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da: Ufficio Stampa Provincia di Ferrara

Una lettera inviata al ministro Pier Carlo Padoan, al governatore della Banca d’Italia, Vincenzo Visco, e al presidente Abi, Giancarlo Patuelli.
È la decisione presa dall’assemblea dei sindaci del territorio riunita in Castello Estense, che ha risposto in questo modo alla convocazione del presidente della Provincia, Tiziano Tagliani, sulla situazione della Cassa di Risparmio di Ferrara.
Nella lettera i primi cittadini di tutti i 24 Comuni del Ferrarese condividono “lo sconcerto” derivante dalle decisioni prese recentemente e concretizzatesi con il decreto legge “Salva banche”.
Durante l’assemblea si è condiviso anche di rendere disponibili le singole amministrazioni mettendo a disposizione spazi per assemblee e incontri con le associazioni dei consumatori e di categoria, nonché, nelle sedi di competenza, per la tutela dei risparmiatori.
Di seguito il testo della lettera:
I Sindaci della provincia di Ferrara riuniti in assemblea intendono con la presente dare veste istituzionale e condividere lo sconcerto dei concittadini ferraresi derivante dalle decisioni che la Banca di Italia ed il MEF hanno adottato concretizzandole nel D.L. “Salva Banche”, in ottemperanza, leggiamo, ad indicazioni vincolanti della UE.
Siamo testimoni del venir meno della fiducia nelle Istituzioni bancarie che hanno collocato presso il pubblico dei risparmiatori “retail” prodotti a rischio senza adeguata informativa con la conseguente “evaporazione” di risparmi delle famiglie, investimenti effettuati su titoli accreditati dalle istituzioni preposte alla vigilanza, di rating di assoluta solidità, ed altresì di un vero e proprio tradimento, apparentemente imposto da UE con una valutazione in contrasto con altre anche di questi giorni, delle proposte che la stessa Banca d’Italia, tramite i commissari CARIFE, avevano presentato all’assemblea degli azionisti della Cassa di Risparmio di Ferrara il 31 luglio scorso ed alle quali la stessa Fondazione CARIFE diede assenso autorizzata dal MEF.
Dopo il via libera ad un aumento di capitale “risolutivo” a suo tempo avvallato da Banca d’Italia reso del tutto inutile ex post e dopo un “commissariamento” sui cui presupposti già pende un contenzioso, si trattava infine di un percorso preciso, già utilizzato per TERCAS, dal Fondo Interbancario che prevedeva l’intervento del Fondo medesimo con una erogazione di 300 milioni di euro, per consentire il mantenimento del valore residuo delle azioni Carife pari a 27 centesimi di euro ed una opzione di acquisto vantaggiosa funzionale alla ripresa dell’Istituto.
Ciò avrebbe consentito agli azionisti di mantenere un rapporto con l’Istituto di Credito, così da coinvolgere il territorio nell’ipotesi di rilancio della banca ferrarese, e, dato non trascurabile, la assoluta salvaguardia degli obbligazionisti.
Questo percorso, lo vogliamo ribadire, è stato proposto agli azionisti Carife dagli organi nominati da Banca d’Italia, ha dato corso a transazioni sui titoli e sulle opzioni ed illustrato a Sindaci ed operatori economici chiamati a condividerne la efficacia.
Per quattro mesi i risparmiatori ferraresi, invece, sono stati in balia di un silenzio incomprensibile, per poi vedersi modificata quella proposta in termini assolutamente peggiorativi.
Crediamo che tutto questo, oltre che incoerente, sia gravemente lesivo dei diritti degli interlocutori, lesivo di quello spirito di leale collaborazione di valenza costituzionale che le Istituzioni ferraresi hanno sempre assicurato agli organi commissariali, inducendoli a confidare su quelle proposte operative, che evidentemente risultano oggi, alla luce di quanto espone la stessa UE a confutazione della posizione di Banca d’Italia, frutto di approssimazione ma anche di omessa trasparenza nei confronti delle comunità economiche locali alle quali furono taciuti per mesi, nonostante espresse istanze, le reali ragioni del ritardo nella esecuzione del primo piano di salvataggio.
Perciò intendiamo esprimere: da un lato tutta la nostra solidarietà attiva verso i risparmiatori, tra i quali numerosissimi pensionati e famiglie, dall’altro la nostra ferma intenzione di sostenere le iniziative che saranno da svolgere nelle sedi di competenza anche al fine di identificare le singole responsabilità.
Non ultima è la nostra preoccupazione per le ripercussioni che tale situazione potrà avere verso la nuova banca CARIFE, al cui futuro noi per primi vorremmo guardare con fiducia nello spirito di quello che voleva essere il provvedimento del Governo. In considerazione di ciò e della situazione di rinnovata operatività della banca stessa, confidiamo di avviare prima possibile con i vertici di CARIFE un percorso di incontri che, quanto meno, ci rassicurino sul ruolo che la stessa vorrà assumere nel contesto locale..
Avv. Tiziano Tagliani (Il Presidente della Provincia e Sindaco di Ferrara)
I Sindaci della provincia di Ferrara sottoscrivono:
Comune di Argenta Antonio Fiorentini
Comune di Berra Eric Zaghini
Comune di Bondeno Fabio Bergamini
Comune di Cento Piero Lodi
Comune di Codigoro Rita Cinti Luciani
Comune di Comacchio Marco Fabbri
Comune di Copparo Nicola Rossi
Comune di Ferrara Tiziano Tagliani
Comune di Fiscaglia Sabina Mucchi
Comune di Formignana Marco Ferrari
Comune di Goro Diego Viviani
Comune di Jolanda di Savoia Elisa Trombin
Comune di Lagosanto Maria Teresa Romanini
Comune di Masi Torello Riccardo Bizzarri
Comune di Mesola Gianni Michele Padovani
Comune di Mirabello Angela Poltronieri
Comune di Ostellato Andrea Marchi
Comune di Poggio Renatico Daniele Garuti
Comune di Portomaggiore Nicola Minarelli
Comune di Ro Ferrarese Antonio Giannini
Comune di Sant’Agostino Fabrizio Toselli
Comune di Tresigallo Dario Barbieri
Comune di Vigarano Mainarda Barbara Paron
Comune di Voghiera Chiara Cavicchi

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PROVINCIA DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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