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Da Organizzatori

Quest’anno, gli incontri cinematografici dell’Ass.ne Feedback ci portano in Nord America e di preciso negli Stati Uniti, States, USA, che dir si voglia… perché gli USA non sono l’America, bensì una caotica unione di modernità e primitività, di libertà e controllo. Oggi gli USA sono Trump, ma cosa nasce prima? Il controverso presidente o il suo elettorato? Come si relazione il cinema con questa realtà? Il cinema, come spesso succede nel campo dell’arte, aveva prefigurato questo stato delle cose?

SUPERTRUMP inizia il 17 ottobre con il fenomeno che ritorna e che è sempre stato: David Lynch. Tutto si concluderà il 19 dicembre con una terrificante lezione sull’entroterra perduto statunitense e i suoi “mostri”. Anche quest’anno si rinnova la collaborazione con la rivista di cinema Quinlan.it con gli interventi di Giampiero Raganelli e Raffaele Meale. Speciale spazio all’editoria cinematografica con Bietti per la presentazione del volume “Sul cinema e altre imperfezioni” dedicato al critico Ezio Alberone che sarà introdotto dal suo allievo Giulio Sangiorgio.

Altro appuntamento speciale il 14 novembre, in cui la rassegna sarà ospitata da ARCI Ferrara presso le Grotte del Cinema Boldini per l’incontro più sopra le righe “Elezioni ed erezioni americane”. Ricordiamo che tutti gli incontri sono ad ingresso libero, riservati ai soci Feedback (eccetto il 14 novembre che sarà per tutti).

Ecco nel dettaglio il calendario degli incontri

Martedì 17 ottobre Al principio delle strade perdute di David Lynch – a cura di Massimo Marchetti

Martedì 24 ottobre ANALISI DI UN CAPOLAVORO Eraserhead di David Lynch – a cura di Massimo Marchetti

Martedì 7 novembre ANALISI DI UN CAPOLAVORO The Village di Manoj Nelliyattu Shyamalan

Martedì 14 novembre Elezioni ed Erezioni Americane – a cura di Giampiero Raganelli presso le Grotte del Cinema Boldini

Martedì 21 novembre Presentazione del volume Sul cinema ed altre imperfezioni di Ezio Alberone A seguire speciale focus su The Village a cura di Giulio Sangiorgio

Martedì 28 novembre ANALISI DI UN CAPOLAVORO Non aprite quella porta di Tobe Hooper – a cura di Massimo Alì Mohammad

Feedback Associazione di Promozione Sociale www.feedbackvideo.it – info@feedbackvideo.it C.F. 93069550387
Martedì 5 dicembre ANALISI DI UN CAPOLAVORO La conversazione di Francis Ford Coppola – a cura di Massimo Alì Mohammad

Martedì 12 dicembre Una mappa per il cinema americano contemporaneo – a cura di Giulio Sangiorgio

Martedì 19 dicembre Redneck Zone – a cura di Raffaele Meale

Per ulteriori informazioni potete consultare il nostro sito www.feedbackvideo.it, o scrivere all’indirizzo cinema@feedbackvideo.it

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
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Francesco Monini
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