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da: ufficio stampa Cna Ferrara

Le proposte della CNA per la città di Ferrara. E sul mercato ambulante del venerdì: “Non vogliamo un centro bello, ma privo di vita”

Un migliaio di imprese associate entro le mura cittadine, delle quali 400 commerciali, operanti nel centro storico. E’ anche a partire da questi numeri che Cna pretende di dire la propria ai tavoli in cui si discute di turismo e di rivitalizzazione delle commercio a Ferrara, sollecitando per contro una visione meno riduttiva di quella che, “di volta in volta, si sofferma su singoli aspetti e problemi”.
Così, il presidente di Cna Turismo e Commercio, Riccardo Cavicchi, alla conferenza stampa che si è tenuta in via Caldirolo, alla quale hanno partecipato anche il presidente e il responsabile dell’Area Cna di Ferrara, Emanuele Borasio e Alessandro Fortini, il direttore provinciale Corradino merli e il responsabile di Cna Turismo e Commercio, Mauro Balestra.
“La mancanza di una visione complessiva – a giudizio di Cavicchi – ha contribuito ad aumentare i problemi, piuttosto che risolverli. Artigianato e commercio debbono essere, insieme, parte integrante di un progetto di rilancio del turismo e di rivitalizzazione più complessiva della città in grado di puntare alla valorizzazione di parti pregevoli della città, ingiustamente messe in ombra da un’ottica che guarda al solo centro storico o, addirittura, a una esigua porzione del centro costituita dal Listone”.
Si parla, dunque, di San Romano, Carlo Mayr, XX Settembre e della stessa Corso Giovecca, che hanno registrato, soprattutto negli ultimi anni di crisi economica, un innegabile depauperamento di attività commerciali e artigianali. Di qui la proposta a Comune e Camera di Commercio di un insieme di misure tese a favorire l’insediamento ed il mantenimento di una più ampia e diversificata gamma di imprese all’interno delle mura. Per guadagnare numeri ben più importanti degli attuali nelle presenze turistiche – hanno sostenuto i dirigenti della Cna – bisogna innanzitutto operare per estendere l’area di interesse turistico, facendo leva sullo sviluppo anche quantitativo e la riqualificazione del commercio e dell’artigianato.
Diversificazione dell’offerta, promozione di un prodotto turistico made in Fe oggi assente, una visione più dinamica e aperta dello stesso centro. “Non condividiamo l’idea di un centro bello, curato, ma privo di vita”, ha commentato il direttore Cna Merli, riferendosi alle recenti diatribe sulla presenza del mercato ambulante del venerdì in piazza Trento Trieste.
Secondo l’Associazione, esiste certamente un problema di regole, di rispetto degli interventi di riqualificazione urbanistica dell’area, di sensibilità nei confronti di un contesto particolarmente delicato. Ma, al netto di tutto questo, Cna non ritiene “ né ragionevole, né opportuno imbalsamare il centro”.
“Anzi, poniamo piuttosto l’accento – ha insistito Cavicchi – su come sostenere la riqualificazione delle attività commerciali in sede fissa, contenere il diffondersi di un franchising, spesso di bassa qualità, che impoverisce l’offerta commerciale complessiva e di come dare ordine, omogeneità e qualità alle attività ambulanti”.
Numerose e interessanti le diverse proposte presentate alla conferenza stampa, ad esempio sulla valorizzazione della Darsena, il ruolo e l’incentivazione dell’artigianato artistico di tradizione e di quella nuova realtà di imprese “creative” culturali, che si sono affacciate a Ferrara negli ultimi anni, promosse spesso da giovani con tecnologie e produzioni di grande interesse. “Bisogna aiutare queste attività a stare e a produrre nella nostra città – ha sollecitato il presidente dell’Area di Ferrara, Borasio – mettendo loro a disposizione spazi adeguati ed economicamente accessibili”. Una riflessione, a questo proposito, è stata sollecitata sull’adeguamento di Spazio Grisù e la sistemazione del Mercato coperto di via Santo Stefano.

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CNA FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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