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Da ufficio stampa

Saldi invernali: vendite stabili. Questa in estrema sintesi i primi risultati dell’indagine realizzata da Confcommercio Emilia Romagna, attraverso il Centro studi Iscom Group, su un panel di esercizi commerciali della nostra regione, composto in prevalenza da punti vendita di beni per la persona (in particolare abbigliamento e calzature).
Ed una particolare curiosità accompagna l’analisi sull’ andamento dei saldi invernali 2017 (che ricordiamo si chiuderanno il 5 marzo) anche in considerazione che per la prima volta è stato applicato in Emilia Romagna il divieto, per i negozi di abbigliamento e calzature, di effettuare vendite promozionali nei trenta giorni antecedenti l’inizio dei saldi.
“Rileviamo stabilità nelle vendite – commenta Giulio Felloni presidente provinciale di Ascom Confcommercio e sia di Federazione Moda Italia – con la spesa pro capite che si attesta intorno ai 90 euro, mentre la spesa per famiglia (secondo le media Istat composta da 2,22 persone) è stata di circa 197 euro” secondo le rilevazioni di Iscom Group.
“Certamente – aggiunge Felloni – le condizione esterne generate dalla complessa congiuntura economica e dalla pesante pressione fiscale hanno contribuito ad una riflessione prudenziale da parte del consumatore sia sulla tipologia sia sulla quantità degli acquisti”.
Nell’ abbigliamento i consumatori hanno privilegiato l’acquisto di maglieria e capispalla, complice il freddo pungente di gennaio (piumini, parka, giubbotti e cappotti), ma anche intimo, accessori e pantaloni. Ricercate, tra le calzature, stivaletti e le sneakers.
I saldi invernali 2017 sono stati caratterizzati dall’ introduzione del divieto alle vendite promozionali nei 30 giorni antecedenti: circa il 70% degli operatori intervistati si è dichiarato favorevole. “Sicuramente positiva l’introduzione del divieto alle vendite promozionali – considera Felloni e conclude – a gennaio nella prima settimana è stato riscontrato un notevole afflusso di clientela che cercava in modo mirato i capi desiderati; un afflusso che poi si è assestato contribuendo al dato di stabilità. Confidiamo che tale divieto possa essere sempre meglio regolamentato per evitare deroghe senza senso”.

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ASCOM FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

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Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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