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da: ufficio stampa Tper

I consigli “smart” e le soluzioni offerte per abbonarsi senza il rischio di code alle biglietterie

Con l’approssimarsi della ripresa delle attività lavorative e scolastiche, Tper lancia anche quest’anno la campagna “Salta la fila”, dedicata non solo ai suoi oltre 80.000 abbonati, per agevolarli nel rinnovo, ma anche a chi per la prima volta sceglie di sfruttare la praticità di utilizzo, l’assoluta convenienza e il prezzo bloccato per un anno dell’abbonamento annuale.

Le code agli sportelli oggi si possono evitare in tanti modi: non solo recandosi per tempo in biglietteria senza aspettare gli ultimi giorni utili, solitamente coincidenti con l’avvio dell’anno scolastico – considerato che l’inizio della validità degli abbonamenti annuali personali può decorrere, a scelta del cliente, da uno qualsiasi dei 30 giorni successivi all’acquisto, quindi anche il rinnovo può essere fatto con un buon anticipo – ma anche affidandosi a soluzioni di grande praticità, fruibili anche da casa o a uno sportello bancomat.
Sul piano della comodità, infatti, l’abbonamento annuale, che è caricato sulla tessera a microchip “Mi Muovo”, offre un ulteriore vantaggio per chi lo possiede: se non rientra in casi particolari – tra cui l’acquisto rateizzato o lo sconto-famiglia – è rinnovabile, oltre che alle biglietterie, anche presso gli sportelli bancomat di Unicredit, Carisbo e delle banche del Gruppo Intesa oppure online sul sito web di Tper, alla pagina www.tper.it/abbonati, senza costi aggiuntivi.
E anche chi vuole entrare per la prima volta a far parte del sempre più vasto novero degli abbonati annuali, può sottoscrivere il nuovo abbonamento via web, sempre sul sito Tper, seguendo le semplici istruzioni e pagando con carta di credito.

Ai titolari di abbonamento annuale, l’Azienda riserva vantaggi anche in tema di acquisti, cultura, tempo libero, divertimento e utilità quotidiana: promozioni esclusive garantite da numerosi partner commerciali e istituzionali. La Multisala The Space Cinema applica sconti sui film in programma, così come le Librerie Coop, Coin e Comet per quanto concerne gli acquisti e il CityRedBus per i viaggi sul bus turistico scoperto e sul trenino San Luca Express. Altrettanto vantaggiose sono le agevolazioni e le riduzioni sugli ingressi per Cineteca di Bologna, Biografilm e Future Film Festival, Teatri Comunali di Bologna e Ferrara, teatri Celebrazioni, Europauditorium e Duse, per l’Istituzione Bologna Musei, Musica Insieme, Genus Bononiae, l’associazione culturale Jazz Club Ferrara e il Bologna Jazz Festival, e per il Palazzo dei Diamanti di Ferrara, quando nei prossimi mesi ospiterà la mostra “Orlando Furioso 500 anni”.

In più, per incentivare l’uso combinato dei mezzi pubblici collettivi e del car sharing, due modalità di spostamento ad alta compatibilità ambientale, chi è abbonato a Tper non paga la quota annuale d’iscrizione al servizio “Io Guido”, ma solo il costo relativo al tempo d’impiego delle vetture e ai chilometri percorsi.

Da quest’anno, inoltre, l’abbonato annuale può iscriversi gratuitamente al webclub di Tper (www.tper.it/webclub), che dà diritto a partecipare a concorsi esclusivi e godere di privilegi e ulteriori vantaggi riservati agli abbonati.

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TPER


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
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