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Da ufficio stampa regione Emilia-Romagna

Operativo dall’11 aprile, è stato realizzato grazie alla Fondazione Cassa di Risparmio di Cento, che ha investito 2 milioni e 200 mila euro, e al contributo di 365 mila euro dell’Azienda sanitaria di Ferrara. Fondamentale il lavoro di squadra con l’Amministrazione comunale

Bologna – Una struttura di oltre 1.000 metri quadrati, con un’area esterna altrettanto grande, dotata di nuovi spazi e nuove tecnologie che permetteranno di potenziare la qualità dei servizi e di accrescere il comfort per i pazienti: circa 20mila all’anno, in aumento nel 2017 (oltre 22mila).

Taglio del nastro questa mattina a Cento (Fe), per il Pronto Soccorso dell’ospedale “SS. Annunziata”, costruito ex novo dove prima sorgeva la palazzina adibita ad ambulatori del Servizio Materno-Infantile, in via Cremonino. Una struttura realizzata grazie alla Fondazione Cassa di Risparmio di Cento, che ha investito 2 milioni e 200 mila euro, e alle risorse dell’Azienda sanitaria di Ferrara, che ha contribuito con oltre 365 mila euro.

Operativo dall’11 aprile, è stato inaugurato oggi con una presentazione, nel vicino ‘Piccolo teatro Borselli’, che ha permesso ai cittadini di conoscere l’intero percorso dei lavori eseguiti, dall’apertura dei cantieri alla consegna delle chiavi e degli arredi.

“Una prova di quali risultati possa produrre la collaborazione tra pubblico e privato, a vantaggio del territorio e della comunità locale- ha commentato il presidente della Regione, Stefano Bonaccini-. La partnership tra la Fondazione Cassa di Risparmio di Cento, che su questo progetto ha investito risorse straordinarie, l’Azienda Usl e l’Amministrazione comunale ha portato a quello che oggi vediamo: una struttura moderna, bella, tecnologicamente avanzata, che sarà in grado di elevare ulteriormente l’asticella della qualità e dell’efficienza del servizio offerto. E questo- ha aggiunto il presidente- è l’obiettivo su cui, come Regione, continueremo a lavorare e ad investire come abbiamo fatto da inizio legislatura, mettendo in campo oltre 670 milioni per ammodernare o costruire nuovi ospedali, e un piano di rafforzamento del personale che ci ha permesso di assumere, solo negli ultimi due anni, oltre 5.000 persone”.

Con il presidente della Regione, al taglio del nastro erano presenti il sindaco di Cento, Fabrizio Toselli, il direttore generale dell’Azienda Usl di Ferrara, Claudio Vagnini, e la presidente della Fondazione Cassa di risparmio di Cento, Cristiana Fantozzi.

La nuova struttura
L’esigenza di una nuova sede per il Pronto Soccorso dell’Ospedale di Cento è sorta a causa dei limiti strutturali della precedente collocazione, in cui non si potevano realizzare gli ampliamenti e risultavano difficoltosi i necessari adeguamenti funzionali ed impiantistici.
Per realizzare il nuovo fabbricato nel complesso storico dell’ospedale è stato necessario demolire la palazzina precedentemente adibita ad ambulatori del Servizio Materno Infantile, situata su via Cremonino. É stato così possibile mantenere attivo il Pronto soccorso nella sede esistente per tutta la durata dei lavori, riducendo sensibilmente le interferenze con l’attività sanitaria dell’intero ospedale.
Ora il nuovo Pronto soccorso è immediatamente individuabile e riconoscibile, e ha il vantaggio della prossimità fisica con la Radiologia, direttamente raggiungibile senza interferenze con altri percorsi sanitari.
L’ingresso è al piano terra e consente l’accesso immediato al Triage e all’area di attesa dedicata ad utenti e accompagnatori, con una continuità spaziale e visiva particolarmente favorevole al controllo da parte del personale sanitario. La postazione Triage è inoltre collegata funzionalmente alle aree di attesa utenti già visitati e barellati. La camera calda può ospitare due ambulanze contemporaneamente, e all’esterno sono previsti spazi di sosta attrezzati per la ricarica degli automezzi di soccorso. L’area scoperta all’interno del parco ospedaliero è stata riorganizzata, realizzando la viabilità a servizio della camera calda.
È stato previsto anche un piccolo parcheggio, per la sosta temporanea di auto private che accompagnano utenti in condizioni di emergenza o con limitazioni alla mobilità.

L’ospedale di Cento
L’Ospedale di Cento è uno dei 3 stabilimenti ospedalieri che costituiscono il Presidio Ospedaliero Unico dell’Azienda Usl di Ferrara ed è funzionalmente correlato nella rete provinciale dell’assistenza ospedaliera del modello Hub & Spoke con l’Azienda Ospedaliero- Universitaria di Ferrara collocata a Cona.
È l’ospedale di riferimento per il distretto Ovest di Ferrara, con un potenziale bacino d’utenza di circa 70.000 abitanti (5 comuni: Cento, Bondeno, Terre del Reno, Poggio Renatico, Vigarano Mainarda). È dotato di 155 posti letto (145 ordinari e 10 Day Hospital) suddivisi in varie branche specialistiche: cardiologia, chirurgia generale, medicina generale, ortopedia, ostetricia e ginecologia, urologia, terapia intensiva, unità coronarica, recupero e riabilitazione, lungodegenza post-acuti; inoltre è presente il reparto di oncologia, senza posti letto dedicati.

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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