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da: Museo Civico di Storia Naturale di Ferrara

MUSEO CIVICO DI STORIA NATURALE Ferrara – Italy

SCHIUSA DELLE UOVA DI BIACCO (AGOSTO-SETTEMBRE)
Ogni anno, in questo periodo di tarda estate, si presentano in museo persone che chiedono il riconoscimento di piccoli serpentelli trovati nel giardino di case situate anche nei centri urbani. Si tratta di solito di giovanissimi esemplari di biacco (Hierophis viridiflavus), lunghi 20-25 centimetri, grossi all’incirca come un dito mignolo, di colorazione grigio chiara con un caratteristico disegno sul capo, usciti da pochi giorni dalle uova che la loro madre può aver deposto in luglio all’interno di angoli protetti, come capanni per gli attrezzi poco frequentati, agglomerati di vasi da fiori raramente smossi, eccetera.
I piccoli, se disturbati, si spaventano e assumono un atteggiamento aggressivo, addirittura innalzandosi, spalancando la bocca e soffiando.
Purtroppo, nella maggior parte dei casi, gli esemplari ci vengono portati dopo essere stati uccisi, nel timore che si trattasse di animali pericolosi. Questi serpenti invece possono mordere, come tanti altri animali, ma non sono velenosi, per cui non sono realmente pericolosi per l’uomo, i gatti o i cani. I piccoli si nutrono soprattutto di insetti (ad esempio, scarafaggi), per cui si possono rivelare utilissimi.
La specie è protetta dalla Direttiva Europea “Habitat” e dalla Legge Regionale 15/2006 sulla fauna minore dell’Emilia-Romagna, così come lo sono tutti gli altri rettili presenti in regione. Invitiamo pertanto a non uccidere i serpentelli, cercando di allontanarli tuttavia senza mai toccarli se non si è sicuri di aver riconosciuto la specie (la vipera, unico serpente regionale veramente pericoloso per l’uomo, è presente in Emilia-Romagna in ambito collinare, nei boschi costieri e in sparute stazioni di pianura) o chiedendo l’intervento del Corpo Forestale dello Stato o dei Vigili del Fuoco, sempre però soltanto per allontanarli e non per ucciderli.
E’ possibile anche rivolgersi ai Centri di Recupero Animali Selvatici (CRAS).

PROGETTO UNDERGROUND – SECONDA EDIZIONE – ANNO SCOLASTICO 2015/2016
Proposta didattica per lo studio della geologia strutturale e stratigrafica del sottosuolo padano-emiliano e ferrarese in particolare, e degli aspetti litologici e geofisici che lo caratterizzano.
Il progetto, ideato dal Museo Civico di Storia Naturale di Ferrara con la collaborazione del Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra dell’Università di Ferrara, si propone di far conoscere ai ragazzi delle scuole superiori di secondo grado la geologia del sottosuolo padano-emiliano e in particolare del territorio ferrarese, focalizzando l’attenzione sugli aspetti litologici, geologicostrutturali e geofisici che lo caratterizzano, in relazione a:
• sorgenti geotermiche;
• granulometria dei sedimenti in rapporto al fenomeno della liquefazione delle sabbie;
• Progetto CLARA (CLoud plAtform and smart underground imaging for natural Risk Assessment) per lo studio del sottosuolo urbano.

Finalità: attraverso esperti impegnati sul campo, le attività mirano a fornire ai ragazzi elementi conoscitivi che consentano loro di maturare opinioni proprie fondate su conoscenze scientifiche e di affrontare con approccio consapevole e critico i rischi, le problematiche e i timori connessi ad eventi sismici.

Il progetto prevede: lezioni teoriche, laboratori e incontri con esperti sul territorio.

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COMUNE DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
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