piani)
5* consapevolezza sociale, sensibilità ambientale, cultura dei servizi pubblici
6* le potenzialità del riciclaggio e gli obiettivi per gli imballaggi
7* obiettivi materiali (immesso/riciclo)
8* analisi limiti di convenienza coerenti con modalità operative (Lca)
9* crescente attenzione ai risultati finali, non alle modalità operative
10* la minimizzazione alla fonte
11* l’espansione del riuso e riciclo ambientalmente compatibile dei rifiuti
12* la promozione di smaltimento e trattamento ambientalmente compatibili
13* ma soprattutto una governance “forte” con controllo sul sistema dei rifiuti.

Molti di questi principi sono condivisi, ma non programmati e forse non perseguiti con la necessaria determinazione. Almeno così mi sembra.

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Andrea Cirelli

È ingegnere ed economista ambientale, per dieci anni Autorità vigilanza servizi ambientali della Regione Emilia Romagna, in precedenza direttore di Federambiente, da poco anche dottore in Scienze e tecnologie della comunicazione (Dipartimento di Studi Umanistici di Ferrara).

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

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Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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