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da Organizzatori

Il terzo giorno del Festival prevede 76 eventi tra #ijf17talkspanel discussion, incontri, documentari, diretteworkshopteatro, data journalism, presentazioni, engagement, Hackers’ Corner.

Saranno quattro quest’anno i talk di 17 minuti affidati a personalità del mondo dei media molto diverse tra loro, che porteranno al festival le loro storie, le loro esperienze, le loro riflessioni. Quattro incontri che affronteranno i temi al centro della discussione pubblica e ci racconteranno storie di impegno per la democrazia e la libertà.
Venerdì sul palco della Sala dei Notari alle 11 alla Sala dei Notari, il talk di Cameron Barr managing editor The Washington Post, dal titolo La verità e i ‘fatti alternativi’: la sfida al giornalismo del Presidente Trump. Introduce e modera Lucia Annunziata, direttrice L’Huffington Post Italia.
Alle ore 12, sempre alla Sala dei Notari, Tutti i segreti del News Feed è il titolo del talk di Adam Mosseri vice president of product Facebook. Introduce e modera Jeff Jarvis City University di New York.

Si parlerà di Yemen e del costo umano di una guerra dimenticata, la meno raccontata del Medio Oriente. Laura Silvia Battaglia giornalista freelance, Dino Giarrusso Le Iene Italia 1, Christine Monaghan Watchlist on Children and Armed Conflict e Michele Trainiti Medici Senza Frontiere, ne affronteranno almeno tre aspetti cruciali: l’emergenza sanitaria, aggravata dagli attacchi diretti contro le strutture mediche; le difficoltà economiche e l’isolamento internazionale; il fallimento nell’adottare misure di protezione da parte dei governi che sostengono la coalizione Saudita (USA, UK, Francia) senza escludere le responsabilità dei paesi, tra cui l’Italia, coinvolti nel commercio delle armi utilizzate in questo conflitto. (Organizzato e sponsorizzato da Medici Senza Frontiere, ore 16 Sala delle Colonne, Palazzo Graziani).

Democrazia e media: riconquistare la fiducia dei cittadini. Incontro con Craig Newmark creatore di Craigslist il più famoso sito di annunci economici al mondo, fondatore nel 2016 della Craig Newmark Foundation; un anno di attività che ha visto, tra le donazioni, un considerevole sostegno a community di primo piano, come Wikipedia (6 milioni di dollari), e a istituzioni come il Poynter Institute (1 milione). Con lui, alle ore 15 alla Sala dei Notari, Mario Calabresi direttore La Repubblica.
Perché non sconfiggiamo il califfato nero: incontro con Corrado Formigli Piazzapulita LA7 e Barbara Serra Al Jazeera English. Se il Califfato nero è una minaccia, allora è opportuno ascoltare le voci di chi è stato nelle zone di conflitto dove l’autoproclamato Stato islamico cerca di estendere il proprio dominio (ore 18, Sala dei Notari).
Ci sarà anche quest’anno -immancabile dalla prima edizione di IJF del 2006- il direttore de Il Fatto Quotidiano Marco Travaglio nell’Incontro-spettacolo Post-verità e post-giornalismo, al Teatro Morlacchi alle ore 21.
Da prima del clickbaiting, ben oltre il fact-checking, una spanna sopra il debunking. In un mondo avvolto dalle tenebre della post-verità, solo la post-falsità delle notizie di LERCIO può fornirvi una lanterna per orientarvi nel buio… Lercio e l’era della post-falsità, incontro con Alfonso Biondi, Vittorio Lattanzi, Andrea Michielotto e Stefano Pisani di Lercio.it (ore 19 alla Sala dei Notari).

