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Da Regione Emilia Romagna

Grandi e piccoli alla scoperta del territorio rurale e dei suoi prodotti anche il 28 maggio e il 4 e 11 giugno. Giochi, degustazioni di prodotti tipici, visite e laboratori. Un spazio dedicato sul web con il Social Zoom Fattorie Aperte

Bologna – Ai confini della città. Cibo, gioco e natura è il tema di quest’edizione di Fattorie Aperte che dal 21 maggio e per quattro domeniche di primavera invita famiglie, grandi e bambini a trascorrere una giornata all’aria aperta per scoprire la campagna, conoscere i mestieri dei campi, degustare prodotti e cucina del territorio. Nel 2016 sono stati più di sedicimila i visitatori che durante tre domeniche tra maggio e giugno hanno scelto di trascorrere una giornata in campagna.
Nel Bolognese tra le novità di quest’anno il parco delle api e del miele del Consorzio Conapi, ma anche itinerari naturalistici, percorsi sensoriali con piante aromatiche, produzione della lavanda e grani antichi. I cinque percorsi tematici proposti quest’anno per soddisfare tutti i gusti sono: Natura e cultura, una rassegna di itinerari verdi e musei con anche lo sport protagonista; La campagna insegna conlaboratori per bambini e famiglie; Porta a casa la campagna, degustazioni e acquisti di prodotti locali; Mangiare in fattoria, le proposte per un pranzo genuino in campagna; Visita in fattoria, un’esplorazione del lavoro degli agricoltori, negli allevamenti e nelle aie per conoscere animali e piante. In tutte le fattorie è possibile seguire più percorsi. Per promuovere questa 19° edizione Fattorie Aperte entra in città e lo fa a modo suo, cioè non tradendo la tradizione agricola. Un’animatrice, in vesti da contadina, alla guida di una bicicletta con cassone carica di frutta e verdura, visita in questi giorni le città emiliano-romagnole, una per provincia, per spiegare cosa succede durante le domeniche in campagna e descrivere le iniziative.

Appuntamento anche sul web
I percorsi e il programma di questa edizione, ma anche le tante altre opportunità che l’Emilia-Romagna offre a chi desidera trascorrere una giornata in campagna tra natura e cultura, visitando Musei del Gusto e del Mondo rurale, degustando prodotti tipici e riscoprendo le tradizioni del territorio, quest’anno hanno anche un appuntamento sul web. Si tratta del Social Zoom Fattorie Aperte, consultabile sul portale della Regione.
Complessivamente sono 155 le realtà aderenti in Emilia-Romagna di cui 10 musei. In provincia di Bologna le fattorie sono 22 oltre al museo della civiltà contadina Villa Smeraldi, nel Piacentino 9, 23 a Modena. La provincia di Parma vanta il primato con 6 musei del cibo, il museo etnografico Guatelli e 24 Fattorie. A Reggio sono 19, a Rimini 17 di cui i 2 musei naturalistici di Pennabilli e Torriana-Poggio Berni. A Forlì-Cesena le Fattorie sono 24, a Ferrara 7 e 10 a Ravenna.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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