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da: organizzatori

Venerdì 4 dicembre 2015 al Castello Estense di Ferrara sarà presentato alla stampa ­– in anteprima assoluta – il dipinto inedito Caino e Abele, recentemente attribuito secondo studi condotti da storici dell’arte, tra cui Andrea Emiliani e Claudio Strinati, al periodo giovanile di Giovan Francesco Barbieri, detto Il Guercino. La visione dell’opera sarà aperta al pubblico da sabato 5 a domenica 13 dicembre, all’interno del percorso museale del Castello Estense.
La presentazione sarà accompagnata da una pubblicazione monografica sull’opera Caino e Abele che ripercorre e contestualizza la giovinezza del Guercino per giungere a un’analisi approfondita del dipinto in oggetto, attraverso una serie di riflessioni sulle influenze artistiche determinanti nei primi anni di attività del pittore e di parallelismi con opere d’arte documentate da lui realizzate nello stesso periodo. I testi in catalogo sono di Andrea Emiliani, Claudio Strinati, Gianni Venturi, Stefano Zanasi, Gloria De Liberali, Nicoletta Gandolfi e Micaela Lipparini.
Giovan Francesco Barbieri detto Il Guercino, nasce nel 1591 a Cento, da una famiglia modesta ma in un territorio posto al centro del triangolo fertile compreso tra Ferrara, Modena e Bologna. Proprio la frequentazione del capoluogo emiliano e la visione dei capolavori dei maestri bolognesi segna profondamente la sua giovinezza, contribuendo alla sua geniale capacità di rielaborazione pittorica e di fertile invenzione artistica, rintracciabili anche nel dipinto Caino e Abele, che raffigura l’uccisione del secondogenito di Adamo ed Eva per mano del suo stesso fratello.
La forza drammatica del corpo seminudo di Abele, riverso diagonalmente a terra, presentato in primo piano attraverso un’ardita soluzione prospettica e con un punto di vista molto ribassato, contrasta con la figura di Caino, che si dà alla fuga nell’oscurità del fondale. L’opera, risalente al secondo decennio del 1600, mostra evidenti caratteri stilistici della giovinezza del Guercino, con influenze riconducibili ai grandi veneti – Giorgione, Tiziano, Tintoretto – ma anche alla svolta naturalistica avviata dai Carracci – Ludovico in primis – fin dagli anni Ottanta del secolo precedente. In particolare è facile osservare la celebre “macchia” guercinesca – che spezza le forme per studiarne gli effetti di luce in rapporto con i mutamenti atmosferici, e l’inconfondibile maniera di rendere l’anatomia degli arti superiori ed inferiori sovradimensionati e rigonfi, le cui masse muscolari risultano scolpite da netti contrasti luministici che accentuano l’effetto drammatico della scena.
La straordinaria qualità di Caino e Abele, confermata dalle radiografie recentemente eseguite in occasione della sua riscoperta, fu apprezzata anche fuori dai confini italiani, quando l’opera entrò a far parte, nel corso dell’Ottocento, della collezione di Sir Thomas William Holburne e successivamente dell’Holburne Museum di Bath. Curiosamente all’epoca l’opera fu erroneamente attribuita al caposcuola bolognese Guido Reni, probabilmente proprio per gli evidenti caratteri emiliani, oltre naturalmente che per le grandi qualità pittoriche di questo capolavoro.
La mostra è promossa da Zanasi Foundation con il patrocinio del Comune di Ferrara, a cui si deve la concessione dello spazio espositivo, della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Emilia Romagna, con la collaborazione dell’Associazione degli Amici dei Musei e dei Monumenti Ferraresi e dell’Associazione Dama Vivente Castelvetro.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

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