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2 Giugno 2016

Voto alle donne!

Tempo di lettura: 3 minuti


Oggi la Repubblica Italiana compie settant’anni, insieme a lei festeggiano tutte le donne italiane, che da quel 2 giugno 1946 diventano finalmente cittadine a tutti gli effetti perchè per la prima volta possono esercitare il diritto di voto.
In questi ultimi giorni abbiamo ricordato Luisa Gallotti Balboni, prima Sindaca della città di Ferrara negli anni 1950-1958 e prima donna chiamata ad amministrare un Comune capoluogo di provincia in Italia, ma le cronache nazionali con la storia di Sara Di Pietrantonio ci hanno riportato alla crudele realtà del femminicidio, frutto di una società che fatica a comprendere che proprietà e amore appartengono a sistemi contrapposti.
Le donne italiane hanno fatto molto per conquistare quel diritto di entrare nelle cabine elettorali e da allora hanno compiuto un lungo cammino sul terreno delle rivendicazioni e delle conquiste. Insomma quel 2 giugno è stato nello stesso tempo un punto di arrivo e di nuova partenza. E molto c’è ancora da fare perchè l’Italia diventi un paese per donne.

OGGI – IMMAGINARIO RICORRENZE

Quest’oggi vi segnaliamo due iniziative che celebrano l’anniversario del suffragio universale femminile.

Cittadine dal 1946 – Immagini e documenti sul diritto al voto e la cittadinanza femminile
Mostra storico-documentaria coordinata dall’assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Ferrara, inaugurata lo scorso 27 maggio e visitabile nel Salone d’onore, nel corridoio della Carta e nella sala dell’Albo Pretorio della Residenza Municipale fino al 19 giugno.
L’esposizione è divisa in tre sezioni: Settant’anni di voto alle donne, sulla lotta per la conquista del voto nel territorio ferrarese; 70° Anniversario del voto alle donne–8 associazioni in cammino, il contributo delle associazioni femminili ferraresi; Il voto alle donne, con i lavori eseguiti dagli studenti del Liceo Artistico Dosso Dossi nell’ambito del progetto “Il voto alle donne”, commissionato da UDI Ferrara e finalizzato alla realizzazione di un e-book illustrato.
Organizzazione Assoseesorato alle Pari Opportunità del Comune di Ferrara, con la partecipazione di AIDM, ANDE, ANDOS, CDG, CIF, FIDAPA, Soroptimist, UDI.
Coordinamento scientifico Anna Maria Quarzi e Micaela Gavioli

La mostra nel Salone d'Onore della Residenza Municipale
La mostra nel Salone d’Onore della Residenza Municipale

Pedalando… alla conquista del voto. Itinerario delle “suffragette”
Una pedalata, organizzata nell’ambito del Festival dei Diritti – Piano Pace 2015-2016, scandita da tappe con azioni teatrali, canti e letture che faranno conoscere luoghi, fatti e personaggi del percorso compiuto dalle donne per ottenere il diritto di voto
Partenza ore 16.00 parco Massari
Arrivo previsto ore 17.30 piazza Savonarola
Regia e scrittura scenica Alessia Passarelli
Organizzazione UDI, ANPI
Azioni teatrali Teatro Comunitario, Coro delle mondine di Porporana, Ufficio Migranti CGIL
Selezione testi Valentina Vecchiattini
Collaborazioni UISP, Coordinamento Donne SPI-CGIL, Istituto di storia contemporanea, Museo del risorgimento e della resistenza
In caso di maltempo la manifestazione si terrà a partire dalle ore 16.00 presso il Chiostro di Santa Maria della Consolazione (con ingresso da via Mortara, 84 o da via Guido d’Arezzo, 2).
La partecipazione è libera e gratuita

suffragetteFRONTE1

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Federica Pezzoli


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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