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Da Organizzatori

Ferrara, 20 ottobre 2017 – Qualità, filiera integrata, eccellenza, responsabilità e condivisione: questi i cardini attorno ai quali si è sviluppata la mattinata del primo “Pink Lady® Day” che ha visto protagonisti l’azienda Salvi Unacoa e Afe di Ferrara.
Il Direttore Generale dell’associazione Pink Lady® Europa Thierry Mellenotte ha scelto di inaugurare questo evento, che si è svolto in contemporanea nelle 100 stazioni di imballaggio d’Europa, partecipando alla giornata organizzata da Salvi.
Una giornata che ha permesso ai 200 intervenuti di vedere e conoscere da vicino l’universo della mela Pink Lady®.
La giornata ha coinvolto i partecipanti nella visita del frutteto Pink Lady® dell’azienda Volpin Riccardo a Settepolesini di Bondeno, e successivamente nella dimostrazione di tutte le fasi di lavorazione, confezionamento e imballaggio presso la sede ferrarese di Salvi Unacoa e Afe.
L’invito ai 100 studenti delle classi 5^ dell’Istituto Vergani-Navarra di Ferrara (indirizzo agrario e alberghiero) è la dimostrazione dello spirito di divulgazione e di informazione condivisi dagli organizzatori.
Presenti, naturalmente, anche una cinquantina di produttori tassello fondamentale di questa filiera. Protagonisti, insieme a vivaisti e distributori autorizzati di un progetto i cui valori di base sono: il rispetto per la natura, la collaborazione e l’equità.
“Pink Lady® è un prodotto che sta dando molte soddisfazioni quindi l’obiettivo dell’Associazione Pink Lady® Europa è quello di replicare nel tempo questo successo con l’apertura a nuovi mercati internazionali. Per rafforzare il nostro brand e i valori che ci sono alla base è diventato fondamentale avviare campagne di comunicazione diretta alla conoscenza della sostenibilità della nostra filiera che rappresenta il punto vincente del nostro prodotto. Questo è uno dei motivi per cui abbiamo avviato oggi il primo Pink Lady® Day” ha spiegato il Direttore Mellenotte.
Ad oggi l’Associazione Pink Lady conta su oltre 2.800 frutticoltori (di cui più di 1.900 in Italia) per 3.800 ettari di frutteti e assicura circa 10.000 posti di lavoro diretti in Europa. La mela dal bollino a forma di cuore è molto apprezzata in Europa, tanto che la sola filiera italiana esporta l’80% della produzione.
“Quella della Pink Lady® è una filiera sostenibile anche economicamente perché garantisce ai produttori la giusta remunerazione, fattore importantissimo soprattutto nelle annate particolarmente difficili del settore. Il modello associativo, poi, favorisce la condivisione delle esperienze e permette il pieno coinvolgimento dei produttori nella sua governance” ha aggiunto anche Mauro Grossi, presidente AFE.
Marco Salvi, Presidente Salvi Unacoa – distributore e commercializzatore della mela a marchio Pink Lady® – ha concluso il primo “Pink Lady® Day” sottolineando come “un sistema vincente come questo abbia saputo affermarsi nel mercato estero puntando sulla qualità sempre crescente del prodotto e sulla grande collaborazione e un’equa distribuzione del valore sulle varie parti della filiera. Pertanto, in questo caso, come oggi universalmente richiesto, possiamo affermare che con Pink Lady® abbiamo creato un sistema di sostenibilità ambientale, economica e di prodotto.”

PINK LADY IN CIFRE

100% della produzione valorizzata
2.800 produttori in Francia, Italia e Spagna
10.000 posti di lavoro
100 stazioni di imballaggio
3.800 ettari di frutteto
1,8 ha la dimensione media del frutteto per produttore
3 passaggi per la raccolta manuale alla giusta maturazione
50 nazioni in cui Pink Lady® è esportata

DALLA PICCOLA ALLA GRANDE STORIA

1973 nasce la prima Pink Lady®
Inverno 1994-1995: il primo frutteto di Pink Lady® viene piantato in Europa
1997: nasce l’Associazione Pink Lady® Europa e viene strutturata la filiera di produzione
2016: 12 vivaisti editori della varietà
14 distributori autorizzati

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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