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Da Agenzia stampa

Gualmini:”Metteremo in campo azioni concrete per garantire l’effettiva integrazione delle persone non udenti in ogni ambito della vita quotidiana”

La Regione Emilia-Romagna da anni impegnata a sostenere l’autonomia e l’inclusione concreta di tutte le persone sorde nella società e ad abbattere le barriere della comunicazione

Bologna- Riflettere sul valore dello sport come strumento di socializzazione, inclusione e integrazione sociale delle persone affette da disabilità uditiva e conoscerne la realtà e le problematiche, anche quotidiane. Sono i principali obiettivi delle due giornate modenesi – promosse dal Consiglio Regionale ENS (Ente Nazionale Sordi) insieme ai gruppi sportivi per sordi della Provincia di Modena – per festeggiare il 65° anniversario della Fondazione del “Movimento sportivo sordo” modenese.

“La strada dell’integrazione sociale delle persone sorde è percorribile e passa anche dall’esperienza sportiva che sgretola la barriera tra sordo e udente. E nel 65° anniversario dello sport sordo modenese c’è la testimonianza di una lunga tradizione della disciplina sportiva silenziosa anche nella nostra regione, dove calcio e pallavolo diventano strumenti per rimuovere le barriere della comunicazione e per evitare l’esclusione e l’isolamento.”

Lo ha detto oggi a Modena la vicepresidente della Regione Emilia-Romagna e assessore al Welfare, Elisabetta Gualmini, presente all’iniziativa.

“Come Regione- sottolinea ancora la vicepresidente- stiamo lavorando proprio per mettere in campo azioni concrete affinché l’integrazione sia effettiva e garantita in ogni ambito della vita quotidiana: dai servizi sociali e sanitari fino all’accesso all’informazione e alla comunicazione e assicurare alle persone non udenti una partecipazione reale ed effettiva alla vita democratica della nostra regione”.

L’evento internazionale organizzato a Modena dura 3 giorni e prevede una serie di attività, tra cui visite guidate, teatro e soprattutto sport: con tornei di calcio a cinque riservato ad atleti non udenti under 35, under 9 (da 7 a 9 anni) e under 13 (da 10 a 13 anni). Lo sport per sordi ha origine antiche. Nel 1924 a Parigi nascono i Giochi Sportivi Internazionali Silenziosi. L’anno successivo si costituiscono le prime società sportive di sordi. L’Ente nazionale sordi , iscritto alla Sezione speciale del Registro regionale delle Associazioni di Promozione sociale dell’Emilia-Romagna è pertanto un interlocutore riconosciuto dalla Regione per la propria attività per il superamento dei disagi e dei rischi di ineguaglianze e discriminazioni , nell’accesso alle informazioni, alla vita istituzionale, ai servizi pubblici da parte dei non udenti.

Gli interventi della Regione Emilia-Romagna in materia di sordità
In Regione Emilia-Romagna si stima vivano circa 4.000 persone affette da sordità grave o profonda, che hanno riscontrano difficoltà nell’apprendere naturalmente la lingua parlata o che hanno dovuto ricorrere a specifiche forme di apprendimento. A livello regionale il riferimento normativo alla base degli interventi per le persone sorde si trova nella Legge regionale n. 29 del 21 agosto 1997, “Norme per favorire le opportunità di vita autonoma e l’integrazione sociale delle persone disabili”. Tra gli interventi maggiormente significativi, un provvedimento del 2011, che introduce lo Screening neonatale delle sordità riservato a tutti i bambini nati negli ospedali della regione e l’assistenza precoce e multidisciplinare di quelli risultati sordi allo screening. Per quest’ultimi, oltre ad un adeguato sostegno e supporto informativo alle loro famiglie, il Servizio sanitario regionale prevede l’applicazione della protesi e, quando necessario, l’impianto cocleare (un dispositivo elettronico, molto sofisticato in grado di sostituire il funzionamento dell’orecchio interno), oltre ad uno specifico percorso di abilitazione e inclusione.

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
direttore responsabile


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