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da: ufficio stampa Agire Sociale CSV Ferrara

Lunedì 24 novembre ore 21.00 al Teatro Comunale di Ferrara, quinto appuntamento della rassegna La Società a Teatro con Pinocchio (Premio Associazione Nazionale dei Critici di Teatro 2013) di Valeria Raimondi ed Enrico Castellani. Questo spettacolo nasce dall’incontro fra Babilonia Teatri, importante compagnia nell’ambito del teatro di ricerca (Premio Scenario 2007, Premio Speciale UBU 2009, Premio OFF del Teatro Stabile del Veneto 2010, Premio UBU 2011 nella categoria miglior novità italiana/ricerca drammaturgica, Premio Hystrio alla Drammaturgia 2012, Premio Enriquez Sirolo 2012 nella sezione Nuovi linguaggi di impegno sociale e civile, sezione Teatro di ricerca) e Gli Amici di Luca , realtà teatrale nata nel 2003 presso la Casa dei Risvegli ‘Luca De Nigris’ di Bologna, composta da ragazzi con esiti di coma che ha come finalità l’integrazione sociale, la riabilitazione delle persone in questa particolare condizione e la sensibilizzazione della comunità a questo tema.

I registi raccontano così questa loro esperienza: “Ci è stato dato un indirizzo. Siamo arrivati. Davanti a noi un ospedale. Abbiamo chiesto se era lì la sede della compagnia “Gli amici di Luca”. Domanda nostra: ‘perchè fate teatro?’ Risposta loro: ‘La società ci ha respinti, accantonati, isolati, e fare teatro è l’unica possibilità per tornare a mettere un piede dentro la società’. Ci siamo innamorati di loro. Della loro autenticità. Della loro imperfezione. Pinocchio è la loro umanità. Le loro e le nostre debolezze e incoerenze. L’eterno contrasto tra innocenza e consapevolezza: assunzione o fuga dalle responsabilità. Pinocchio è una scelta di campo”.

La Società a Teatro in collaborazione con il Teatro Comunale di Ferrara ospita quindi un lavoro importante, con la firma di due registi che hanno visto in quei ragazzi con esiti di coma un’umanità da ascoltare e amplificare senza pietismo né paternalismo. Persone autentiche e imperfette, specchio della società reale. Questo spettacolo corrisponde al bisogno di fare un teatro necessario dove la vita irrompe sulla scena con tutta la sua forza senza essere mediata dalla finzione. Dove l’attore-non-attore mette in gioco il proprio vissuto, la sua inconsapevolezza, la sua sincerità. Dove ad essere determinanti, come dicono i due registi, “…non sono la perizia e la tecnica ma la verità di corpi e vite che parlano da soli”. La Società a Teatro invita il pubblico a questo ‘teatro dei risvegli’, che risveglia le coscienze su tematiche importanti e dimostra che spesso proprio un palcoscenico può essere il luogo più adatto per portare in scena l’autenticità.

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Riceviamo e pubblichiamo


PAESE REALE

di Piermaria Romani

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Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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