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Da Stefano Bulzoni

Sabato 24 marzo è stato inaugurato l’Urban Center.

Con il termine Urban Center, negli ultimi anni, si è designato un insieme di strutture di diverso tipo (“Casa della Città”, “Infopoint”, “Centro di documentazione urbana”, etc.), inizialmente presenti per lo più nei paesi anglosassoni, nate per svolgere un’attività di servizio nei confronti della comunità locale, con lo scopo di migliorare il livello d’informazione, conoscenza, trasparenza, partecipazione e condivisione rispetto ai processi decisionali delle politiche urbane.

L’assessore all’urbanistica Roberta Fusari, presente all’inaugurazione dell’Urban Center, lo ha infatti presentato come: ”sede per tutti coloro che vorranno portare il proprio contributo”.

In questo inizio di primo anno di vita, l’Urban center si presta per valorizzare il turismo in città. Ricorre un evento sconosciuto: i 400 anni della Fortezza, inaugurata nel 1618 sotto il pontificato di Papa Paolo V .

La sua storia inizia nel 1598 con la devoluzione allo Stato della Chiesa del Ducato estense. All’epoca Ferrara era in un punto strategico di confine e Il Papa Clemente VIII nel 1608 decise di costruire una struttura difensiva, più imponente del Castello Estense, spianando un’ampia area tra nord e sud della città che comprendeva pure l’isola di Belvedere sull’antico ramo del Po. Oggigiorno corrisponde all’area compresa tra le vie Maverna, Bonzagni, San Giacomo, Stazione F.S., corso Piave, Corso Izonzo.

Nel 1796 Napoleone inizia la Campagna d’Italia. Nel 1805, con la proclamazione della costituzione del Regno d’Italia, Ferrara diviene capoluogo del Dipartimento del Basso Po. Nello stesso anno decreta lo smantellamento della Fortezza. Con il Congresso di Vienna del 1815 Ferrara torna sotto l’autorità del Papato ma solo brevemente. La Fortezza (superstite) venne occupata da una guarnigione austriaca. Nel 1858 gli austriaci sono costretti ad abbandonare la città.

Il 22 Giugno 1859 si insedia a Ferrara un governo provvisorio che decreta, sull’onda di una diffusa volontà popolare, la definitiva demolizione della Fortezza, definita “simbolo di tirannide e oppressione “. I lavori di smantellamento terminano dopo la proclamazione del Regno d’Italia, nel 1865.

Cinquanta anni dopo, nel 1917, l’ing. Cesare Selvelli dell’Ufficio Lavori pubblici del Comune di Ferrara pubblica il suo progetto per la: “Costruzione di un Rione Giardino nella vecchia Piazza d’armi” (editore Antonio Vallardi). La superficie complessiva è di 116.560 metri quadri di sola edilizia privata.

Il primo documento rintracciato dell’urbanizzazione vera e propria del “Rione Giardino” è del 22 gennaio 1929. Il Comune – proprietario dell’area – cede un primo lotto di 6.100 metri quadri a titolo gratuito alla “Società Anonima Cooperativa fra mutilati ed invalidi di guerra” per la costruzione, con il concorso dello Stato, di abitazioni da destinare ai soci. Il mancato rispetto dei progetti originari aprirà un lungo contenzioso con la cooperativa.

Nel 1936, in quel che rimaneva della spianata sucessiva all’Unità d’Italia, Il Comune costruisce il Mercato ortofrutticolo e la sua palazzina direzionale (oggi sede dell’Urban Center). Edificazione che riguardò una superficie di 32.000 metri quadri fino inglobare (rase al suolo) centinaia di metri di antiche Mura (la metà che collega il baluardo di San Paolo con il Baluardo della Fortezza oggi sotto Piazza XXIV maggio). Questa amputazione è ben visibile nella mappa cittadina del Touring Club del 1985, evidenziata con una linea tratteggiata.

Arriviamo ai giorni nostri.

Per valorizzare turisticamente un quadrante – la GAD – Venerdì 14 luglio 2017 in Municipio è stato presentato il “Piano di fattibilità per la riqualificazione dell’area della Darsena di San Paolo, ex Mof e Meis”.

Uno studio che ha ottenuto il finanziamento di 18 milioni di euro del Piano statale di interventi per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie nazionali.

Il sindaco Tagliani lo ha definito “uno degli impegni più significativi per la città” e l’assessore Modonesi ha anticipato che “bisognerà anche ricollocare funzioni come quella del terminal dei bus, che non ha più ragione di essere diviso in due diversi luoghi cittadini, ma è diventato strategico accorpare all’altro, ampliandolo, nella zona di via del Lavoro vicino alla stazione ferroviaria”.

L’accorpamento delle due stazioni delle corriere, proposto dall’assessore Modonesi, consentirebbe di evidenziare le fondamenta delle antiche Mura che stanno sotto al piazzale di Rampari di San Paolo. Operazione analoga la si è fatta per l’ex Baluardo di san Rocco, oggi riconoscibile da una elegante siepe che percorre le sua fondamenta.

La “riqualificazione” dell’area sud del GAD, del progetto comunale, prevede che, per il museo di via Piangipane (Meis), verrà aperta una nuova porta verso le Mura di San Paolo, un affaccio pronto nel 2020 quando i lavori di recupero dovrebbero essere definitivamente terminati. Un accesso da un milione di euro che Non ha ottenuto il via libera della Soprintendenza.

Nota dello scrivente:

1) il percorso pedonale che dalla Darsena di San Paolo raggiunge il Meis in linea retta – secondo il progetto comunale – si può allungare di un centinaio di metri (verso l’attuale stazione delle corriere di rampari di San Paolo), baipassando le Mura, senza arrecare grave disagio ai pedoni;

2) le Antiche Mura – va ricordato – per l’Unesco sono “patrimonio dell’umanità”.

Conclusioni.

Ogni quadrante della città (vedi mappa Tourin Club del 1985) ha i suoi “pezzi forti” non valorizzati turisticamente:

– per valorizzare il quadrante che ingloba la Fortezza ci sono validi motivi per trasferire lo stadio ed evidenziare il 20% di Fortezza che vi è sotto (vedi mappa Touring);

– il quadrante delimitato dal Viale Belvedere inizia con l’ex Baluardo di Porta San Benetetto (tratteggiato nella mappa Tourin). Visto che una parte di questo Baluardo è sotto i giardini del grattacielo. Per valorizzare questi ultimi si evidenzi questo Baluardo come si è fatto per quello di San Rocco.

– Il quadrante delimitato dalla ex Porta degli Angeli, montagnola di San Giovanni, Porta e torrione di San Giovanni e Parco Massari, è conosciuto solo per avere al centro la Certosa. Questo quarto di città è per oltre la metà verde pubblico non valorizzato turisticamente (attualmente è salito agli onori della cronaca per il “contenzioso” tra il concessionario (Terraviva) e il proprietario (il Comune);

– il rimanente quadrante è un concentrato di baluardi integri (San Tommaso, della montagna, San Giorgio, dell’Amore, Sant’Antonio, San Pietro, San Lorenzo e porta Paola). Non solo per questa caratteristica, è l’unico ben valorizzato turisticamente: contiene la palazzina di Marfisa d’este; il rinascimentale palazzo di Renata di Francia (sede Unife); Casa Romei; Palazzo Schifanoia (sede Musei civici di arte antica); Palazzo di Lodovico il Moro (Museo di Spina).

Stefano Bulzoni

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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