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da: ufficio Comunicazione ed Eventi Unife

Siglato oggi il protocollo d’intesa triennale interuniversitario

Si chiama EDUOPEN ed è un progetto che ha la paternità di 8 importanti università italiane (Politecnico di Bari, Aldo Moro di Bari, Ferrara, Foggia, Genova, Modena e Reggio Emilia, Parma, Salento), affidato al coordinamento dell’Università di Foggia, per la realizzazione di una piattaforma MOOCs (Massive Open Online Courses) federata comune.

Nella giornata di oggi a Modena alla presenza dei rettori degli atenei coinvolti o di loro delegati si è proceduto alla sigla del protocollo d’intesa triennale, che formalizza il decollo di questa iniziativa che ha incontrato l’immediato interesse del MIUR, il quale ha concesso un finanziamento di 100.000,00 euro.

I MOOCs sono dei brevi corsi offerti in modalità telematica, che si iscrivono nella tradizione delle cosiddette OER (Open Educational Resources), ed offrono agli allievi la possibilità di seguire percorsi formativi di alta qualità a distanza ed eventualmente di acquisire attestati di frequenza o crediti formativi universitari.
Diversi atenei italiani si sono già cimentati con la realizzazione di corsi aperti completamente gratuiti, o che prevedono il pagamento di piccole somme finalizzate unicamente alla certificazione finale degli apprendimenti, tuttavia non esiste ancora una piattaforma che aggreghi diverse università, né si registra un modello o una policy condivisa.

“La creazione di consorzi interuniversitari di cui EDUNOVA, gestore del progetto EDUOPEN, ne è un esempio concreto, – ha dichiarato Pasquale Nappi Rettore dell’Università di Ferrara e Presidente dello stesso Consorzio – è la dimostrazione di quanto sia sempre più importante per il futuro dell’Università aprirsi a nuovi pubblici in particolare per quanto riguarda la formazione permanente.
Unire competenze e risorse per favorire la diffusione del sapere attraverso nuove forme di insegnamento miste è sempre stato uno degli obiettivi del nostro ateneo come dimostra la lunga storia che ha caratterizzato, fin dal 1997, le sue attività in materia di Fad e e-learning.
Ancor oggi l’Ateneo Ferrarese continua a testimoniare il suo impegno in questa direzione, sperimentando e facendo ricerca nell’ambito dei MOOC.
La nostra adesione al progetto Eduopen si inserisce quindi in un contesto consortile consolidato e si arricchisce di tutte quelle potenzialità che derivano dal lavorare assieme, superando così le frontiere che immancabilmente quando si opera in maniera isolata si creano.”

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UNIVERSITA’ DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
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