Skip to main content

da: Ferrara sotto le Stelle 2015

Le quattro ragazze che hanno incantato la critica internazionale con “Silence Yourself”, forse il miglior esordio inglese degli ultimi anni, stanno riscrivendo senza compromessi lo stilema post-punk con una violenta urgenza espressiva, un’aggressività istintiva e ruvida, testi dall’emotività profonda e con il carisma oscuro della cantante Jehnny Beth, che per vocalità e gestualità live non può che rimandare alle venerate icone di Ian Curtis e Siouxsie.

Non poteva mancare, nel cartellone della ventesima edizione del festival Ferrara Sotto Le Stelle, il consueto appuntamento con la band indie del momento, anzi, la band considerata dalle riviste e dai critici di settore come la next big thing dell’alternative rock, pronta ad esplodere definitivamente con un album secondo i rumours strepitoso, prodotto da Johnny Hostile e mixato da Andreas Trentemøller, che vedrà la luce nel 2016.
A dire il vero, le Savages, hanno già conosciuto le vette delle charts di settore in Europa e Stati Uniti con il loro esordio Silence Yourself del 2013; saranno senza dubbio quei brani che le hanno rese famose a costituire il nucleo della scaletta per lo show in programma nel Cortile d’Onore del Castello Estense il 31 luglio prossimo, anche se non mancheranno le anteprime, pezzi inediti offerti in esclusiva al pubblico della data ferrarese, la sola da headliner della band in Italia per quest’anno.
In principio furono i Joy Division di Ian Curtis e le graffianti Siouxie and the Banshees: le basi dell’iconografia del post-punk e le fondamenta dell’intero movimento prototipo del dramma esistenziale post-moderno erano gettate. Si potrebbe facilmente prendere spunto da questa storia per spiegare ai molti chi siano le Savages: una band interamente femminile, guidata dalla voce (e dall’immagine) androgina di Jehnny Beth (all’anagrafe Camille Berthomier), dalla chitarra corrosiva di Gemma Thompson e dalle ritmiche circolari del basso e della batteria rispettivamente nelle mani di Ayse Hassan e Fay Milton.
Il suono delle quattro londinesi ha un’aggressività istintuale e primitiva, che unisce la fisicità strumentale e la cruda emotività delle parole; il plettrato del basso, caro al movimento post-punk, si alterna ad accelerate frenetiche e brusche frenate chitarristiche.
I testi sono emozioni costipate, sfogate talvolta in scoppi isterici, mancanza d’identità, malinconia e rabbia contro ingiustificate violenze che affliggono troppo spesso l’esser donna. Le Savages vivono coscientemente il loro femminismo e la loro sessualità, non scimmiottano i colleghi maschi agli strumenti, che sono al contrario intrisi della loro personalità. Jehnny Beth incarna lo stato d’animo dei diversi personaggi protagonisti delle liriche, e forza gli ascoltatori a fare lo stesso.
La frontwoman francese è di fatto già una star: richiestissima per collaborazioni di pregio, da Julian Casablancas degli Strokes, a Jamie XX, ai Suicide, per citare solo i nomi più noti. La stessa Jehnny Beth è stata poi recentemente invitata ad eseguire alcuni brani per gli show di omaggio a David Bowie e David Lynch, rispettivamente alla Philarmonie di Parigi e al Barbican di Londra.
L’attesissimo nuovo materiale, testato di recente dal vivo negli Stati Uniti, dove la vita secondo la band è per certi versi ancora più dura che in Europa, ha travolto il pubblico americano, un macigno sonoro generato dalle pulsanti corde di basso di Ayse, dai fendenti di chitarra di Gemma, dalla scarica di montanti rifilati ai fusti da parte di May e dai versi brutali di Jehnny Beth, in un continuo saliscendi di pathos ed emozioni.
Una band dall’enorme potenziale, destinata ad un futuro radioso.
In aperture, si esibirà GIORGIENESS, il progetto della giovanissima cantante e chitarrista Giorgie D’Eraclea, accompagnata dal multistrumentista Andrea De Poi (basso), dal batterista Lou Capozzi e dal chitarrista Davide Lasala.
Formatasi nel 2011, la band ha appena aperto il concerto di The Kooks a Milano lo scorso 21 luglio e, negli ultimi anni, ha condiviso il palco con alcuni dei nomi più importanti del panorama indipendente italiano, come Cristina Donà, Tre Allegri Ragazzi Morti, Morgan, Il Pan Del Diavolo, Fast Animals And Slow Kids.
Il suo marchio di fabbrica è una genuina scarica rock ricca di venature anni ’90, che omaggiano la scena underground, mentre i testi in italiano (scritti, come le musiche, dalla stessa Georgie D’Eraclea) sono emozionanti e ricchi di immagini evocative.

SAVAGES + GEORGIENESS
Cortile del Castello Estense – Ferrara
Venerdì 31 luglio

Orari:
Apertura porte: ore 20:00
Georgieness on stage: ore 21:00
SAVAGES on stage: ore 21:45

Ingresso: 18 euro
Info: 348-6117254
Ulteriori informazioni sono reperibili presso il sito web della rassegna: www.ferrarasottolestelle.it

Risorse in rete:
www.savagesband.com

tag:

Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it