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da: ufficio stampa edizioni La Carmelina

Sabato 8 Febbraio, alle ore 16.30, a Roma, presso l’Universale, in via Caracciolo n.12, Umberto Bianchi presenta il proprio ultimo lavoro,”Il fascino discreto dell’Occidente”. (La Carmelina edizioni, Fe-Rm di Federico Felloni) Introduce e modera Giovanna Canzano. Seguirà dibattito e rinfresco.

“La reductio del sapere filosofico a puro accademismo, operata negli ultimi 100-200 anni dagli Herr Doktor hegeliani e tanto caldeggiata dalla novella scienza sociologica di August Comte, attraverso una rigida specializzazione del sapere, ha danneggiato e non poco il sapere filosofico, passato da forma di sapere universale ad arida scienza confutativa per dottorandi. Al di là di tutto, lo spirito di questo testo è quello di una ricerca sulle molteplici contraddizioni che, dell’Occidente fanno un vero e proprio affascinante “unicum”, animato da un’insanabile dualismo, tant’è che non è improprio parlare di una vera e propria “schizofrenia culturale” che lo caratterizza sin dai suoi esordi, così come abbondantemente dimostrato nel testo. Difatti, con l’andar del tempo, da… Parmenide e i presocratici a …Deleuze e la postmodernità (in mezzo tutte le varie e semi-infinite “narrazioni” di ogni evo), ogni grandiosa e totalizzante confutazione, se ne accompagnerà una di segno opposto e contrario, che ne andrà però integrando e compenetrando il cammino in un crescendo. Certe discrepanze sorgono sin dall’inizio del cammino del pensiero occidentale, prendendo spunto dall’irrompere sullo scenario del pensiero di nuove ed inusitate categorie di pensiero quale Essere e Divenire, Dualismo ed Immanentismo, Razionalismo ed Empirismo e via discorrendo in un crescendo che, negli ultimo duecento anni darà luogo ad un insanabile conflitto tra sensibilità, impostazioni di pensiero e visioni del mondo opposte. Tutto questo a dimostrazione del fatto che la filosofia, intesa nell’accezione di “scientia scientiarum”, scienza universale, “summa” di tutte le forme di sapere, andando ad analizzare l’essenza ultima della realtà, al di là di qualsiasi assioma religioso, scientifico o di qualunque altra natura, ci permette di conoscere la realtà e perciò stesso di dominarla. Quindi essa rappresenta il miglior strumento per operare quella tanto agognata e necessaria mutazione genetica dei parametri culturali dell’occidente odierno, di gramsciana memoria, da cui si deve giuocoforza partire, se il fine è quello di creare una concreta risposta politica in grado di scardinare l’infernale meccanismo della Dittatura Globale che sta portando a rovina, morte e miseria il mondo intero. Tutto all’incontrario di quello che oggidì le varie cadreghe di accademici a pieno servizio del “politically correct”, vanno propalando, finendo con il ridurre la filosofia a vero e proprio sterile contorsionismo mentale.”

Umberto Bianchi (1960) , è operatore del mercato assicurativo e finanziario, all’interno del quale vanta una più che ventennale esperienza professionale. Profondo conoscitore dei meccanismi del settore, principalmente in Italia, con stage di lavoro in America Latina (Argentina e Brasile) ed ora titolare di un’attività di consulenza e servizio tecnico-legali. Oltre ad essere impenitente “motorbiker” e giramondo, è anche opinionista, saggista e poeta, dedito alla pubblicazione di saggi e di analisi su tematiche che spaziano dal pensiero politologo a quello economico, sino a quello filosofico e storico-religioso…. Tra le recenti pubblicazioni, area Scuola Romana Filosofia Politica di Riccardo Scarpa, Giovanni Sessa e già Gian Franco Lami ( e altri) da segnalare contributi molto intriganti e corrosivi al volume (area Nuova Oggettività, Movimento culturale di Roma, a c. del poeta Sandro Giovannini, del filosofo Giovanni Sessa e altri, ora sinergico con la stessa Scuola Romana…) AA.VV. Per una Nuova Oggettività – libro manifesto (Heliopolis, 2011), alla stessa rivista web Politica Mente.

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Riceviamo e pubblichiamo

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Cari lettori,

dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “giornale” .

Tanto che qualcuno si è chiesto se  i giornali ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport… Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e riconosce uguale dignità a tutti i generi e a tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia; stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. Insomma: un giornale non rivolto a questo o a quel salotto, ma realmente al servizio della comunità.

Con il quotidiano di ieri – così si diceva – oggi “ci si incarta il pesce”. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di  50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle élite, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

La redazione e gli oltre 50 collaboratori scrivono e confezionano Periscopio  a titolo assolutamente volontario; lo fanno perché credono nel progetto del giornale e nel valore di una informazione diversa. Per questa ragione il giornale è sostenuto da una associazione di volontariato senza fini di lucro. I lettori – sostenitori, fanno parte a tutti gli effetti di una famiglia volonterosa e partecipata a garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano che si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori, amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato 10 anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato Periscopio e naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale.  Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 

Oggi Periscopio conta oltre 320.000 lettori, ma vuole crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

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Francesco Monini
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