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da: Arci Ferrara

Musicista, produttore, autore, Giorgio Canali è amato trasversalmente da generazioni diverse. Chitarrista dei CCCP Fedeli alla linea, poi diventati CSI e successivamente PGR, Giorgio Canali ha successivamente dato alle stampe sei album come solista o con la sua band Rossofuoco. L’intensa attività di produttore – dall’omonimo esordio dei Verdena a Sguardo Contemporaneo di Bugo e Canzoni da Spiaggia Deturpata de Le Luci della Centrale Elettrica – l’ha portato a collaborare con un numero impressionante di artisti tra cui Marlene Kuntz, Noir Désir, Litfiba, PFM, Tre Allegri Ragazzi Morti, Virginiana Miller, Ulan Bator, The Zen Circus. I suoi lavori confermano la vitalità di uno dei più originali autori del panorama italiano, che sa coniugare poesia, impegno sociale, passione viscerale e uno sguardo acuto sui nostri tempi.

Il nome di Giorgio Canali, romagnolo di nascita, ferrarese di adozione e anarchico per vocazione, ricorre da trent’anni sulla scena rock italiana: agli inizi era associato ai Litfiba, quindi fu titolare di una inconfondibile “chitarra disturbata” nelle diverse stagioni della saga CCCP – CSI – PGR; da anni, ormai, è il leader dei Rossofuoco e un produttore di culto nel circuito indipendente, circondato da una solida fama di sciamano laico.
Inizia la carriera musicale verso la fine degli anni Settanta come voce di varie punk band della scena romagnola. All’inizio degli anni Ottanta, con l’avvento di nuove tecnologie elettroniche, inizia ad interessarsi alla musica elettronica e dà vita, insieme a Roberto Zoli, a diversi progetti musicali che culminano nella fondazione di Politrio e nella pubblicazione del disco Effetto Eisenhower.
L’approccio al lato più tecnico della musica lo porta a collaborare come tecnico del suono con la PFM e i Litfiba, Conosce i CCCP Fedeli alla linea nel 1989, durante la tournée congiunta tra questi ultimi e i Litfiba in Unione Sovietica. Entra successivamente a far parte dei CCCP insieme ad altri fuoriusciti dei Litfiba, Gianni Maroccolo e Ringo De Palma. Nel 1990 partecipa come chitarrista e tecnico del suono all’ultimo disco dei CCCP, “Epica Etica Etnica Pathos”.
All’inizio degli anni Novanta, dopo lo scioglimento dei CCCP, si trasferisce quasi stabilmente in Francia. Collabora ai tour dei Noir Désir e produce i tre dischi dei Corman & Tuscadu. Nel 1992 fonda il Consorzio Suonatori Indipendenti insieme ad altri ex membri dei CCCP. Nel gruppo affianca alle chitarre Massimo Zamboni, alla voce Giovanni Lindo Ferretti e alla produzione Gianni Maroccolo. Durante l’esperienza del CSI prosegue un progetto solista che culmina nel disco Che fine ha fatto Lazlotòz del 1998.
Nel 1999 realizza la colonna sonora per il film Guardami di Davide Ferrario.
Dopo la fine dei CSI e la divisione dei due fondatori, sviluppa ulteriormente il suo progetto solista e raccoglie alcuni dei musicisti che lo avevano affiancato nel tour di Lazlotòz in una formazione stabile, i Rossofuoco, che lo accompagnerà in tutti i dischi successivi. Ad oggi proprio il gruppo Giorgio Canali & Rossofuoco rappresenta l’attività artistica e musicale più rilevante, che ha portato alla pubblicazione di cinque album: Rossofuoco, Giorgio Canali & Rossofuoco (diverso dal primo omonimo, caratterizzato dalla copertina dell’album recante una freccia che indica in basso), Tutti contro tutti, Nostra Signora Della Dinamite e Rojo.
Dal 2001, parallelamente all’esperienza solista, è ancora a fianco di Giovanni Lindo Ferretti nei PGR, sempre in veste di chitarrista. Da notare che i due collaborano e sono buoni amici pur condividendo ben poco dell’attuale visione ideologica e, soprattutto, religiosa dell’ex cantante dei CCCP. Delle controverse prese di posizione da parte del compagno, Canali si è peraltro sempre dichiarato poco sorpreso, difendendo anzi la coerenza del cantautore nel corso degli anni.
Dopo i Corman & Tuscadu, negli ultimi anni Canali è tornato diverse volte a ricoprire il ruolo di produttore. Tra i dischi più famosi da lui prodotti l’omonimo esordio dei Verdena, Sguardo contemporaneo di Bugo (2006) e Canzoni da spiaggia deturpata de Le luci della centrale elettrica (2008), dove partecipa anche come chitarrista e bassista. Oltre alle numerosissime collaborazioni già citate, va rimarcata quella con Angela Baraldi, con la quale ha portato in tour uno spettacolo intitolato “Love Will Tear Us Apart (again)”, tributo ai Joy Division in occasione del trentesimo anniversario della morte di Ian Curtis..
Nel 2011 viene pubblicato il libro Fatevi fottere, una biografia autorizzata del cantante contenente interviste, testi inediti, contributi di diversi amici e un CD di rarità selezionate dallo stesso Canali.
Nel 2013 partecipa alla reunion dei CSI (a cui non prende parte tuttavia Giovanni Lindo Ferretti, sostituito da Angela Baraldi) per il tour intitolato “Ciò Che Non Deve Accadere, Accade”.

Ingresso: 5 euro.

Per tutto il periodo del festival (fino al 20 aprile), “Zuni Ou†door” ospiterà stabilmente una libreria con un’ampia scelta di titoli dedicati ad arte, musica e graphic novel, nonché un mercatino di vinili usati.

Per ulteriori informazioni:

Web: http://outdoor.zuni.it/

E-mail: arte@zuni.it

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Arci Ferrara


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

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Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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