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da: Ferrara sotto le Stelle 2015

Uno degli eventi dell’estate musicale italiana. A 30 anni dall’uscita dell’esordio-capolavoro “Psychocandy”, uno dei rari dischi “perfetti” della storia del rock, la band dei fratelli Reid torna in Italia per una data esclusiva in cui riproporrà l’album nella sua interezza. Band di culto per antonomasia, grazie alle sue sonorità ispirate ai Velvet Underground, ha creato un suono dark intriso di feedback, che di lì a poco sarebbe stato chiamato “Shoegaze”, capace di influenzare decine di gruppi a venire, da My Bloody Valentine a Slowdive.

Dopo il sold-out in occasione dell’esibizione di Paolo Nutini, Ferrara Sotto Le Stelle prosegue nel proprio percorso con un live imperdibile: l’unica data italiana di una band storica, indelebile influenza di un intero movimento che ne ha mutuato le ambientazioni dark e le tenui melodie nascoste sotto densi strati di feedback.

In bilico tra pop e punk, ma dotati di una peculiare vena psichedelica, i Jesus And Mary Chain nascono a Glasgow nel 1984 per opera dei fratelli Jim e William Reid (il primo al canto, il secondo alla chitarra), con l’apporto del bassista Douglas Hart e sono tra i principali protagonisti degli anni Ottanta.
In soli sei mesi realizzano una manciata di singoli, tutti pubblicati dalla Creation di Alan McGee: “Upside Down”, “Never Understand”, “You Trip Me Up”, “Just Like Honey”. Sono brani brevissimi, costruiti attorno a un’esile cartilagine melodica e ad accordi semplici, immersi in uno strato denso di feedback, distorsioni e riverberi. Un pop nevrotico e lisergico che caratterizza anche l’album d’esordio Psychocandy. E’ il loro capolavoro: una sequenza di scarne canzoni da tre minuti e tre accordi, che si avvale però di un’ambientazione spettrale e di un fervore punk.
Tutto il loro background è ben presente nella loro prima opera: i baccanali caotici dei Velvet Underground e le atmosfere funeree dei Joy Division, i riff lancinanti dei Sex Pistols e l’elettronica nevrastenica dei Suicide, le litanie arcane di Nico e gli psicodrammi dei Doors. Già l’apertura, “Just Like Honey”, è destinata a diventare uno dei grandi inni dark-wave del decennio. Dopo la intro di grancassa alla Phil Spector, sostenuta da un basso cupo in stile “dark”, il brano viene violentemente squarciato dalle sferragliate di chitarra, mentre la voce spettrale di Jim Reid si fa largo piano piano, declamando una tenerissima melodia. Raramente, nella storia del rock, il rumore, solitamente sinonimo di cacofonia, era stato così vicino al concetto di “eufonia”. Ma le perle del disco sono anche “You Trip Me Up”, in bilico tra catarsi e distruzione, i rockabilly incendiari di “Livin’ End”, “Never Understand” e “In A Hole”, decisamente industrial; e ancora il cerimoniale gotico di “Taste The Floor”, lacerato da chitarre laceranti e lasciato fluttuare su vuoti di bassi, nonché il ritornello stravolto di “My Little Underground”, denso di umori neri pronti ad esplodere. Il risultato è un’affascinante commistione tra psichedelia surrealista e nichilismo punk. Così, quasi per caso, Reid e compagni coronano una rivoluzione storica nel rock britannico, ovvero la fusione finale e definitiva di rumore e melodia, di feedback e di refrain. Un canovaccio sonoro che aprirà la strada a infinite partiture a venire, al di là della Manica e non solo.
I Jesus And Mary Chain si consacrano così band di culto della scena alternative grazie anche a brevi, ma intensissime esibizioni dal vivo; la loro attitudine “punk” si consolida anche per i rapporti burrascosi tra i fratelli Reid.
Il furore degli esordi è granitico e rimane quasi imprigionato in quel monolite che è Psychocandy, pietra miliare, irripetibile e perfetto disco d’esordio, da lì in poi venerato come tale.
I successivi lavori, Darklands, un disco che ripiega verso un pop più morbido, tra ballate malinconiche, litanie angosciose e dance atmosferica (la trascinante “Happy When It Rains”), Automatic (1989), che accentua le cadenze ballabili e le ambientazioni decadenti con qualche incursione nell’hardcore e nel blues più selvaggio, Honey’s Dead e Stoned & Dethroned accompagnano la band verso quel canto del cigno che è Munki, del 1998.
A tre decenni di distanza le loro intuizioni, l’uso continuo e fragoroso di feedback e dissonanze di chitarra, nonché l’innata capacità di centrifugare stili pop ed esperimenti ambient, hanno posto le basi per il movimento “Shoegaze”, che annovererà gruppi come My Bloody Valentine, Spacemen 3, Ride, Spiritualized, Slowdive e tanti altri. Ad accomunarli, anche l’attitudine a stare sul palco: “Shoegazer” (letteralmente, “who gazes at his shoes”, ovvero “chi fissa le proprie scarpe”) è anche una metafora per descrivere una filosofia musicale incentrata sulla solitaria introspezione confinata al proprio micro-universo, sulla predominanza dell’estetica sull’etica e sull’assoluta scomparsa dai testi di qualsiasi messaggio etico, politico, sociale.
Quest’anno, i fratelli Reid hanno deciso di tornare dal vivo, eseguendo per intero la tracklist di Psychocandy, anticipata da alcuni brani risalenti allo stesso periodo, per permettere di dare il giusto tributo a un immortale spartiacque generazionale, trainato dal suo inno alla gioia e alla malinconia “Just Like Honey”, tra le altre cose indimenticabile colonna sonora della struggente scena finale del film “Lost In Translation” di Sofia Coppola.
In apertura The Sleeping Tree, moniker del pordenonese Giulio Frausin. Già bassista dei Mellow Mood, una tra le giovani band italiane dal più ampio respiro internazionale, con questo progetto Giulio dà voce ad un suo percorso musicale più intimo, ispirato al fingerpicking ed al folk americano. Il suo ultimo album “Painless” è stato pubblicato da “La Tempesta”, da sempre sinonimo di qualità nella scena indipendente nazionale.

THE JESUS AND MARY CHAIN performing “Psychocandy” in its entirety & THE SLEEPING TREE
Piazza Castello – Ferrara
Domenica 19 luglio

Orari:
Apertura cassa: ore 18:30
Apertura porte: ore 19:00
The Sleeping Tree on stage: ore 20:45
The Jesus and Mary Chian on stage: ore 21:45
Ingresso: 35 euro.

Info: 348-6117254
Ulteriori informazioni sono reperibili presso il sito web della rassegna: www.ferrarasottolestelle.it
Risorse in rete:
http://thejesusandmarychain.uk.com/
Il Festival è organizzato dall’Associazione “Ferrara sotto le Stelle” con il sostegno del Comune di Ferrara, dell’Amministrazione Provinciale di Ferrara e della Regione Emilia-Romagna.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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