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La situazione delle infrastrutture idriche e della gestione dell’acqua è fortemente critica da tempo; per tentare un superamento di questa cronica debolezza strutturale si calcola siano necessari almeno cinquanta miliardi di euro per interventi urgenti. Vediamo nel dettaglio:
gli acquedotti in Italia sono oltre 13 mila, per un volume complessivo di acqua addotta pari a circa 8 miliardi di metri cubi annui, e solo un terzo è dotato di impianti di potabilizzazione;
per l’addduzione e la distribuzione prevale la dimensione comunale: bassissimo livello di interconnessione e basso livello di automazione, cattivo stato di manutenzione, sistemi di accumulo insufficienti, tubature al piombo nei centri storici e negli edifici più vecchi;
per le fognature pessimo stato di manutenzione, in gran parte di tipo misto (due terzi) con conseguente mancata depurazione in caso di piogge forti, inefficienza del sistema di drenaggio urbano (causa di allagamenti etc.), carenza dei sistemi di controllo e monitoraggio degli scarichi; il 94% della popolazione risiede in aree che dispongono del servizio fognatura, ma il 23% non è allacciato a reti fognarie; gli impianti di depurazione esistenti sono circa 9.800 (73,1 milioni di abitanti equivalenti), di questi, il 13% non risulta in esercizio, ma la capacità di depurazione complessiva, considerando l’apporto del nuovo grande depuratore di Milano, è potenzialmente quantificabile in 88 milioni di abitanti equivalenti;
molti piccoli impianti, con problemi di dimensionamento e di costo, altri impianti sovradimensionati, da cui risultano alti costi unitari di gestione, basso livello di efficienza, gestione limitata, cattivo stato di manutenzione e rapido degrado delle infrastrutture, alti costi di smaltimento dei fanghi a causa della presenza di sostanze inquinanti.

Con riferimento al solo settore acquedottistico, si evince un fabbisogno in termini di aumento della sicurezza del rifornimento e di contributo alla tutela quantitativa degli acquiferi, che a loro volta comportano una serie di nuovi investimenti per conseguire:
il raggiungimento e mantenimento nel tempo di un livello appropriato di riserva di potenzialità degli impianti di produzione rispetto ai valori attuali e a quelli previsti di domanda;
la differenziazione delle fonti primarie utilizzate, mediante la valorizzazione delle risorse disponibili localmente, lo sviluppo di nuove fonti di rifornimento da acque superficiali, una maggiore integrazione delle diverse reti di adduzione principale;  una tutela più rigorosa della qualità degli acquiferi mediante la gestione controllata degli emungimenti e delle aree di salvaguardia.
Per quanto attiene invece gli investimenti prioritari in fognatura e depurazione si rendono necessari notevoli investimenti infrastrutturali sugli impianti di depurazione e sulla razionalizzazione delle fognature, privilegiando sistemi di collegamento sovracomunali.
Tra le priorità se ne indicano alcune più urgenti: interventi per razionalizzare, potenziare e migliorare la qualità della rete acquedottistica; interventi di sistema per razionalizzare ed adeguare il sistema depurativo; interventi di adeguamento degli scarichi; estendimenti di reti acquedottistiche e fognarie per migliorare l’efficacia del servizio; esecuzione di lavori urgenti di mantenimento ed emergenza, con particolare riguardo alle opere fognarie e depurative e alla riduzione delle perdite negli acquedotti.

Per approfondimenti: acqua.info

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Andrea Cirelli

È ingegnere ed economista ambientale, per dieci anni Autorità vigilanza servizi ambientali della Regione Emilia Romagna, in precedenza direttore di Federambiente, da poco anche dottore in Scienze e tecnologie della comunicazione (Dipartimento di Studi Umanistici di Ferrara).

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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