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Da Altroconsumo Finanza

Crisi bancarie e prove di bail-in. Per salvare quattro banche in crisi, Governo e Banca d’Italia hanno applicato una parte delle nuove regole di risoluzione delle crisi bancarie, tra cui il bail-in, che entreranno in vigore il 1° gennaio 2016.

Con questo nuovo provvedimento azionisti e obbligazionisti “subordinati” di Banca delle Marche, Carichieti, Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio e Carife, pagano in prima persona (vedi tabella) perdendo tutto il capitale investito, da una notte all’altra.

Il resto delle perdite non ricade su obbligazionisti “senior” e correntisti perché queste saranno coperte dal Fondo di risoluzione.

Nell’operazione sono inoltre state separate le attività “buone” da quelle “cattive”. La banca buona ha tutte le attività esclusi i prestiti in sofferenza che rimangono dopo la copertura di azionisti e obbligazionisti subordinati. I prestiti in sofferenza rimanenti saranno ceduti ad una bad bank che si occuperà di recuperare i crediti.

“Si tratta di un’operazione con parecchi punti oscuri” commenta Vincenzo Somma, direttore di Altroconsumo Finanza. “In primo luogo il coinvolgimento della collettività: lo Stato, ufficialmente negandolo, garantisce l’operazione attraverso la Cassa Depositi e prestiti. Andrebbero inoltre definite in modo più trasparente le modalità di valorizzazione e scelta dei crediti svalutati e passati alla bad bank”, continua Vincenzo Somma.

“Infine Banca d’Italia dovrebbe chiarire perché le ispezioni non hanno mai messo in luce le anomalie nella gestione delle quattro banche che hanno portato a queste perdite”.

Le regole del bail-in, in vigore dal 1° gennaio 2016, prevedono che gli oneri di salvataggio incidano sui risparmiatori secondo una gerarchia ben precisa: chi investe in strumenti finanziari più rischiosi (azioni) sostiene prima degli altri le perdite. Dopo gli azionisti, sono coinvolti i possessori di titoli di debito subordinati, poi gli obbligazionisti “senior” e infine i depositanti con depositi superiori a 100.000 euro per ciascun correntista.

In vista dell’entrata in vigore della nuova normativa e alla luce di quando già fatto da Governo e Banca d’Italia, sarà molto importante scegliere bene la propria banca.

Ecco alcuni consigli di Altroconsumo Finanza:

  • non superare i 100.000 euro depositati sul conto corrente per ciascun intestatario. Se si possiede una cifra più alta conviene investirla altrove. Ciò vale anche per i conti deposito;
  • fare attenzione allo stato di salute della banca: di fronte alle prime avvisaglie di problemi seri, meglio cambiare;
  • non comprare obbligazioni bancarie: solo pochissime offrono un rendimento adeguato al rischio. Su Altroconsumo Finanza un aggiornamento settimanale.obbligazioni straordinarie il cui valore è stato azzerato

 

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Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

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Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

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Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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