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Porta la firma del regista ferrarese Paolo Cirelli, il documentario che andrà in onda questa sera alle 21 su Deejay Tv. Si chiama The Hardest, e racconta la storia degli unici due partecipanti, due italiani, alla Lapland Extreme Challenge, la più difficile gara a piedi attraverso la Lapponia, disputata lo scorso gennaio.
Prodotto dalla società ferrarese Pubbliteam, specializzata in format sportivi, il documentario sarà proposto all’interno del programma Fino alla fine del mondo, dedicato all’endurance e fortemente voluto dal direttore artistico Linus, grande maratoneta.
Cirelli, che si è formato alla London Film School di Londra, lavora da anni per Sky, Rai ed Mtv.
E’ autore dei cortometraggi La gran funa [vedi] e Gaynster, La gran funa 2 [vedi], oltre che dei videoclip musicali Bellezza dei Marlene Kunz, [vedi], e il più recente My girlfriend dei ferraresi Thee Mutandas [vedi].
Ha curato la regia della diretta web per lo Stupido Hotel Tour di Vasco Rossi e di vari documentari tra cui uno monografico per lo stilista Romeo Gigli ed un altro sempre per Deejay Tv dal titolo Running to the sky, su una gara di corsa in montagna [vedi].
“Non ho voluto raccontare solo una sfida estrema a meno quaranta gradi – dice Cirelli – ma anche un’incredibile storia di amicizia, quella di due romagnoli, Fabio Pasini 48 anni, titolare di una palestra, e Pietro Donati, 33 anni, ingegnere, che si sono allenati fianco a fianco per cimentarsi in quest’impresa ai limiti della sopravvivenza, in uno dei luoghi più freddi del mondo.
Entrambi di Cattolica, cresciuti in una terra calda, vicino al mare, sono stati gli unici due pazzi che hanno avuto il coraggio di iscriversi a questa gara di 900 chilometri a piedi tra i ghiacci, senza percorso e senza punti di ristoro.
The Hardest era nato come un semplice documentario sportivo, una sorta di diario per immagini, ma un brutto incidente che è capitato a Fabio, ha stravolto i loro piani ed anche i miei.
Non c’era più solo la gara di mezzo, ma anche la vita, e l’incredibile solidarietà tra due persone che va al di là di tutto. Io li ho seguiti a distanza ogni giorno, grazie ad un operatore specializzato che era con loro, Laurent Colombo, ex atleta di triathlon, perché per girare in quelle condizioni bisogna essere, oltre che folli, anche preparati.
Ho riscritto la sceneggiatura in tempo reale, adattandola agli imprevisti che si sono susseguiti, e il risultato finale è molto di più di quel che avevo immaginato”.

The Hardest sarà in onda alle 21 di venerdì 28 su Deejay Tv, canale 9 del digitale terrestre e canale 145 di Sky. [vedi]

Paolo-Cirelli
Il regista ferrarese Paolo Cirelli auotore del documentario The Hardest
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Scene dal documentario The Hardest del regista ferrarese Paolo Cirelli
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Scene dal documentario The Hardest del regista ferrarese Paolo Cirelli
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Scene dal documentario The Hardest del regista ferrarese Paolo Cirelli
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Scene dal documentario The Hardest del regista ferrarese Paolo Cirelli
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Scene dal documentario The Hardest del regista ferrarese Paolo Cirelli
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Stefania Andreotti

Giornalista e videomaker, laureata in Tecnologia della comunicazione multimediale ed audiovisiva. Ha collaborato con quotidiani, riviste, siti web, tv, festival e centri di formazione. Innamorata della sua terra e curiosa del mondo, ama scoprire l’universale nel locale e il locale nell’universo. E’ una grande tifosa della Spal e delle parole che esistono solo in ferrarese, come ‘usta’, la sua preferita.

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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