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di Angelantonio Pedata
specialista di medicina integrata, omeopata, pediatra, esperto di medicina ambientale.

Comunemente si pensa alla medicina come a una scienza volta a curare le malattie e, in questo ambito, sono evidenti gli straordinari progressi ottenuti, specie per il trattamento di malattie acute, con effetto ‘salva vita’. Raramente invece la consideriamo una scienza che si occupa delle persone sane; ma a mio parere proprio il concetto di cura dei soggetti sani costituisce il corollario della filosofia della moderna medicina.

Fra i disagi che condizionano molti individui, il sovrappeso, al contrario della grande obesità, in genere non viene considerato una patologia; ma sappiamo tutti quanto interferisca negativamente nella vita quotidiana, con implicazioni sia dal punto di vista fisico che psichico e relazionale.

Parliamo, allora, di quei fastidiosi chili in eccesso. Sul tema mantenimento oppure ripristino di una figura corporea adeguata, nel rispetto della individualità, dell’età e del biotipo di ogni persona, vari professionisti (naturopati, nutrizionisti, dietologi…) si adoperano con grande e serio impegno, ottenendo ottimi risultati.
In quanto medico, desidero fornire qualche spunto di riflessione, che spero possa essere di interesse e utilità. I suggerimenti e le considerazioni che vorrei proporre ai lettori di Ferraraitalia, per l’approccio e, possibilmente, la soluzione del problema dell’adiposità, li metto in atto ormai da anni negli studi di Roma, nella clinica Salvator Mundi sempre della capitale e, periodicamente, a Ferrara nello studio del dottor Morelli. Ecco, allora, come procedere:

1 – Va fatta una valutazione dello stato degli organi di drenaggio / disintossicazione, perché non si può ottenere il miglioramento desiderato (ovvero ci si può riuscire, ma a costo di notevoli sacrifici e non potendo escludere l’effetto yo-yo, cioè perdita di peso e recupero dello stesso, spesso con gli interessi!) se questi non sono adeguati a compiere le loro fisiologiche funzioni.
Utilizzando apparecchiature bioelettroniche, assolutamente prive di effetti collaterali, si può studiare il funzionamento dei quattro emuntori principali del nostro organismo, la pelle, i polmoni, il colon, e i reni, a loro volta ‘comandati’ dal tessuto connettivo, una componente del sistema-uomo che ultimamente si sta rivelando come una parte di straordinaria importanza nella regolazione generale e non soltanto un tessuto di sostegno e di connessione tra i sistemi nervoso, ormonale, immunitario, metabolico…

2 – Molto frequentemente va fatta una limitazione di alcuni alimenti verso i quali si è intolleranti.
Nel mondo occidentale, e in Italia in particolare, si abusa nella assunzione di carboidrati, sia nella ben nota componente nostrana di pane-pasta-pizza-dolci, ma anche nella frutta particolarmente zuccherina (uva, fichi, banane e frutta matura) ed in ortaggi a elevato indice glicemico (patate, cipolle, carote).
Ricordiamo che un tempo eravamo cercatori e cacciatori, cioè ci nutrivamo di quanto riuscivamo a trovare e degli animali che riuscivamo a cacciare. Oggi siamo contadini e allevatori, quindi assumiamo ripetutamente e spesso in modo esagerato solo gli alimenti graditi.
Il tutto conduce a una intolleranza che si manifesta con vari sintomi, tra questi anche un aumento dell’adiposità.

3 – Va fatto un accompagnamento del percorso alimentare, con farmaci omeopatici, privi di effetti collaterali e di sostegno generale alla persona che vuole riacquistare una figura corporea adeguata.
Frutto della intuizione di un medico tedesco, circa 200 anni fa, è nata la omeopatia, una tecnica terapeutica, che tiene conto (con grande soddisfazione dei pazienti e dei loro medici), della persona nella sua totalità, fisica, psichica, e mentale.
Segnalo che da alcuni anni, tale approccio medico – ancora osteggiato e talvolta irriso – viene insegnato e proposto a livello universitario.

Tornando al punto, il grasso in eccesso crea disagio, fisico e psicologico: non vergognarsi alla ‘prova costume’, poter indossare vestiti di taglia gratificante, potersi muovere con sufficiente agilità con il ripristino di normali movimenti articolari, svolgere senza difficoltà un’attività fisica moderata sono anch’esse componenti importanti della buona qualità della vita.
Purtroppo, per errato stile di vita, oppure per disturbi funzionale a organi o ghiandole endocrine oppure per sbilanciamenti alimentari sia in senso quantitativo ma specialmente qualitativo, si può verificare un aumento delle cellule adipose (il famigerato grasso) per numero e dimensione delle stesse.
Questo tessuto, tanto fastidioso e indesiderato secondo i concetti attuali di normalità, si localizza per lo più in particolari zone corporee: periombelicale e addominale, fianchi, cosce, ma anche collo e braccia fino a estendersi a tutto il corpo.
Questa situazione, nota a gran parte di noi, dà inizio a un percorso di diete, digiuni, incremento parossistico della attività fisica, nervosismi, depressioni, irritabilità… Insomma un vero tormento, spesso anche per parenti, amici, colleghi e conoscenti.

Da anni, alcuni medici (sempre più numerosi) considerano questa situazione di adiposità / sovrappeso non necessariamente come una malattia, ma una disfunzione che, se trascurata, potrebbe generare la cosiddetta sindrome metabolica, caratterizzata da vari disturbi fra cui aumento dei valori di colesterolo, della glicemia, e quindi diabete, ipertensione, problemi vascolari importanti quali infarto cardiaco e infarto cerebrale.
Sono proprio queste considerazioni, che mi hanno spinto ad affiancare la mia professionalità a quella di altri validi operatori sanitari, e a proporre un percorso che definisco di ‘trattamento medico alimentare’ (piuttosto che non di dieta, intesa spesso come restrizione, rinuncia, sofferenza), che vedo dare dei buoni risultati.

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Redazione di Periscopio


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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