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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia Romagna

Regione, Città metropolitana di Bologna e Comune oggi a Gaggio Montano per illustrare tempi e misure per accompagnare i lavoratori che sono interessati a un percorso di ricollocazione. Confermato un milione di euro per le misure di politica attiva del lavoro mentre lo “Sportello progetti d’impresa” fornirà assistenza per coloro che vorranno creare e sviluppare nuove attività imprenditoriali.

Bologna – Formazione, servizi e percorsi su misura in grado di aiutare i lavoratori in mobilità a trovare un nuovo lavoro. Assistenza a chi vuole creare e sviluppare nuove attività imprenditoriali. E ancora, le iniziative di re-industrializzazione del sito produttivo.
Sono le opportunità illustrate nel tardo pomeriggio di oggi a Silla (Bo) ai 239 lavoratori della Philips-Saeco di Gaggio Montano da Regione, Città metropolitana di Bologna e Comune di Gaggio. Nel dettaglio, sono state vagliate le azioni di competenza di ciascuna istituzione, sottoscritte nell’intesa del 4 febbraio scorso a Roma al ministero dello Sviluppo economico.

Confermati interventi per misure di politica attiva del lavoro per favorire il reinserimento occupazionale di lavoratori in mobilità nell’ambito di crisi aziendali, fra cui quelli della Saeco, per una somma complessiva di un milione di euro dal Fondo sociale europeo 2014-2020. Al contempo prosegue anche il lavoro avviato dalla Regione e dal ministero dello Sviluppo Economico – attraverso una società specializzata – sulla re-industrializzazione della parte del sito produttivo non più utilizzato dalla multinazionale olandese: è in corso un’analisi complessiva (strutture, logistica, potenziale occupazionale, e così via) al termine della quale saranno formulate ipotesi su possibili, nuovi insediamenti industriali.

Reinserimento occupazionale
Percorsi formativi, azioni orientative e di accompagnamento, promozione di tirocini per sostenere il reinserimento di lavoratori avviati a liste di mobilità, come quelli della Saeco. Il milione di risorse a disposizione devono essere utilizzate entro 12 mesi dall’avvio della mobilità – la cosiddetta procedura just in time – in modo da poter rispondere a situazioni di crisi aziendale in tempo reale. Attraverso il bando recentemente approvato dalla Giunta regionale, gli enti di formazione accreditati disporranno azioni di orientamento e percorsi formativi, mentre le agenzie di intermediazione autorizzate realizzeranno i servizi di accompagnamento al lavoro. Si tratta di servizi personalizzati di presa in carico, azioni formative per l’adeguamento, l’aggiornamento e il rafforzamento delle competenze e servizi per l’accompagnamento al lavoro. Sarà fondamentale la stipula tra la Città Metropolitana, i Comuni dell’Alto Reno e le associazioni di categoria di un Patto Territoriale per favorire l’incontro tra domanda e  offerta, per la migliore ricollocazione possibile dei lavoratori in mobilità.

Progetti d’impresa
Presso il Suap (Sportello unico per le attività produttive) dell’Unione Appennino Bolognese, lo “Sportello progetti d’impresa” fornirà assistenza a coloro che vorranno creare e sviluppare nuove attività imprenditoriali economicamente sostenibili nel territorio. Per i residenti in zona questo varrà indipendentemente dalla sede della potenziale futura impresa. Le azioni e il tipo di sostegno offerti sono finalizzati in particolare ad accompagnare e supportare le persone orientate ad avviare un’impresa, nello sviluppo, verifica e rafforzamento del progetto imprenditoriale, fornendo al futuro imprenditore informazioni e strumenti di riflessione. Il tipo di strumento varia a seconda del grado di maturazione dell’idea imprenditoriale e del livello di complessità del progetto

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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