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Da ufficio comunicazione ed eventi

Dopo 4 mesi di studio e sviluppo della strategia da utilizzare, la ricerca passa a un nuovo step. Scopo di questa fase, verificare l’attuabilità della strategia direttamente sulle cellule

Sta entrando nel vivo il progetto di ricerca sulle sindromi atassiche iniziato lo scorso settembre al Dipartimento di Scienze della Vita e Biotecnologie dell’Università di Ferrara.

La ricerca, finanziata dalla Fondazione A.C.A.RE.F., in collaborazione con Università di Ferrara e AISA (Associazione Italiana per la lotta alle sindromi atassiche) si pone l’obiettivo di trovare una cura per una malattia degenerativa del sistema nervoso centrale, rara e ad oggi incurabile, che colpisce in Italia oltre cinquemila persone e il cui sintomo principale è la progressiva perdita di coordinazione motoria (atassia).

In questi mesi Francesca Salvatori – ricercatrice titolare del Progetto di ricerca all’Università di Ferrara – e Peggy Carla Raffaella Marconi, responsabile della Sezione di Microbiologia e Patologia applicata del Dipartimento di Scienze della Vita e Biotecnologie, stanno lavorando a una strategia molto innovativa che è la stessa ricercatrice a illustrare.
Spiega Salvatori: “Siamo in una fase importante di analisi preliminare di una strategia che punta a un intervento preventivo sulla malattia: vogliamo agire prima che insorga il danno cellulare che la provoca.  Uno studio da affiancare a quelle già in atto per la riduzione della proteina tossica, collocata nel cervelletto, che fa morire le cellule sane e provoca, appunto, l’atassia”.

“Ora entreremo davvero nel vivo della parte sperimentale, quella di laboratorio – prosegue la scienziata -. La sperimentazione verrà inizialmente attuata utilizzando cellule sane ma, una volta ottimizzata la strategia terapeutica, si passerà all’utilizzo di cellule isolate da pazienti atassici. In questo modo e grazie a successive validazioni della strategia sviluppata cercheremo di raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati”.

E sono obiettivi importanti quelli della ricerca scientifica che potrebbero dare una concreta speranza ai malati di atassia.

Per questo la Fondazione A.C.A.RE.F sta finanziando quella che è davvero una battaglia contro il tempo, come spiega il presidente della Fondazione, Giampietro Domenicali. “Il motto della Fondazione – spiega Domenicali – è sempre stato: la ricerca non si deve fermare. I malati combattono ogni giorno una lotta contro il tempo perché sanno che, dalla diagnosi, hanno al massimo 14-15 anni di vita davanti. Per questo stiamo finanziando due filoni di ricerca: quello dell’Università di Ferrara e parte di quello del Prof. Alfredo Brusco, dottore di ricerca del Dipartimento di Scienze Mediche dell’Università di Torino. Due filoni di studi complementari che debbono proseguire e coordinarsi”.

Nell’ambito di questo importante progetto di ricerca la Fondazione avrà, inoltre, il ruolo di organo di controllo a garanzia di trasparenza verso i propri sostenitori e verso le persone colpite da questa terribile malattia.

Scopri come sostenere la Fondazione A.C.A.RE.F sul sito www.acaref.org

Nelle foto in allegato:
Francesca Salvatori – ricercatrice titolare del Progetto di ricerca all’Università di Ferrara – e Peggy Carla Raffaella Marconi, responsabile della Sezione di Microbiologia e Patologia applicata del Dipartimento di Scienze della Vita e Biotecnologie

Dott.ssa Francesca Salvatori 7ok Prof.ssa Peggy Marconi4ok

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UNIVERSITA’ DI FERRARA


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di Piermaria Romani

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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