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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Proposta di legge della Giunta per l’inclusione sociale e l’inserimento lavorativo delle persone fragili e vulnerabili. Integrati i servizi pubblici regionali del lavoro, sociali e sanitari per accompagnare le persone in difficoltà

Una legge per sostenere le persone in difficoltà sociale o sanitaria ed aiutarle ad inserirsi nel mondo del lavoro, mettendo in rete i servizi sociali dei Comuni, quelli sanitari delle Asl e i Centri per l’impiego. La Giunta regionale ha approvato il testo della proposta di legge per l’inclusione sociale, che pone i presupposti istituzionali, organizzativi,
gestionali e metodologici per potenziare il sostegno alle persone in condizione di fragilità e vulnerabilità. Il provvedimento riguarda le persone che vivono le problematiche derivanti dall’essere disoccupati o inoccupati e contemporaneamente difficoltà di natura sociale o sanitaria.
“Il lavoro è il più potente strumento di inclusione sociale – spiega l’assessore regionale al Lavoro Patrizio Bianchi – Per una società regionale inclusiva occorre evitare in via prioritaria che fenomeni temporanei nella vita delle persone evolvano in rischi di marginalità sociale.
Con questo provvedimento abbiamo pensato a chi è senza lavoro anche per problematiche dovute alla dimensione sociale o a quella sanitaria, una priorità che dobbiamo assumere dopo 7 anni di crisi economica. Un esempio importante di cosa intendiamo per politiche di nuova generazione fondate sull’integrazione non solo delle risorse e degli interventi ma anche dei diversi servizi che operano sul territorio”.
“La proposta di legge dimostra che è possibile combinare sulle persone sia interventi di tipo sociale che di tipo lavorativo
e formativo – dice l’assessore regionale alle Politiche di Welfare Elisabetta Gualmini – L’integrazione tra i servizi rappresenta un fattore fondamentale di qualificazione dell’offerta, in quanto consente di considerare l’utente in condizione di fragilità nella sua globalità, di predisporre un programma personalizzato unitario, di ridurre i rinvii dell’utente da un servizio all’altro, eliminando le sovrapposizioni tra gli enti ed ottimizzando l’utilizzo efficiente delle risorse”.
Il progetto di legge prevede il costituirsi di équipe multiprofessionali – di cui fanno parte operatori dei Centri per l’Impiego, dei Servizi sociali del Comune e del servizio sanitario dell’Ausl – che sulla base di una valutazione del “profilo di fragilità” delle persone, progettano interventi personalizzati, unitari e condivisi finalizzati all’inserimento lavorativo.
L’efficacia dell’integrazione dei servizi si fonda sull’assunzione di nuove responsabilità e sullo sviluppo di nuove competenze gestionali e professionali dei responsabili e degli operatori dei servizi pubblici integrati, per sviluppare le quali la Regione promuoverà interventi periodici di formazione e sviluppo.
L’inserimento lavorativo può avvenire utilizzando le diverse modalità e tipologie contrattuali esistenti. A fianco del contratto di lavoro subordinato indeterminato, che costituisce l’obiettivo principale, potranno essere impiegate forme di flessibilità e modalità di telelavoro ritenute idonee alle caratteristiche ed ai bisogni delle persone.
La Regione inoltre promuoverà la stipula di contratti collettivi funzionali alle caratteristiche e alle potenzialità degli utenti.
L’obiettivo dell’inserimento al lavoro e dell’inclusione sociale potranno essere raggiunti anche utilizzando le agenzie di somministrazione di lavoro con le quali la Regione può stipulare apposite convenzioni.
Strumento di incontro con il lavoro saranno anche i tirocini, di cui questa legge introduce una nuova tipologia. Si tratta del tirocinio di orientamento, formazione e inserimento o reinserimento, finalizzato al rafforzamento dell’autonomia delle persone, alla loro riabilitazione e inclusione, la cui indennità sarà finanziata anche da risorse regionali e del Fondo sociale europeo.
Per l’inserimento lavorativo è fondamentale il coinvolgimento di imprese e dei datori di lavoro, per questo la Regione intende promuovere la responsabilità sociale delle imprese e le opportunità di lavoro attraverso incentivi economici e rimborsi delle spese sostenute dalle aziende per acquisti e adeguamenti strumentali funzionali all’inserimento lavorativo.
Una funzione rilevante di integrazione sociale e lavorativa la proposta di legge prevede venga svolta dalle cooperative sociali, attraverso la gestione di servizi socio-sanitari ed educativi e attraverso lo svolgimento di attività finalizzate all’inserimento lavorativo di persone svantaggiate.
L’inclusione sociale e l’inserimento lavorativo può realizzarsi inoltre attraverso l’esercizio di attività autonoma e imprenditoriale, con la concessione di micro credito e di incubatori di impresa dedicati.
Il progetto di legge approvato dalla Giunta ora proseguirà il suo iter in Assemblea legislativa

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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