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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Politiche sociali – Settimana d’azione contro il razzismo 2014, una mostra fotografica in Regione su Rom e Sinti e tante iniziative. L’assessore Marzocchi: “Stiamo rafforzando l’impegno contro le discriminazioni. Solidarietà ai calciatori immigrati insultati a Forlì”

Bologna – Ventidue scatti raccontano volti e momenti di vita di uomini, donne e bambini appartenenti ai gruppi etnici più discriminati in assoluto in Italia e nell’Unione Europea, i Rom e i Sinti. E’ “Uno sguardo per incontrarsi”, la mostra fotografica itinerante che da domani, venerdì 14 marzo, apre i battenti in Regione (viale Aldo Moro 21), in occasione della Settimana d’azione contro il razzismo (17-23 marzo). Allestita grazie al progetto europeo “Roma-Matrix” (finanziato dalla Commissione Europeaall’interno del programma “Fundamental Rights and Citizenship”), di cui la Regione Emilia-Romagna è partner, la mostra sfata attraverso le immagini del fotoreporter bolognese Mario Rebeschini i tanti luoghi comuni, perlopiù negativi, su Rom e Sinti. 2745 persone, secondo i dati ufficiali (pari allo 0,06% della popolazione complessiva), che vivono stabilmente in Emilia-Romagna e che nel 90% dei casi sono cittadini italiani.

“La scelta di questa mostra non è casuale – spiega l’assessore alle Politiche sociali Teresa Marzocchi –. Recentemente la giunta ha approvato le Linee guida per rafforzare e potenziare l’operatività della rete regionale contro le discriminazioni. Un problema sempre all’ordine del giorno: si pensi a quanto accaduto alla squadra di calciatori marocchini a Forlì, cui va tutta la mia solidarietà, fatta segno di continui insulti razzisti e per questo in qualche modo indotta a ritirarsi dall’attività sportiva. Episodi gravissimi cui va posto rimedio, lesivi anche nei confronti delle stesse associazioni sportive coinvolte che sono, al contrario, costantemente impegnate nella lotta alle discriminazioni”.
“E se finora ci si era occupati prevalentemente di episodi legati all’immigrazione – continua l’assessore -, i cinque anni d’attività del Centro hanno dimostrato chiaramente come la casistica si sia progressivamente ampliata verso altri fattori di discriminazione: l’età, la lingua, la religione o le convinzioni personali, le opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, l’appartenenza a una minoranza nazionale, il patrimonio, la nascita, la disabilità, l’orientamento sessuale e così via. Non solo: assistiamo ultimamente a una sovrapposizione di fattori, le cosiddette ‘discriminazioni multiple’. Di qui la necessità di migliorare gli strumenti di cui la Regione dispone. Ricordo inoltre la nostra adesione a Ready, la Rete nazionale delle Pubbliche Amministrazioni anti discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere”.

Per rafforzare l’efficienza del Centro contro le discriminazioni, la Regione destinerà quest’anno 40mila euro alla prevenzione con il sostegno alle numerose attività territoriali di educazione, informazione e sensibilizzazione. La Regione inoltre è capofila del progetto Star (Sportelli Territoriali Antidiscriminazioni in Rete): con i 126mila euro del Fondo europeo per l’integrazione, viene finanziata la sperimentazione di diversi assetti e funzioni dei punti che fanno parte della rete.

Il Centro regionale contro le discriminazioni: i dati
Centocinquantacinque, tra nodi, sportelli e antenne. E’ questa la composizione del Centro regionale contro le discriminazioni, il cui processo di costruzione è stato avviato nel 2008. Il Centro può contare su una rete diffusa su tutto il territorio (sportelli già attivi di Comuni e sindacati, sedi di associazioni del terzo settore) che hanno deciso di includere le attività di prevenzione e contrasto delle discriminazioni nel lavoro già svolto. Parallelamente alla costruzione e formalizzazione delle rete, il centro regionale contro le discriminazioni ha organizzato corsi di aggiornamento di base per le figure incaricate da ciascun soggetto come referenti operativi dell’antidiscriminazione. Complessivamente, dalla fine del 2008 a oggi, sono stati trattati circa 300 casi di discriminazione (che si sono verificati perlopiù in ambito lavorativo), segnalati direttamente alla rete dei punti territoriali o attribuiti dal numero verde dell’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (UNAR) della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Settimana d’azione contro il razzismo: gli appuntamenti in Emilia-Romagna
Anche quest’anno, in occasione della Settimana d’azione contro il razzismo, dal 17 al 23 marzo si svolgeranno numerose iniziative in tutta l’Emilia-Romagna: proiezioni di film, presentazione di un’app, letture e laboratori per i giovani, feste e aperitivi interculturali, banchetti informativi, flash mob e così via (l’elenco completo sarà disponibile a breve all’indirizzo http://sociale.regione.emilia-romagna.it/). Giovedì 20 marzo l’assessorato Politiche sociali della Regione pubblicherà una newsletter dedicata.

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di Piermaria Romani

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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