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Bologna. La Regione in prima linea sul tema della violenza alle donne. Un bando, con scadenza delle domande il 12 novembre, finanzia con 423.530 euro il potenziamento della rete dei Centri antiviolenza e delle Case rifugio in Emilia-Romagna. L’obiettivo è garantire una copertura più omogenea sul territorio e una maggiore ricettività nel rispetto dei requisiti previsti dalle normative nazionali.
«Una donna che subisce violenza non va lasciata sola- ha commentato l’assessora regionale alle Pari opportunità Emma Petitti-. Molto spesso, non avere un luogo sicuro dove andare, dove rifugiarsi, può rappresentare un freno verso il passo fondamentale di denunciare le violenze e di farsi aiutare. Per questo sappiamo quanto sia importante poter contare, nella rete di protezione, sui Centri antiviolenza e sulle Case rifugio. E su questo la Regione Emilia-Romagna sta investendo moltissimo, tanto da renderci un territorio all’avanguardia nell’assistenza alle donne che subiscono atti di violenza, perché crediamo, di fronte a un fenomeno che non accenna ad affievolirsi, che sia importante far sapere che ci siamo».
«È altrettanto necessario- aggiunge Emma Petitti- lavorare sull’educazione dei giovani, sulla comunicazione e i messaggi culturali, sulla formazione degli operatori, rinforzando le reti territoriali per l’accoglienza e la presa in carico delle donne. Per questo è una iniziativa di forte valore culturale quella discussa oggi in sede di commissione consiliare e che riguarda l’istituzione di Spazi giovani adulti all’interno della rete dei consultori e l’adozione di azioni per promuovere la salute sessuale».
Attualmente i Centri antiviolenza presenti sul territorio regionale sono 19 (sei in provincia di Bologna, tre a Modena, altrettanti a Ravenna e uno a Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Ferrara, Forlì, Cesena e Rimini) mentre le Case rifugio sono in tutto 35, con una ricettività di 251 posti (per tali strutture non sono disponibili maggiori dati per ragioni di riservatezza).  Con questo bando è prevista l’istituzione di due nuovi Centri antiviolenza e una decina di Case rifugio.
Il bando segue di poche settimane quello sull’autonomia abitativa per le donne vittime di violenza e i loro figli, del 5 ottobre scorso con scadenza il 20 novembre.
Domande e criteri
La domanda per accedere al bando può essere presentata da tutti gli enti locali, in forma singola o associata, della regione Emilia-Romagna. Sarà ammissibile un solo progetto per ambito distrettuale. Valorizzati, in particolare, quelli presentati in partenariato per l’intero ambito distrettuale, provinciale/metropolitano. Le risorse riguardano i progetti per strutture realizzate nel biennio 2017- 2018; le spese ammissibili e pertanto rendicontabili devono essere liquidate entro il 31 dicembre 2018.
Fra i criteri di valutazione saranno privilegiati l’attivazione di sinergie e partenariato tra soggetti pubblici e/o privati; coerenza e logica nell’elaborazione della proposta progettuale e sostenibilità operativa; qualità del quadro economico; indicazione delle forme di sostenibilità finanziaria futura.
Verranno inoltre premiati progetti che mettono in campo sinergie territoriali e, soprattutto, che indichino  le forme future di sostentamento finanziario, come richiesto dalla normativa statale.
La delibera di approvazione della graduatoria e l’assegnazione del contributo è prevista entro il 30 novembre 2017.
http://parita.regione.emilia-romagna.it

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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