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Da ufficio stampa regione Emilia-Romagna

Maggiori opportunità e fondi anche per aziende delle zone svantaggiate del piacentino (Monticelli d’Ongina e Caorso) e del ferrarese (Ostellato, Comacchio e Masi Torello) e a quelle col rating di legalità. Applicate le indicazioni del Patto per il Lavoro. Due le misure messe in campo: contributi a fondo perduto e rilascio di garanzie pubbliche a fronte di progetti di investimento. L’assessore Costi: “Avranno la liquidità per progetti di consolidamento e espansione”

Bologna – Trenta milioni di euro dalla Regione per il sistema produttivo dell’Emilia-Romagna. Serviranno a rafforzare la competitività e agevolare l’accesso al credito e potranno attivare investimenti produttivi stimati in 120 milioni di euro, tramite il ricorso delle imprese interessate a finanziamenti a medio e lungo termine erogati dal sistema bancario, con garanzia diretta dei Confidi e controgaranzia di Cassa depositi e Prestiti (fondo EuReCa).

L’intervento della Regione, destinato alle piccole e medie imprese emiliano-romagnole, prende il via
con un nuovo bando, approvato dalla Giunta regionale nei giorni scorsi, che destina alle Pmi, per il biennio 2018-2019, circa 24 milioni di euro, di cui circa 22,5 milioni dal Por Fesr 2014-2020 (fondi europei) e 1,5 milioni di fondi regionali dedicati esclusivamente alle imprese localizzate nelle aree montane dell’Emilia-Romagna. Il Fondo di controgaranzia EuReCa prevede una dotazione iniziale di oltre 6 milioni di euro, elevabile a 15 milioni.

“Con questa misura- spiega Palma Costi, assessore regionale alle Attività produttive– intendiamo sostenere le piccole e medie imprese regionali che abbiano necessità di investire per crescere ed essere più competitive, con particolare attenzione dedicata a quelle localizzate in aree montane e svantaggiate dell’Emilia-Romagna. Grazie all’accordo di cooperazione sottoscritto con la Cassa depositi e prestiti, le piccole e medie imprese emiliano-romagnole potranno avere la liquidità necessaria per realizzare investimenti in impianti, macchinari e attrezzature finalizzate a introdurre innovazioni di prodotto, di servizio e di processo e idonei ad accrescerne la competitività sui mercati favorendone il consolidamento e l’espansione”.

Con il bando, reperibile sul sito Por Fesr saranno erogati contributi a fondo perduto pari al 20% della spesa ammissibile per ogni progetto, che potrà avere un valore compreso tra 40 mila e 500 mila euro. Per le imprese collocate in aree montane o nelle zone svantaggiate del piacentino (Monticelli d’Ongina e Caorso) e del ferrarese (Ostellato, Comacchio e Masi Torello), il contributo a fondo perduto è elevabile al 30%. Seguendo le indicazioni del Patto regionale per il Lavoro, la quota a fondo perduto potrà essere aumentata del 5% se il progetto prevede un incremento dell’occupazione oppure è presentato da imprese femminili o giovanili, o in possesso del rating di legalità. In ogni caso, il contributo, che potrà arrivare alla misura percentuale massima del 35% della spesa ammissibile, non potrà superare l’importo di 150mila euro.

Le domande di contributo a fondo perduto potranno essere presentate all’interno di due finestre temporali. Dal 9 maggio al 26 giugno 2018 per gli interventi da realizzare almeno per l’80% entro il 31 dicembre 2018 e per un massimo del 20% nel 2019; dal 4 settembre 2018 fino al 28 febbraio 2019 per gli interventi da realizzare nel 2019. Oltre all’acquisto di impianti, macchinari e attrezzature, sono ammissibili le spese per l’acquisto di beni intangibili e di strumenti gestionali funzionali al progetto. Inoltre sono ammesse, nelle misure percentuali indicate nel bando, le spese per opere murarie ed edilizie strettamente necessarie per l’installazione e posa in opera degli impianti e dei macchinari e per l’acquisizione di servizi di consulenza specialistica.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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