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Da Elena Bertelli

Sabato 13 gennaio, a partire dalle 18, l’Hotel Annunziata apre le porte della sua galleria al pubblico per inaugurare la mostra personale di Valerio Spisani, autore dello scatto vincitore del premio “Cathedral of lights” promosso dalla Paolo Castelli S.p.A. durante l’ultima Design Week bolognese.
Esposte, fino al 4 marzo 2018 negli spazi dell’Annunziata, una ventina di stampe fotografiche di medio/grande formato, realizzate nel corso degli ultimi anni.
La scelta delle immagini – spiega Elena Bertelli, curatrice della mostra – è ricaduta su soggetti rappresentativi di una ricerca fotografica permeata da uno sguardo unico e originale che, passando per una meticolosa costruzione formale, è tesa a indagare i meccanismi che imprigionano l’individuo negli schemi invalicabili della struttura sociale.

This is not an exit, il titolo della mostra, è una citazione tratta da “American Psycho” di Bret Easton Ellis, pubblicato nel 1991, ma è anche il nome di una canzone degli Anthrax, dall’album “Sound of White Noise” del 1993. Pagine scritte e note intonate da cui emerge tutta la frustrazione e il disagio dell’uomo nella società contemporanea, uno stato d’animo che permea anche le fotografie in mostra. Luoghi in cui le linee disegnate dalle architetture e dagli spazi fortemente antropizzati, rappresentano le grate di celle senza via d’uscita, vi è tutta l’angoscia di una presa di coscienza: l’individuo è imprigionato nel conformismo e costretto alla disperata ricerca di vie di fuga dagli spazi convenzionali e dagli stereotipi che gli sono stati cuciti addosso a sua insaputa. Ecco spiegata la presenza di una costante nelle fotografie di Spisani: aperture aggettanti sul niente, su muri invalicabili o su spazi non abitabili. This is not an exit è la risposta che nessuno, in cerca di una via di fuga, vorrebbe sentirsi dare.

Musica, cinema, letteratura, sono le grandi fonti di ispirazione per l’autore che, fin da giovanissimo è stato attratto dal mondo delle immagini. Nato nel 1972 a Ferrara si è dedicato seriamente alla fotografia solo dal 2010, esponendo le sue opere in diverse occasioni, in mostre collettive e personali, ottenendo diversi riconoscimenti. Negli ultimi anni ha partecipato a workshop tenuti da grandi fotografi come Franco Fontana, Giovanni Cocco e Todd Hido.

This is not an exit è una mostra che potrebbe funzionare anche solo grazie alla coerenza formale delle immagini proposte: scatti realizzati in momenti e ambientazioni differenti ma che sembrano tutti giungere al medesimo risultato, attraverso un’abitudine ‘cartesiana’ dello sguardo. L’occhio del fotografo pare limitarsi a cogliere i punti al momento giusto del loro passaggio tra ascisse e ordinate e a porre gli accenti sui terzi. Ma, invitiamo chi fosse alla ricerca di un significato più profondo, a osservare con maggior intensità, tenendo bene in mente le intenzioni del loro autore: “Quello che vedo nelle mie foto – ha affermato Spisani – che poi è un’emanazione di un’idea fissa che spesso mi frulla nel cervello, è legato alla questione se sia più facile rimanere intrappolati o chiusi in qualcosa (in tutti i sensi: ambiente familiare, lavoro, luogo fisico) che ci stressa ma che comunque ci rassicura oppure avventurarsi in luoghi sconosciuti (come possono essere il mare aperto, una scala che porta verso l’alto o il bosco/foresta) lasciando scoperto il fianco all’imprevedibile/imprevisto ma assaporando qualcosa di simile alla libertà”.

L’ingresso è gratuito e la mostra sarà visitabile fino al 4 marzo 2018 negli orari di apertura della hall dell’Hotel Annunziata in Piazza Repubblica, 5 a Ferrara.
Per approfondimenti: https://valeriospisani.com/

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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