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Da TPER Ufficio Stampa

Leggere fa crescere: Tper sostiene la manifestazione culturale “il Maggio dei Libri” con un bus decorato ed altre iniziative per la diffusione della lettura

Ogni anno il Centro per il libro e la lettura, istituto autonomo del Ministero dei beni culturali, organizza la manifestazione “il Maggio dei Libri”, il cui obiettivo è stimolare e mettere in rete iniziative finalizzate alla diffusione della lettura e promosse su tutto il territorio nazionale. L’iniziativa, giunta all’ottava edizione, lo scorso anno ha visto in calendario circa 4.000 appuntamenti.

Quest’anno anche Tper – azienda di trasporti pubblici di Bologna e Ferrara – supporta l’iniziativa, riconoscendone il valore culturale consolidato anche nell’ottica di contribuire a formare cittadini coscienti e informati.

Tper ha deciso di promuovere “il Maggio dei Libri” rivestendo un proprio autobus urbano con le immagini scelte dal Centro per il libro e la lettura per la campagna 2018, il cui messaggio portante è “Vo(g)liamo leggere”. Il gioco di parole sprigiona un significato chiaro: la lettura mette le ali e consente di raggiungere attraverso i libri tutti i mondi possibili, trasportati con leggerezza dalle parole.

L’autobus decorato è in servizio da oggi e il suo impiego sarà alternato su più linee urbane.

C’è la consapevolezza che la diffusione della lettura sia una necessità insieme culturale e sociale, specialmente per una parte fondamentale dell’utenza: quella dei giovani in età scolare, che già da cinque anni Tper coinvolge nel progetto “L’autobus da comunità a community”, un percorso didattico che prevede che siano autisti e controllori, insieme ad educatori professionisti, ad andare nelle scuole a incontrare i ragazzi, in uno scambio informale che è occasione per scoprire nuovi punti di vista sul trasporto pubblico e mettersi in discussione nel comprendere come il buon andamento del viaggio dipende in gran parte sia da chi guida il bus che dai passeggeri.

La Presidente e Amministratore Delegato di Tper, Giuseppina Gualtieri, ha inquadrato l’impegno dell’Azienda su questa iniziativa e su un suo importante seguito: “Tper ha un ruolo di servizio che comporta precise responsabilità sul piano operativo, su quello ambientale e, non ultimo, su quello sociale; per questo motivo ha accettato con entusiasmo la proposta di promuovere la diffusione della lettura di un libro particolarmente importante sotto il profilo dell’impegno civile e rivolto soprattutto, anche se non esclusivamente, ai ragazzi”.

Si tratta del libro di Luigi Garlando “Per questo mi chiamo Giovanni” dedicato alla figura di Giovanni Falcone. Tper provvederà a diffonderlo per promuoverne la lettura, facendone dono a tutte le scuole medie di Bologna e Ferrara alla riapertura del prossimo anno scolastico, in concomitanza con l’iniziativa “Libriamoci a scuola”, coordinata anch’essa dal Centro per il Libro e la lettura.

In più, nelle prossime settimane, prenderà il via a Bologna un progetto sperimentale di bookcrossing, previsto fino a fine anno, che Tper lancerà in alcuni punti di contatto con l’utenza, in collaborazione con il proprio personale.

Romano Montroni, presidente del Centro per il libro e la lettura, ha dichiarato: “Ringrazio Tper per aver accettato con entusiasmo di partecipare all’iniziativa. Il mio auspicio è che le aziende di trasporti di tutta Italia seguano questo esempio”. Per sottolineare l’importanza di avvicinare i giovani alla lettura, Montroni ha ricordato le parole dell’illustre concittadino Ezio Raimondi: “Sentivo per istinto che il rapporto con il libro annullava le differenze di classe: non c’erano più i poveri e i signori, ma uomini liberi che esploravano il possibile e, attraverso il fantastico e la sua raffigurazione, cercavano un senso più profondo del reale”.

Al Salone Internazionale del libro di Torino, il prestigioso appuntamento annuale per la cultura e l’editoria, il messaggio ispirato a “Vo(g)liamo leggere” è anche al centro di una tavola rotonda a cui parteciperà domani pomeriggio la Presidente di Tper, Giuseppina Gualtieri, invitata ad illustrare i contenuti dell’adesione dell’azienda al “Maggio dei libri” e le iniziative messe in campo a sostegno della lettura.

Auguriamo a tutti buona lettura e buon “Maggio dei Libri”.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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