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Da: avvocato Giovanni Franchi

Sentenza di Cassazione fondamentale per gli azionisti azzerati di Cassa di Risparmio di Ferrara, Veneto Banca, Banca Popolare di Vicenza, Banca Etruria, Carichieti, Banca Marche , Banca popolare di Bari. Franchi: “Salvo uno dei diritti fondamentali del consumatore/risparmiatore anche quando diviene socio-azionista di una banca tramite una transazione finanziaria: fare causa nel tribunale della propria città. Se fosse stato competente il Tribunale delle Imprese, che è organo collegiale, non sarebbe stato più possibile utilizzare il procedimento abbreviato”.

La sentenza di Cassazione n°8738/17 farà molto parlare di sé e tutti i risparmiatori che hanno acquistato azioni da Carife, Veneto Banca, Banca Popolare di Vicenza, Banca Etruria, Carichieti, Banca Marche , Banca popolare di Bari – per citare i casi più recenti – debbono moltissimo a una piccola, coraggiosa risparmiatrice.

I fatti: alla richiesta posta al Tribunale di Ferrara di dichiarare nulla la transazione finanziaria originata dall’acquisto di azioni Carife per meno di 10.000 euro per due violazioni dell’art 23 TUF e altre irregolarità, il Tribunale dichiarava la propria incompetenza a decidere la causa, indicando come sede competente la Sezione specializzata in materia di impresa del Tribunale di Bologna. E condannando la piccola risparmiatrice al pagamento di 1500 euro di spese legali per aver proposto l’azione a un foro incompetente a deciderne la causa.

La risparmiatrice – che non arrendendosi ha ottenuto questa storica pronuncia- è indubitabilmente una consumatrice, a norma dell’Art.3 Codice del Consumo, in quanto persona fisica che, acquistando le azioni, ha agito per scopi estranei all’attività solitamente da lei esercitata.

Perciò l’indirizzo espresso dal Tribunale di Ferrara di indicare competenti le Sezioni Specializzate si sarebbe fatalmente scontrata con il diritto dei consumatori ad avere come sede esclusiva e inderogabile del foro del consumatore, vale a dire il Tribunale della città di residenza o, a loro scelta, dove ha sede l’Istituto che è stato intermediario della transazione finanziaria quello della Sede e gli acquirenti di azioni correvano il rischio, senza precedenti di dover rivolgersi per avere giustizia alle Sezione specializzata in materia di impresa, sovraccariche di controversie e situate, in relazione alle Corti d’Appello, nei capoluoghi regionali.

“Deriva da questa sentenza – dichiara l’avvocato Giovanni Franchi di Parma- che l’acquisto di azioni basata su contratto di intermediazione, è sempre soggetto al Foro del consumatore, il che significa che è salvo a tutti gli effetti il principio che permette ai risparmiatori di fare causa nella città dove risiedono o dove ha sede l’Istituto che è stato intermediario della transazione finanziaria. Altra cosa fondamentale: se fosse stato competente il Tribunale delle Imprese, che è organo collegiale, non sarebbe stato più possibile utilizzare il procedimento abbreviato ( vale a dire più veloce) come quello disciplinato dall’art. il 702bis CPC, che presuppone un giudice unico e non un collegio giudicante. E questo, unito al sovraccarico di cause in essere presso questi Collegi, avrebbe comportato tempi lunghissimi per l’ottenimento di una sentenza.
Sentenza che – ora questa pronuncia della Suprema Corte l’ha reso chiaro- rischiava di essere poi impugnata dalla controparte per incompetenza funzionale del Foro che l’ha emessa. Un rischio che corrono coloro che, senza aver atteso gli esiti di questo ricorso in Cassazione, abbiano nel frattempo indirizzato i risparmiatori azionisti a eleggere il Tribunale delle Imprese come foro giudicante per le loro cause”.

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Redazione di Periscopio


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

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