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da: Ufficio Stampa e Comunicazione MEC&Partners

21 corsi in tre aree, oltre 50 docenti, rilascio dei crediti formativi. Formarsi per restare competitivi

Dopo il successo della prima edizione, torna la Saie Academy (Padiglione 26), il luogo di eccellenza per il focus su innovazioni scientifiche e tecnologiche nel mondo dell’edilizia che nasce con l’obiettivo di diventare una vera e propria scuola dell’innovazione tecnica: 21 corsi di alta formazione con più di 50 docenti coinvolti – con rilascio di crediti formativi – realizzati in collaborazione con i Consigli Nazionali delle Professioni e le Università italiane, distribuiti in 3 aree tematiche: Nuovi strumenti progettuali per una casa sicura ed efficiente; Riqualificazione funzionale, prestazionale ed energetica degli edifici; Recupero e consolidamento strutturale degli edifici.
La digitalizzazione dei processi dell’edilizia e il Bim, il potenziamento delle reti di interconnessione, la ricerca sul 3D non solo in ambito virtuale, l’introduzione dell’uso dei droni e i nuovi strumenti di interfaccia, la riqualificazione degli edifici secondo il nuovo concetto di “funzione sociale”, il miglioramento strutturale delle case nel rispetto della nuova normativa sismica: sono questi solo alcuni dei tanti temi sui quali la si realizzerà l’alta formazione dell’Academy nei giorni del Salone. “La diffusione dell’innovazione tecnica è nel Dna di Saie, che da oltre 50 anni mostra e racconta gli elementi chiave dell’evoluzione dell’edilizia e delle costruzioni in genere – spiega il Prof. Marco Savoia, Direttore Scientifico Saie Academy – L’innovazione infatti, per poter diventare motore della crescita, deve radicarsi nella società, diffondersi capillarmente, diventare aperta e distribuita, incarnarsi in un nuovo modello che stimoli la partecipazione di tutti gli attori: istituzioni, committenti, imprese, cittadini e ovviamente i professionisti”. Il programma si rivolge all’intero mondo di chi esercita la professione – progettisti, direzioni lavori, addetti al computo metrico, collaudatori – e vuole offrire supporto anche sul piano dello sviluppo commerciale della propria attività. “La crisi dell’edilizia si racconta anche con un solo unico dato: in 6 anni si è passati da
450.000 a 60.000 permessi di costruire annui – commenta l’Ing. Andrea Dari, Direttore Tecnico di SAIE – Se paragoniamo questi numeri con il numero di professionisti che operano nel settore delle costruzioni (circa 420.000) possiamo osservare che siamo arrivati a una media di circa 7 professionisti per ogni permesso di costruire. Se poi si fa un’analisi di quali siano gli ambiti a cui questi permessi sono rivolti ci accorgiamo che spesso si tratta di interventi di ristrutturazione. E’ questo il dato su cui abbiamo costruito il programma di Saie Academy 2015: realizzare un servizio utile per il mondo articolato di chi esercita la professione che potesse fare da supporto anche sul piano dello sviluppo commerciale della propria attività”
Il calendario delle lezioni ospita nomi di spicco nel panorama nazionale come, tra gli altri, Marco Gaiani, Ordinario di Disegno presso il Dipartimento di Architettura dell’Università di Bologna; Marcello Balzani, Professore Associato presso il Dipartimento di Architettura dell’Università di Ferrara; Franco Braga, Professore di Costruzioni in zona sismica presso il Dipartimento di Ingegneria Strutturale e Geotecnica dell’Università degli Studi di Roma “Sapienza”; Gaetano Manfredi, Rettore dell’Università di Napoli Federico II; Antonio Borri, Professore Ordinario di Scienza delle Costruzioni presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Università degli Studi di Perugia.
Tre percorsi tematici con all’interno vari contributi di professionisti:
– Nuovi strumenti progettuali per una casa sicura ed efficiente.
La digitalizzazione dei processi dell’edilizia e il BIM, il potenziamento delle reti di interconnessione, la ricerca sul 3d non solo in ambito virtuale, l’introduzione dell’uso dei droni e nuovi strumenti di interfaccia sono alcune delle novità che stanno radicalmente cambiando i paradigmi della progettazione e della costruzione. I corsi affrontano queste tematiche e si soffermano sul progetto preliminare quale elemento fondamentale poiché fornisce le indicazioni economiche che permettono di decidere se procedere con un’opera o meno, in che modo impostare un bando di gara e definire le basi per una futura organizzazione del cantiere. La crescente attenzione della committenza pubblica e privata al controllo dei costi, la digitalizzazione dei bandi di gara, l’esigenza di coniugare tecnologie sempre più avanzate e problematiche trasversali (sicurezza, ambiente, reperibilità e professionalità della manodopera…)rendono particolarmente importante la fase di realizzazione del progetto preliminare, della corretta computazione dei costi e dell’identificazione delle risorse necessarie per l’organizzazione e la realizzazione del lavoro.
– Riqualificazione funzionale, prestazionale ed energetica degli edifici.
Affronta il tema della funzionalità degli edifici e della loro vivibilità. L’orizzonte che il professionista ha di fronte a sé non è più l’edificio che sta progettando ma l’uomo che lo abita perciò, alla parola riqualificazione occorre abbinare non solo due termini tecnici, la sicurezza e l’energia, ma anche uno sociale, la funzione. Il “nuovo” edificio deve soprattutto essere funzionale, deve integrarsi con i nuovi stili di vita, con le nuove esigenze e saper utilizzare al meglio le nuove tecnologie. In quest’area tematica si approfondiranno dunque i protocolli, le problematiche di rigenerazione complesse, gli interventi nelle scuole e negli edifici storici, il problema del silenzio e l’uso del verde.
– Recupero e consolidamento strutturale degli edifici.
Nasce da una riflessione: ad oggi solo il 4,5% degli edifici sono stati costruiti dopo il 2001, ossia nel rispetto di una moderna normativa sismica e nei prossimi 10 anni, nelle città italiane, l’80% delle abitazioni saranno strutture costruite da oltre 40 anni. Il tema del miglioramento strutturale degli edifici è di fatto un’esigenza imprescindibile e non rimandabile, tuttavia in un contesto immobiliare così variabile come quello italiano, con centri storici costituiti da edifici aggregati, con una presenza di immobili vincolati senza pari in altri paesi e con un’ampia presenza di strutture la cui documentazione progettuale non è rintracciabile, diventa fondamentale il ruolo del professionista e la sua conoscenza tecnica e culturale dell’argomento.
Per accedere ai corsi, a numero chiuso, è necessario iscriversi: http://www.academy.saie.bolognafiere.it/home-page/3121.html

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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