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Da Partito Democratico

Terzo settore. Presto la legge regionale per aggiornare la disciplina

Zappaterra (Pd): “Anticipiamo l’attuazione della riforma nazionale rivedendo la governance e gli strumenti di partecipazione alla concertazione locale”

“È iniziato il percorso di consultazione delle diverse Commissioni dell’Assemblea Legislativa sul progetto di legge “Disposizioni per la ridefinizione, semplificazione e armonizzazione delle forme di partecipazione dei soggetti del Terzo Settore alla concertazione regionale e locale”. Oggi siamo partiti dalla Commissione Cultura e Formazione, dove il progetto ha ricevuto il via libera unanime di tutti i consiglieri” riporta Marcella Zappaterra, relatrice di maggioranza della legge.

“Con questa norma anticipiamo l’attuazione della riforma nazionale del Terzo Settore. – prosegue la consigliera – Una realtà che in Emilia-Romagna è estremamente radicata e vitale. Si contano infatti ad oggi 3077 organizzazioni di volontariato e 3993 associazioni di promozione sociale attive in una molteplicità di ambiti e capaci di garantire anche servizi essenziali per i cittadini”.

Il progetto di legge prevede in generale una revisione del sistema di governance dei soggetti del terzo settore, sia a livello regionale che locale, per ridefinire i rapporti con le istituzioni pubbliche e introdurre misure di semplificazione e armonizzazione nelle forme di partecipazione alla concertazione regionale e locale.

“È stata proprio la Conferenza regionale del Terzo Settore a chiedere alla Regione alcuni passaggi di revisione della governance dei soggetti del terzo settore. – riporta Zappaterra, che riassume le principali novità che la legge regionale introdurrebbe – La proposta prevede in particolare l’unificazione degli Osservatori regionali delle associazioni di promozione sociale e di quello del volontariato in uno unitario e paritetico oltre alla creazione di una unica Assemblea del terzo settore emiliano-romagnolo. Inoltre risulterebbero soppressi i Comitati Paritetici provinciali, composti da rappresentanti degli enti locali e delle organizzazioni di volontariato sostituendoli con organismi associativi unitari. Questi diverranno gli interlocutori degli enti locali sui temi della programmazione delle politiche di interesse del terzo settore, in particolare in ambito sociale”.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

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Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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