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Da ufficio stampa regione Emilia-Romagna

La struttura si aggiunge alle 87 già aperte in Emilia-Romagna, che ospitano quasi 1.300 disabili bisognosi di totale assistenza. Realizzata dalla cooperativa Cidas con un investimento di 2,5 milioni, darà ospitalità a 20 persone

Bologna – Si chiama “Il Calicanto” ed è stato inaugurato oggi a Ferrara. E’ il nuovo Centro socio riabilitativo residenziale che sorge in via dei Tigli 3 e prende il posto della vecchia “Casa XX Settembre”, non più in grado di soddisfare le esigenze del territorio. Diventano così 88, in Emilia-Romagna, le strutture di assistenza a tempo pieno per persone con disabilità gravi affette da deficit motori, psicomotori, cognitivi e relazionali,che fanno parte della Rete dei servizi per disabili adulti; una Rete finanziata dalla Regione, attraverso il Fondo regionale per la non autosufficienza, con un investimento di 50 milioni di euro.

A tagliare il nastro sono stati, oggi pomeriggio, il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, il sindaco di Ferrara, Tiziano Tagliani, il direttore generale dell’Ausl di Ferrara, Claudio Vagnini, e Daniele Bertarelli, presidente della Cooperativa Cidas.

Offrire a disabili gravi uno spazio protetto e gestito da personale qualificato, per garantire un’assistenza continua e attività educative e riabilitative adeguate è l’obiettivo del nuovo Centro, realizzato dalla Cooperativa inserimento disabili, assistenza, solidarietà con un investimento di circa 2,5 milioni. Si trova nel complesso immobiliare “Residence Service” e potrà ospitare fino a 20 disabili adulti, di entrambi i sessi, che per la loro gravità non possono essere assistiti a casa.

“Inauguriamo oggi una bella realtà, con cui si rafforza ulteriormente il sistema di assistenza socio-sanitaria rivolto alle persone particolarmente fragili, colpite da gravi disabilità, che hanno diritto ad essere accolte e curate con la massima professionalità e umanità- ha sottolineato Bonaccini-. Una Rete che contribuiamo a qualificare anno dopo anno, attraverso il Fondo regionale per la non autosufficienza, che siamo la Regione in Italia a finanziare con maggiori risorse. Parliamo- ha aggiunto il presidente- di servizi di piccole dimensioni, fortemente radicati sul territorio e che rispondono agli standard di qualità delle norme regionali sull’accreditamento; strutture che hanno consentito la chiusura dei grandi istituiti residenziali ancora presenti in molte altre regioni. Questo è un esempio- ha concluso Bonaccini- di come intendiamo soddisfare e prevenire i bisogni della collettività, affinché nessuno si senta lasciato solo”.

L’impegno della Regione per disabili e anziani

Sul piano dell’assistenza a disabili e anziani, l’Emilia-Romagna è la Regione con il Fondo regionale per la non autosufficienza – istituito nel 2004 – più alto in Italia: nel solo 2017 sono stati investiti oltre 478 milioni di euro, in aumento rispetto al 2016 (466 milioni),per lo sviluppo della rete dei servizi socio-sanitari, residenziali e semiresidenziali e la realizzazione di interventi di natura assistenziale ed economica. Ogni anno, un terzo delle risorse del Fondo, più di 160 milioni, viene destinato a finanziare i servizi socio-sanitari per persone con disabilità grave e gravissima.

L’Emilia-Romagna, inoltre, è stata la prima in Italia ad avere adottato una legge specifica (n.2/2014) per i caregiver, coloro che assistono familiari o amici disabili e non autosufficienti, offrendone un riconoscimento giuridico sull’esempio di altri Paesi europei.

Garantire assistenza, indipendenza e autonomia ai familiari disabili rimasti privi di sostegno, perché orfani o con genitori ormai anziani è ciò che si prefigge la Regione con il programma di attuazione della legge nazionale sul ‘Dopo di noi’. Per il triennio 2016-2018, all’Emilia-Romagna sono stati assegnati dallo Stato 13 milioni di euro; di questi, oltre 9 sono già stati destinati dalla Regione ai Comuni per l’acquisto o la ristrutturazione di appartamenti per disabili soli, oppure per l’avvio di nuove forme di coabitazione come case per piccoli gruppi (massimo 5 persone) o soluzioni di co-housing (un modo di abitare in comunità, che coniuga gli spazi privati con aree e servizi a uso comune). /Ti.Ga

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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