Alle ore 19, Hotel Brufani – Sala Raffaello, incontro con Owen Jones Editorialista del Guardian e Fabio Chiusi giornalista freelance e blogger, sul tema La crisi del capitalismo e l’era della post-democrazia.
Open web e informazione: è ora di un piano B, due innovatori e studiosi dell’open web, Aron Pilhofer Temple University e Dave Winer direttore Scripting News, discuteranno del potenziale dei flussi di informazione al di fuori dei silos e della modalità per rendere il settore dell’informazione e i blogger indipendenti più liberi e in grado di apportare innovazioni (ore 18 Hotel Brufani – Sala Raffaello).

Tra i tantissimi panel: Dall’Europa al Medio Oriente, cosa ci raccontano i nostri invitati sul campo, Maria Gianniti Giornale Radio RAI, Francesca Mannocchi reporter freelance, Tonia Mastrobuoni La Repubblica, Amedeo Ricucci TG1 e Alessio Romenzi fotografo freelance, professionisti che, tra mille pericoli, permettono di guardare a ciò che altrimenti si perderebbe nel caos e nell’orrore (ore 11.30 Teatro della Sapienza); Cosa significa fare giornalismo in Egitto: dalla rivoluzione araba ad Al-Sisi, con Lina Attalah cofondatrice e direttrice Mada Masr, Laura Cappon RAI 3, Declan Walsh The New York Times (ore 17, Sala del Dottorato).
Alle ore 16.30 al Teatro della Sapienza, Marianna Aprile Oggi, Marco Damilano vicedirettore L’Espresso, Sergio Rizzo Corriere della Sera, Alessandra Sardoni Omnibus LA7, Sofia Ventura Università di Bologna, a dibattito nel panel Classe dirigente cercasi.
Quando il cibo è DAVVERO buono? Uno sguardo al cibo, oltre il gusto, con Marta Antonelli research program manager Fondazione BCFN, Mario Calabresi direttore La Repubblica, Luca Di Leo Barilla Center for Food & Nutrition Foundation, Irene Mia direttrice thought leadership Economist Group, Antonio Zappulla COO Thomson Reuters Foundation (organizzato e sponsorizzato dal Barilla Center for Food & Nutrition Foundation, 11.45 Sala del Dottorato).
Elezioni USA 2016: l’esperienza collaborativa di Electionland, un progetto unico nel suo genere, per tracciare e seguire i problemi di voto durante le presidenziali americane del 2016 in tutta la nazione e in tempo reale. In questa sessione, i responsabili delle parti chiave di questo progetto ambizioso, Fergus Bell fondatore Dig Deeper Media, Ed Bice CEO Meedan, Scott Klein vicedirettore ProPublica e An Xiao Mina Meedan racconteranno come tutto si è svolto quel giorno (ore 14 Hotel Sangallo).
Brexit: che ruolo hanno giocato i media? A dibattito Alison Gow Trinity Mirror Regionals, Jane Martinson head of media The Guardian, Rupert Myers GQ Magazine, Richard Sambrook direttore Centre for Journalism Univ. di Cardiff (ore 15 Palazzo Sorbello).
Il futuro della tv in Europa? A dibattito Isabella Adinolfi deputato Parlamento Europeo, Colin Bortner direttore global public policy Netflix, Stefano Ciullo director EU and international affairs Sky Italia, Silvia Costa deputato Parlamento europeo, Antonella Di Lazzaro dir. social media e digital marketing Rai, Stefano Maullu deputato Parlamento europeo Beniamino Pagliaro La Stampa (Organizzato e sponsorizzato dal Parlamento Europeo, ore 11 Hotel Brufani – Sala Raffaello).

Alcuni workshop da segnalare: Visual storytelling su Facebook, con Mark Frankel social media editor BBC News e Nick Wrenn head of news partnerships EMEA Facebook (Organizzato e sponsorizzato da Facebook, ore 15 Hotel Brufani – Sala Raffaello); Evoluzione dello storytelling nel giornalismo televisivo, con Federico Ferri direttore di Sky Sport e Sergio Ramazzotti fotografo, giornalista e scrittore (organizzato e sponsorizzato da Sky, ore 11 Hotel Sangallo); La redazione in azienda. Come funzionano i nuovi mestieri della comunicazione (organizzato e sponsorizzato da Eni, ore 11.30 Sala delle Colonne, Palazzo Graziani).

