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Da: Università di Ferrara

La nuova figura dell’educatore professionale al centro di un seminario organizzato dal corso di studio in Scienze Filosofiche e dell’Educazione di Unife

Lunedì 21 novembre alle ore 14 nell’Aula Magna Drigo del Dipartimento di Studi umanistici di Unife, (via Paradiso, 12), si terrà il seminario “La nuova figura dell’educatore professionale alla luce del DDL 2443 approvato alla Camera e in discussione al Senato”, organizzato nell’ambito del corso di studio in Scienze Filosofiche e dell’Educazione (SFE).

Con il coordinamento di Marco Ingrosso, Coordinatore del corso di studio SFE, l’iniziativa vedrà i saluti di Matteo Galli, Direttore del Dipartimento di Studi umanistici di Unife e gli interventi dell’On. Prof. Vanna Iori, Parlamentare e prima firmataria del DL e dell’On. Paola Boldrini.

“Il DDL 2443 approvato alla Camera il 21 giugno 2016 e attualmente in discussione al Senato, disciplina le professioni di educatore professionale socio-pedagogico, educatore professionale socio-sanitario e pedagogista, che dovranno essere svolte dopo aver conseguito lo specifico titolo abilitante – spiega il Prof. Ingrosso – In particolare l’educatore professionale socio-pedagogico opererà nei confronti di persone di ogni età negli ambiti educativo e formativo, scolastico, socio-sanitario e della salute limitatamente agli aspetti socio-educativi, socio-assistenziale, della genitorialità e della famiglia, culturale, giudiziario, ambientale, sportivo e motorio, dell’integrazione e della cooperazione internazionale. La qualifica conseguita sarà riconosciuta a livello europeo. La legge prevede la possibilità di ottenerla anche a chi già opera in questo campo previo superamento di un corso intensivo di 60 crediti da svolgersi presso le Università. La stessa legge auspica anche la possibilità di conseguire i titoli di educatore professionale socio-pedagogico e socio-sanitario, attraverso il riconoscimento di un numero adeguato di crediti. Il corso di studi in Scienze filosofiche e dell’educazione di Unife già da tempo prevede aree formative coerenti con gli ambiti previsti dalla legge e intende adeguarsi prontamente ai requisiti previsti dalla nuova regolamentazione appena questa verrà approvata in forma definitiva. Una legge che rafforza una figura rilevante per i servizi di welfare, culturali, ambientali e sportivi”.

Il seminario sarà anche trasmesso in diretta streaming dal Se@, Centro di tecnologie per la comunicazione, l’innovazione e la didattica a distanza

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UNIVERSITA’ DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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