Skip to main content

Da ufficio stampa MoVimento 5Stelle Ferrara

Secondo quanto riportato dalla stampa locale, il Sindaco afferma che gli episodi di criminalità in GAD rappresentano un “problema che non è di natura criminale o di pubblica sicurezza, se non in maniera molto modesta”. Sarebbe interessante sapere quanti interventi sono chiamati a svolgere quotidianamente le Forze dell’Ordine su richiesta dei cittadini che assistono, impotenti, ad atti di natura criminale (spaccio, prostituzione, risse violente, furti in aree di proprietà privata…) e vedono ridotta la loro pubblica sicurezza. Infatti, è sufficiente digitare in un motore di ricerca le parole “gad violenza ferrara” e notare quanti articoli riportino episodi di criminalità. Non è affatto necessario, e si spera non avvenga mai, un delitto efferato per poter affermare che in GAD non si vive più tranquilli e i diritti dei residenti alla sicurezza sono fortemente limitati, sia per persone anziane che per le famiglie con bambini e minori, che hanno testimoniato un cambiamento radicale del quartiere (in peggio). Solo oggi il nostro Sindaco riconosce la realtà di una ghettizzazione che ha rovinato il quartiere, trasformandolo da Quartiere Giardino a zona GAD, spesso sulle cronache nazionali. Troppo tardi accorgersene adesso, dopo anni di “percezioni”.
Le barriere in GAD non sono quelle psicologiche o antropologiche erette dai cittadini residenti, come sembra suggerire il primo cittadino. Sono solo quelle metalliche e mostruose apposte attorno allo Stadio Mazza, perché i residenti hanno sempre avuto comportamenti civili e ancora credono nell’intervento delle Forze dell’Ordine mentre possono solo quotidianamente constatare che il Sindaco qui non si fa vedere e che tutta la sinistra finge di ignorare un grido assordante che il 4 marzo esploderà dalle urne.
Certo che ci vuole un bel coraggio da parte di Tiziano Tagliani nel continuare a parlare di “percezioni” relativamente alla situazione del quartiere. Allora se le criticità della zona GAD sono ancora frutto di “percezioni”, perché il suo candidato Franceschini ha deciso di inviarci l’esercito? Ha poca contezza della situazione reale e senso di comunità? È razzista anche lui allora?
Perché una consigliera del PD ha detto in Consiglio comunale che preferisce vedere gli spacciatori di colore piuttosto che le camionette dell’esercito che provocherebbero “allarme sociale”?
All’indomani dell’aggressione alla ragazza in piazza XXIV Maggio (01/12/17) il Sindaco si dichiarava “preoccupato” fino ad invocare l’azione “martellamento” chiedendone una durata “continuativa”. La camionetta dell’Esercito non fa la ronda né ad Aguscello né a Pontelangorino ma la fa in GAD… questo evidentemente confuta le affermazioni del Sindaco che vuol ridurre gli abitanti del Quartiere ad un gruppo di intolleranti compulsivi che “alzano barriere” psicologiche all’accoglienza e all’integrazione: l’arrivo dell’Esercito e l’intensificarsi delle operazioni della Polizia sono il risultato di un crescente clima di insicurezza in cui è precipitato il Quartiere, zona in cui la pubblica Amministrazione ha per troppo tempo ignorato le disperate segnalazioni dei cittadini e di cui ora non riesce più a ristabilire permanentemente la sicurezza.
Stazione, Grattacielo, zona Belvedere e IV Novembre, Acquedotto… ampie aree permangono con illuminazione insufficiente (altro che l’anello di XXIV Maggio!), tant’è che i cani antidroga recuperano nell’aiuole attorno alle scuole, nelle fessure dei muri… e lo spaccio, problema ignorato per troppo tempo, si è spinto fino al centro storico, tra lo sbigottimento dei negozianti e il fiorire di corsi di autodifesa un po’ in ogni palestra cittadina (in zona GAD in queste settimane ne sono attivi almeno quattro, informarsi per verificare).
I residenti in zona GAD (che secondo il nostro Sindaco alzano barriere verso gli immigrati) hanno visto perdere il valore delle loro abitazioni di almeno un 40%. Case acquistate faticosamente con sacrifici di famiglie in anni di risparmi. Pare addirittura che nei pressi del Grattacielo e in piazza Castellina non siano neanche più ipotecabili. La perdita di valore in quelle zone è tale che nemmeno le banche ci vogliono mettere mano.
Chissà perché? Vorremmo tanto che l’avvocato Tagliani lo spiegasse agli insensibili e poco accoglienti residenti della zona GAD. Vuoi vedere che le “percezioni” fanno abbassare il prezzo del mattone?
I residenti della zona GAD non hanno affatto apprezzato le osservazioni del Sindaco riportate dalla stampa sulla natura dell’accoglienza dei residenti e le respingono al mittente ricordandogli che il degrado del fu Quartiere Giardino e le forti perdite economiche subite dalle loro case non sono colpa loro ma di una Amministrazione che non ha saputo evitare (complice una dissennata politica migratoria a livello nazionale) la ghettizzazione dello stesso e il dilagare di spaccio, prostituzione, vendita illegale di alcolici e della mafia nigeriana.
Grazie Tagliani. Grazie PD.

tag:

Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it