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La Città di Ferrara dedica il mese di maggio alla lotta contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia.
Mercoledì 16 maggio, dalle ore 19.00, presso la sede Arcigay Ferrara in via Ripagrande 12, parte il primo dei 4 eventi in programma. Con la collaborazione tra il Gruppo Trans* Bologna, il Gruppo TransFer e Arcigay Ferrara, incontreremo Sophie Labelle, giovanissima attivista e fumettista transgender canadese, in Italia dopo avere girato numerosi Paesi nel mondo, per presentare il suo nuovo libro dal titolo “Serious Trans Vibes”. Meglio conosciuta per il suo #webcomic “Assigned Male”, incentrato sulla storia di una bambina transgender di 11 anni dal nome Stephie. In un’intervista al Montreal Gazzette Sophie racconta: “ Ero molto popolare da bambina nella mia scuola, per via dei fumetti buffi che facevo, finchè non ebbi una crisi depressiva a 8 anni, per ragioni legate al mio genere. Iniziai a venire maltrattata a scuola, a causa della mia femminilità, del modo in cui parlavo, e dei miei modi di fare. Quel picco cosi basso nella mia vita ha rappresentato lo stimolo principale per iniziare la mia transizione e diventare Sophie. Dopo aver cambiato scuola per allontanarmi dai bulli, mi sono trasferita a Montreal, dove per la prima volta ho incontrato una rete di persone trans includenti. Ho seguito un corso per diventare insegnante nelle scuole elementari, e ho poi deciso di dedicarmi a tempo pieno all’arte e all’attivismo per i diritti delle persone transgender. Nel 2014 ho lanciato il mio lavoro più famoso, “Assigned Male”: questo fumetto viene pubblicato sul web due volte al mese, con mezzo milione di visite a pubblicazione. Le strisce seguono la vita quotidiana dell’adolescente Stephie e i suoi amici, nel campo minato dell’essere trans e trans-includenti, in un mondo ancora troppo spesso ostile, e che non è in grado di comprendere la realtà trans.”
A moderare l’incontro Raffaele Baldo, attivista del Gruppo Trans* Bologna. Saranno esposte alcune tavole del lavoro di Sophie. Seguirà un rinfresco vegan-frendly offerto dal Gruppo TransFer.
Questo evento è promosso dal tavolo istituzionale P.I.C.O. (Protocollo d’Intesa Contrasto Omotransnegatività).
Per maggiori informazioni www.trans-fer.it .

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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