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da: ufficio comunicazione ed eventi Unife

Importante incarico internazionale per l’Università di Ferrara che nel suo ruolo di coordinatrice della rete di Università latinoamericane Red Alvar “Patrimonio y Proyecto”, offrirà il suo contributo alla Terza Conferenza delle Nazioni Unite Habitat III su “Casa e Sviluppo Urbano Sostenibile”, convocata a Quito nel 2016 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite.
Si tratta di una delle prime conferenze mondiali dedicate all’“Agenda di Sviluppo Post 2015” e agli “Obiettivi del Millennio”, con lo scopo di valutare le politiche urbane e della casa che condizionano il futuro della città e di elaborare una “Nuova Agenda Urbana” per il ventunesimo secolo, con nuovi indirizzi di Governance internazionale delle dinamiche urbane.
Le due precedenti Conferenze mondiali Habitat, hanno avuto luogo a Vancouver nel 1976 (Habitat I) e ad Istanbul nel 1996 (Habitat II). In questa occasione è stato assegnato all’UNESCO il compito di elaborare il “Rapporto globale sul ruolo della cultura e del patrimonio nello sviluppo urbano sostenibile”, tenendo conto delle indicazioni emerse dalla Conferenza internazionale UNESCO “La cultura, chiave dello sviluppo sostenibile”, tenutasi nel 2013 a Hangzhou.
Per la preparazione del Rapporto, che avverrà nel corso del 2015, l’UNESCO ha suddiviso il mondo in 7 macro-regioni, assegnando a diverse istituzioni il compito di condurre analisi e valutazioni dello stato della conservazione del patrimonio in ciascuna regione. Relativamente all’America Latina e Caribe il compito è stato assegnato alla rete di Università latinoamericane Red Alvar “Patrimonio y Proyecto”, su indicazione del Prof. Paolo Ceccarelli, titolare della cattedra UNESCO in “Pianificazione Urbana e Regionale per lo Sviluppo Locale Sostenibile” dell’Università di Ferrara, che l’ha promossa e la coordina. La gestione operativa del progetto è affidata alla Università Cattolica del Cile, nella persona del Prof. Fernando Perez Oyarzun. Le informazioni verranno raccolte, paese per paese, dalle varie Università della Red Alvar mentre la Cattedra UNESCO terrà i rapporti con il World Heritage Centre dell’UNESCO a Parigi.
“Questo incarico – afferma Ceccarelli – rappresenta un importante riconoscimento internazionale dell’importanza raggiunta dalla Red Alvar, fondata a Ferrara nel 2003 proprio per promuovere lo sviluppo degli studi sulla conservazione del patrimonio culturale in America Latina. Fanno parte della Red Alvar le principali Università dell’Argentina, Brasile, Cile, Cuba, Ecuador, Messico e Uruguay”.

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UNIVERSITA’ DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
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