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di Linda Ceola

Vi capita mai passeggiando per Ferrara di chiedervi se esiste un’osteria, un caffè o un albergo che nonostante le crisi subite in passato, sia riuscito a tramandare la propria tradizione resistendo nel tempo? Quanti tra questi hanno dissolto la propria identità nella repentina e mutevole crescita del tessuto urbano e quanti, invece, sono stati capaci di mantenere a denti stretti la propria linea originaria? Marco Nonato, dentista di professione, storico e ricercatore per passione, sceglie di dar luce proprio a questi ultimi attraverso la sua ultima fatica letteraria, frutto di tre anni di lavoro, passati tra archivi pubblici e privati che lo hanno riportato indietro nel tempo, tra i luoghi della sua gioventù. Nasce così “Ristoranti, Caffè, Osterie, Alberghi di un tempo, Storie, Personaggi e Ricette dell’Antica Ferrara”, presentato il 12 dicembre 2016 presso la Sala dell’Arengo del Palazzo Municipale di Ferrara e curato da Ascom Confcommercio Ferrara in collaborazione con Fipe (Pubblici Esercizi).

La presentazione del testo si è aperta con il vicesindaco Massimo Maisto, nonché assessore alla cultura e al turismo del Comune di Ferrara, che subito ha individuato nel libro “un dono per la città, ma soprattutto per i cittadini,” desiderosi di volgere uno sguardo al passato e alle sue ripercussioni. A seguire gli interventi di Giulio Felloni, presidente provinciale Ascom Confcommercio e di Davide Urban, direttore generale Ascom Ferrara, che ha sottolineato la capacità di questo libro di far riaffiorare ricordi di momenti speciali passati insieme a persone care. “Non è solo un testo legato alla memoria personale e popolare dei cittadini” ha detto Urban, “bensì anche una sorta di guida orientativa enogastronomica per il turista”.
Poi la parola è passata a Marco Nonato, autore dell’opera: “Fare lo scrittore non è il mio mestiere”, eppure il suo primo testo sull’automobilismo storico ferrarese ha avuto un grande successo, oltre ad essere stato tradotto in inglese, quindi ha voluto riprovarci. “Il desiderio che sta alla base di questa ricerca è quello di ricordare i locali, gli alberghi, le osterie che hanno caratterizzato la storia dell’ospitalità ferrarese”, ha spiegato Nonato, “di cui si rischiava sicuramente di perdere la memoria”. Ricorda il ristorante Da Giovanni, situato vicino al castello: negli anni Sessanta vide l’assalto affamato della squadra dell’Inter che per quindici giorni potè godere delle sue delizie. Giunse in città anche il giovane Karol Wojtyla, al tempo arcivescovo di Cracovia, per festeggiare l’anniversario di Copernico, astronomo e matematico polacco che visse per anni nelle stanze collocate sopra l’Osteria Brindisi. La sera, non conoscendo la lingua e non sapendo dove andare a rifocillarsi venne guidato al ristorante La Vecchia Chitarra di Bertino da Italo Antinori, noto otorino di Ferrara, e non si vergognò di ordinare, rigorosamente in latino, doppia razione di cappellacci. Tra le curiosità da non dimenticare Moser, celebre ciclista che si recava spesso in città da Conconi, medico sportivo. Era il 1984 quando Moser, valicato il record dell’ora a Città del Messico, spodestando dopo dodici anni Eddy Merckx, è tornato a Ferrara e per un mese ha mangiato al ristorante Nordovest, senza mai pagare un soldo con grande sorpresa del signor Andreotti, che alla fine ha ricevuto la bicicletta del record con le prime ruote lenticolari. Bizzarra l’idea della storica Trattoria Occhiali, una delle esperienze più importanti della cucina tradizionale ferrarese degli anni Cinquanta, che ha deciso di allestire un piccolo palco, il Golden Tap, sul grande cortile adiacente, lasciando libera scelta al pubblico di esibirsi previo acquisto di una bottiglia di vino. Il clima di festa era così assicurato!

Questi e tanti altri ancora i racconti di Marco Nonato, che non intende assolutamente dimenticare e, attraverso fotografie, storia e aneddoti ha sottolineato un altro obiettivo del testo, oltre alla memoria: “verificare quali sono state le attività che sono riuscite nonostante i cambiamenti e l’innovazione a rimanere in auge, come l’Hotel Europa, l’Hotel Annunziata e il Ristorante la Provvidenza”.
A chiudere l’iniziativa è stato Leopoldo Santini, cultore per eccellenza delle “cose” ferraresi che appassionatamente ha accompagnato il pubblico in un viaggio sensoriale attraverso il fritto misto del Cavalier Giovanni Molara e il risotto dei Montini. Tanti nomi e altrettanti luoghi pregni di una vitalità antica tutta da scoprire tramite il testo di Marco Nonato che ha scelto di destinare una parte dei proventi alla Fondazione Ado Onlus di Ferrara per acquistare uno strumento di diagnostica avanzato.

Vivere completamente immersi nella Bellezza porta talvolta a dimenticarsene. “Ristoranti, Caffè, Osterie, Alberghi di un tempo, Storie, Personaggi e Ricette dell’Antica Ferrara” è un invito a fermarsi e a guardare, perché come diceva Samuel Johnson “La vera arte della memoria è l’arte dell’attenzione”.

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Redazione di Periscopio


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Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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