E ancora, Tutto ciò che devi sapere per fare video live, con Sue Llewellyn consulente strategie digitali e Claire Wardle First Draft News (organizzato in collaborazione con First Draft News, ore 14 Hotel Brufani – Sala Priori); Raccontare i rifugiati: consigli su come coprire la crisi, con Jina Moore BuzzFeed News, Gavin Rees direttore Dart Centre Europe (Organizzato in collaborazione con il Dart Centre Europe, alle ore 16 Hotel Brufani – Sala Priori); in collaborazione con Google, Giornalismo immersivo: YouTube e le sperimentazioni VR/360, con Elisabetta Tola Google News Lab, alle ore 18 Sala delle Colonne – Palazzo Graziani.

Dalle ore 11 alle 19, la Sala Perugino dell’Hotel Brufani ospita la sezione Hackers’ Corner che, organizzata da Claudio Agosti, offre al pubblico del Festival Internazionale del Giornalismo una visione aggiornata dell’underground digitale e di tecnologie, trucchi, strumenti e servizi che permettono di usare Internet in maniera sicura e consapevole. Tra gli appuntamenti: Il malware che venne dalla mail, una breve introduzione tecnica ad alcuni degli attacchi più comuni (e pericolosi) che ricevete ogni giorno nella vostra Inbox, con Igor Falcomatà fondatore Sikurezza.org; Hack e leak: il futuro della trasparenza nel giornalismo, con Lorenzo Franceschi-Bicchierai Motherboard; Autodifesa digitale: istantanee del giornalismo italiano, con Renato Gabriele IT architect e Manuela Vacca giornalista.

In collaborazione con Netflix, l’incontro con Lisa Nishimura, Vice President Original Documentary and Comedy Programming di Netflix, con lei Mario Calabresi, alle ore 21 alla Sala dei Notari.

A seguire la proiezione del documentario Nobody Speak che racconta la vicenda processuale di Hulk Hogan, tra i wrestler più famosi degli anni ’80, che l’ha visto vincere – e affossare economicamente – contro la media online Gawker, condannata a un risarcimento di 140 milioni di dollari per invasione della privacy. A rendere ancora più incredibile il processo, il fatto che a pagare le spese legali sostenute da Hulk Hogan sia stato Peter Thiel, cofondatore di PayPal.

Tra le molte Presentazioni: Truly Media: un nuovo tool collaborativo per la verifica dei contenuti generati dagli utenti online, con Ruben Bouwmeester e Jochen Spangenberg di Deutsche Welle (ore 18 Hotel Brufani – Sala Priori); WordPress, le opportunità dell’open web: come funziona l’universo di WordPress? Chi la controlla? Come si fa a monetizzare nell’ambiente del free software? A parlarne ci sarà Luca Sartoni di WordPress.com (organizzato e sponsorizzato da WordPress.com, ore 14 Hotel Brufani – Sala Raffaello); Come investigare gli algoritmi governativi, con Nicholas Diakopoulos Università di Maryland (ore 9.30 Hotel Brufani – Sala Priori).

In diretta dal festival, Stampa e regime con Massimo Bordin, la leggendaria rassegna della stampa quotidiana di Radio Radicale; torna, come da tradizione, Lateral la rassegna stampa ‘obliqua’ di Radio Capital con Luca Bottura; Voci del Mattino condotto da Paolo Salerno, approfondimenti su temi di attualità internazionale e di economia, indagando su tendenze e questioni di carattere sociale in Italia e all’estero, su Radio 1.

Per consultare l’intero programma della giornata e del festival: qui
Il programma può subire variazioni indipendenti dalla volontà dell’organizzazione.

 

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
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