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Da organizzatori

Sabato 4 febbraio a Ferrara Off “Nostra Italia del miracolo” e l’incontro sulla differenza di genere.

Uno spettacolo dedicato a Camilla Cederna e una tavola rotonda per parlare di cosa significa essere una donna giornalista oggi in Italia.La serata di sabato 4 febbraio al teatro Ferrara Off, in viale Alfonso I d’Este 13, comincerà alle 21 con il monologo “Nostra Italia del Miracolo”, scritto dal regista Giulio Costa e interpretato da Maura Pettorruso, prodotto da Trento Spettacoli e Arkadiis, vincitore del premio Cassino Off 2016.
Il lavoro, tratta da “Il mio Novecento”, propone un insolito giro d’Italia fatto di tappe marginali e incontri imprevedibili, rappresentati in quell’eterno presente che fa da luogo comune all’articolo di giornale e al palcoscenico. Dalla guerra alla Liberazione, dal boom economico agli anni di piombo, dalle televisioni commerciali alle piogge acide, in una società che cambia a velocità impressionante. Una veloce, ironica e implacabile contro-storia registrata con occhio attento, attraverso immagini vivissime e spiazzanti. È dall’ironia pungente e mai scontata che affiora qualcosa di profondo, concreto e universale: l’Italia, o meglio, l’italiano. Quello che correva sfrenatamente verso il gradino più alto, una volta. Quello che raccatta i suoi entusiasmi, si rimbocca le maniche e torna al gradino più basso, oggi.
Seguirà alle 22 l’approfondimento intitolato “Giornalista, sostantivo singolare femminile”. Dalla vicenda biografica di Camilla Cederna all’attualità: com’è cambiata la considerazione della donna inserita in un contesto professionale tradizionalmente maschile? Stereotipi e pregiudizi restano vivi e diffusi nonostante il passare del tempo? Come la differenza di genere ha influenzato in passato e influenza oggi lo svolgimento del lavoro, in rapporto al pubblico di riferimento, agli interlocutori politici e istituzionali e ai colleghi? Queste saranno le domande sulle quali verrà impostata la tavola rotonda alla quale parteciperanno l’attrice Maura Pettorruso, il regista Giulio Costa, le giornaliste Silvia Giatti di Telestense, Anja Rossi del Resto del Carlino, Camilla Ghedini, libera professionista. A presentare e moderare l’incontro interverrà Licia Vignotto, responsabile ufficio stampa del teatro Ferrara Off.
L’ingresso allo spettacolo costerà 8 euro per  soci di Ferrara Off, 5 euro ridotto per gli under20, 10 euro – comprensivi di tessera 2017 – per i non soci.

Per informazioni e prenotazioni scrivere a info@ferraraoff.it oppure telefonare al numero 3336282360.

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Riceviamo e pubblichiamo


PAESE REALE

di Piermaria Romani

PROVE TECNICHE DI IMPAGINAZIONE

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Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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