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da: Paolo Spath, Portavoce provinciale di FRATELLI d’ITALIA – AN, Federazione di Ferrara

“Le potremmo chiamare forse “stranezze elettorali”. Ma non sono delle battute purtroppo, ma delle realtà che con stupore alla fine di questa campagna elettorale e all’inizio di cinque anni di Amministrazione siamo già testimoni. La campagna elettorale che il Sindaco Tagliani e i suoi assessori hanno svolto battendo sui tagli dei costi della politica e lanciando costantemente slogan di tasse comunali sempre più basse, sta infatti già trovando una forte sconfessione.” Afferma Paolo Spath, portavoce provinciale di Fratelli d’Italia An a Ferrara.
“Infatti conclusasi la campagna elettorale, passato il giorno delle elezioni, incamerato il 55% dei consensi, passata una settimana dal voto, la situazione è drammaticamente cambiata.
Sul piano dei costi della politica ci troviamo davanti una giunta, composta dopo oltre una settimana di lavoro con un’attenta e scrupolosa fedeltà al vecchio e ma mai tramontato “manuale Cencelli”: sono state date deleghe in base alle correnti, amici; in base ai partiti e le liste che hanno sostenuto per utile il “sindaco riconfermato”, come lui ama definirsi. Deleghe, non sulla base del merito ma quasi esclusivamente sulla base delle medagliette. Tanto che, per accontentare tutti, è stato partorito un assessorato extra: perché 8, in barba agli slogan di pochi giorni prima, erano troppo pochi. “continua il giovane esponente della destra candidato alle scorse elezioni per il Consiglio Comunale.
“E sulle tasse? Ad appena una settimana dal voto sono arrivate in tutte le case dei cittadini ferraresi le tasse comunali da pagare. Alte, salate, e da pagare a strettissimo giro. Insomma oltre al danno, la beffa.
È questa la serietà degli amministratori che sono stati sonoramente riconfermati? E’ questo che è stato promesso ai ferraresi? Già da tempo e durante la campagna elettorale, attraverso comunicati e interventi, abbiamo denunciato la poca fondatezza di tali premesse.Ci impegneremo oggi con il nostro Gruppo Consiliare affinché venga realizzato il meglio per la città. Vigilando proprio su questi aspetti. “ afferma Spath.
“E concludo poi rispondendo al Sindaco Tagliani e alle sue affermazioni che, fresco di vittoria elettorale, ha rilasciato nei giorni scorsi. Innanzitutto sull’Ospedale di Cona, – continua il giovane esponente di destra laureando in Medicina e Chirurgia a Ferrara – che se funziona è perchè ci sono professionisti di altissimo livello supportati da un’Università antica e di qualità , capaci di sopperire ai tanti problemi e cose che non vanno con impegno straordinario. A loro bisogna dire GRAZIE. Non di certo alle infrastrutture assenti, al calcestruzzo da terzo mondo e agli slogan facili. E infine sulla “Zona GAD”: Tagliani ha avuto modo di dire che il problema non esiste perchè il Pd ha preso tanti voti anche in quei seggi. Per me – conclude Spath – questo è un insulto a chi il quartiere lo vive, ha paura e vede la sua casa svalutata ogni giorno. Come noi abbiamo avuto modo di verificare con i tanti incontri e fiaccolate svolte nel corso dell’ultimo anno. Peccato che il Sindaco queste cose non le saprà mai. All’incontro diretto con i cittadini ha dato buca: meglio gli applausi elettorali facili. Noi c’eravamo, ed ora mettiamo la rivalutazione di questa zone della città al primo posto.”

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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