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Da: LR Comunicazione

Ricordate i fatti incresciosi accaduti nella notte tra il 15 e il 16 ottobre, con lo Scalone del Comune imbrattato con bottiglie, cartacce, oltre che da tracce di vomito ed escrementi? Il giorno dopo quei fatti presentai un’interpellanza per chiarire diversi aspetti, anche e soprattutto per cercare di capire se da parte dell’Amministrazione ci fosse la volontà di fare in modo che episodi del genere, ad opera di ‘maiali, incivili’ come li etichettò il nostro sindaco, non si ripetessero.

Al di là dell’enfasi del primo cittadino nell’immediatezza dei fatti, dalle risposte fornite alla mia interpellanza (presentata il 17 ottobre 2016, risposta comunicatami il 10 gennaio 2017 nda) non mi sembra che la determinazione a fronteggiare questi fenomeni da parte dell’Amministrazione Comunale sia tanto elevata, anzi.

Avevo proposto, non come provocazione, ma come possibile rimedio, l’installazione, alla base dello Scalone, di un cancello che venisse chiuso negli orari in cui gli uffici del Municipio sono interdetti al pubblico. Mi è stato risposto di no, e questo lo posso anche capire, perché si tratta di una scelta di gestione e di tutela del patrimonio, con la speranza che venissero comunque apprestate altre valide soluzioni per arginare il degrado, non limitato ai fatti di quella sera.
Ho chiesto se, in precedenza a quei fatti, i vigili urbani avessero elevato sanzioni relativamente alla violazione delle norme contro il degrado, previste dal Regolamento di Polizia Urbana, in particolare per gli articoli che stabiliscono “Il divieto di salire sui monumenti, superare le recinzioni apposte dall’Autorità a protezione dei luoghi pubblici, imbrattare o lordare il suolo pubblico, gettarvi sostanze liquide, rifiuti od altri oggetti di qualsiasi specie” e poi “Divieto di soddisfare alle proprie esigenze fisiologiche fuori dai luoghi a ciò destinati”. Mi è stato risposto che, complessivamente sono state erogate 17 sanzioni nel 2015 e 18 nel 2016, perché i vigili urbani compiono prevalentemente azioni di prevenzione.
Ho chiesto se le telecamere apposte nei pressi dello Scalone siano sufficienti a monitorare per intero quell’area specifica. Risposta della Comandante della Polizia Municipale: le telecamere riprendono per intero lo Scalone, fino alla carreggiata, ma dall’alto. “Quindi chi transita non viene ripreso in viso”. Quella sera pertanto non sono stati individuati, tra la moltitudine, i responsabili degli imbrattamenti.
A questo punto mi chiedo a cosa servono le telecamere se non sono in grado di individuare chiaramente i responsabili di possibili danneggiamenti a un monumento simbolo della città.
In ultimo l’assessore Modonesi, contrario come detto al cancello protettivo, ha voluto spiegarmi come “il valore e il rispetto del patrimonio storio-artistico dovrebbe essere sempre alla base dell’educazione di ogni generazione…. Basterebbe insegnare forse un po’ più di senso civico”.
Risposte del genere non suonano beffarde tanto per la sottoscritta, che continuerà a sollecitare l’amministrazione, ma per la maggioranza di cittadini che credono nelle istituzioni e vorrebbero un impegno ben maggiore da parte di chi è chiamato ad amministrare la città e che, proprio nel preservare il patrimonio pubblico, dovrebbero fornire un valido esempio all’intera collettività.

Dal momento che tanti italiani e stranieri residenti a Ferrara non mostrano rispetto per questi beni, occorrerebbe da parte dei nostri amministratori una ben diversa concretezza sia nella prevenzione (magari attraverso telecamere poste in modo più proficuo, in modo da rintracciare realmente eventuali vandali) che nel contrasto (maggiore severità da parte della Polizia Municipale) verso comportamenti incivili, a difesa e tutela di una città dal valore universale. Poi, se al contempo si vogliono avviare percorsi di sensibilizzazione delle scuole, sarei la prima ad approvare la scelta, conscia però che da soli non saranno sufficienti.

Paola Peruffo
Consigliere comunale – Forza Italia

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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