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Da: Jazz Club Ferrara

Venerdì 02 dicembre, protagonista di un nuovo appuntamento firmato ‘Somethin’Else’ è una delle giovani voci più interessanti del panorama nazionale, Camilla Battaglia. La creativa cantante e compositrice presenterà ‘Tomorrow – 2 More Rows of Tomorrow’, suo nuovo lavoro discografico per il quale si è avvalsa di Andrea Lombardini al basso elettrico, Bernardo Guerra alla batteria e, in front line, del sassofonista statunitense Dave Binney, icona del jazz d’oltreoceano.

Venerdì 02 dicembre (ore 21.30), protagonista di un nuovo appuntamento firmato ‘Somethin’Else’ è una delle giovani voci più interessanti del panorama nazionale, Camilla Battaglia.
La creativa cantante e compositrice presenterà ‘Tomorrow – 2 More Rows of Tomorrow’ (Dodicilune, 2016), suo nuovo lavoro discografico per il quale si è avvalsa di Andrea Lombardini al basso elettrico, Bernardo Guerra alla batteria e, in front line, del sassofonista statunitense Dave Binney, icona del jazz d’oltreoceano.
Il progetto è caratterizzato da una scelta sonora che risponde contemporaneamente alla volontà di suonare ‘l’attuale’ – lasciandosi influenzare dalle diverse contaminazioni che hanno investito il linguaggio jazz – e di non snaturare la matrice geografica di appartenenza che riporta direttamente ai suoni della corrente europea.
Alcune delle composizioni sono nate come brani strumentali sui quali sono in seguito stati ‘disegnati’ i testi per raccontare il percorso tracciato dalla musica. Altri brani, invece, sono nati come ‘songs’ ovvero con l’intenzione primaria di raccontare una storia che solo dopo viene musicata. «La dimensione testuale è scaturita da un lavoro di ricerca e di sperimentazione delle diverse possibili forme con cui apporre testi alla musica» Precisa la cantante
«Ho cominciato dalla forma poesia-immagine, influenzata da Norma Winstone, per passare attraverso l’autobiografico macroscopico tipico dei songwriter, ma anche attraverso il messaggio parlato (come lo spoken talking dell’hip hop) coniugato all’ispirazione poetica di diversi autori come Galway Kinnell. L’esperienza dell’interplay che si crea attraverso la scelta di assi dialogiche tra gli strumenti è stata un’altra primaria ispirazione».

Camilla Battaglia, classe 1990, comincia a studiare pianoforte all’età di 7 anni e continua un percorso formativo nella sezione di diversi cori come soprano leggero, con repertori di musica classica, da camera e swing. Nel 2010 registra il suo primo disco, ‘Joyspring’, con il trio di Renato Sellani per l’etichetta Philology e lo stesso anno si classifica seconda al Premio Internazionale Massimo Urbani per Giovani Talenti del Jazz, partecipando al Viterbo Jazz Festival con un quartetto a suo nome. Nel 2011 si classifica seconda al Premio Internazionale Chicco Bettinardi al Milestone di Piacenza e vince il premio come Miglior Interpretazione di un brano di Gianni Basso al Festival Jazz di Asti esibendosi con Dado Moroni, Riccardo Fioravanti e Alvin Queen. Nel 2012 vince il premio come Miglior Cantante al Festival Tuscia in Jazz e al Bucharest International Jazz Competition. Partecipa tra gli altri ad Umbria Jazz, Ah-Um jazz Festival di Milano, Iseo Jazz, Asti Jazz, Bologna Jazz, Vicenza Jazz, Siracusa Jazz, London Jazz, Clusone Jazz e Taormina Jazz sia in qualità di leader che di sideman.

Ingresso a offerta libera riservato ai soci Endas. Per informazioni 339 7886261 (dopo le 15.30). È consigliata la prenotazione della cena al 333 5077059 (dalle 15.30).

INFORMAZIONI
www.jazzclubferrara.com
jazzclub@jazzclubferrara.com
Infoline 339 7886261 (dalle 15:30)
Prenotazione cena 333 5077059 (dalle 15:30)
Il Jazz Club Ferrara è affiliato Endas, l’ingresso è riservato ai soci.

DOVE
Torrione San Giovanni via Rampari di Belfiore, 167 – 44121 Ferrara. Con dispositivi GPS è preferibile impostare l’indirizzo Corso Porta Mare, 112 Ferrara.

COSTI E ORARI
Ingresso a offerta libera riservato ai soci Endas
Tessera € 15
NB Non si accettano pagamenti POS
Apertura biglietteria: 19.30
Cena a partire dalle ore 20.00
Concerto ore 21.30

DIREZIONE ARTISTICA
Francesco Bettini

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JAZZ CLUB FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
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