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Da: Organizzatori

Ferrara – “End Summer Fest” è la festa di chiusura programmazione estiva del Circolo Black Star, protagonista dell’estate ferrarese, con una lunga serie di concerti acustici che ha visto, da giugno e settembre, tra i partecipanti artisti come Omar Pedrini, Cisco e Hugo Race
Appuntamento domenica 15 settembre, un evento da segnare in agenda, con 3 note band della città, Strike, La Banda Loska e Les Maitres Chocolatiers, che dalle ore 18.00 si esibiranno nel loro repertorio tra classici e diverse novità, nella splendida cornice del giardino estivo del locale di Via Ravenna.
Cucina con menu dedicato all’evento e bar aperto con diverse scelte di birre.

Evento 15 Settembre “End Summer Fest” presso Circolo Arci Black Star
https://www.facebook.com/events/400411070618737/
Inizio concerti ore 18:00. Ingresso a pagamento. Dj Set After Show

Strike
Attivi dal 1986 hanno attraversato diverse mutazioni sociali, abitudini, tendenze, evoluzioni espressive, nuove tecnologie: una band di culto che pare non risentire del passare degli anni e delle tante pause di riflessione passando energia e messaggio di generazione in generazione.
Infiniti gli artisti con cui hanno condiviso il palco tra cui Mano Negra, Wailers, Vinicio Capossela, Mau Mau, Africa Unite, 99 Posse, Aereoplani Italiani, Persiana Jones, Ritmo Tribale, Isola Posse, Giuliano Palma, Ustmamò, Statuto, Afterhours, Fermin Muguruza, Banda Bassotti, Punkreas, Manu Chao, Skatalites guadagnandosi la stima e il rispetto di chiunque, a partire da chi ha visto il proprio battesimo al loro fianco come i Modena City Ramblers, passando per Roy Paci, per arrivare a Manu e tutta la Mano Negra.
Hanno fondato etichette discografiche ed una cooperativa con l’intento di promuovere la cultura e le loro tracce discografiche hanno lasciato un segno profondo. Dopo un primo e primitivo 45 giri (1987) seguono i due ep ‘Scacco al re’ (1988) e ‘Croci&Cuori’ (1990) che uniti all’album ‘La Grande Anima’ (1992) fanno del combo ferrarese una delle band di riferimento della scena alternativa per un oltre un decennio.
Oggi gli Strike sono da considerarsi un collettivo aperto di musicisti che ruota attorno ad un nucleo di ‘superstiti’ della formazione originale; con questo spirito hanno realizzato nel 2015, attraverso il MusicRaiser, il doppio album ‘Havana-Kingston-Ferrara-NewYork’ e nel 2018 hanno prodotto, sempre attraverso il crowdfounding, il nuovo disco ‘Tutto da rifare’ in uscita il 12 aprile 2019 (Alka Record Label), anticipato dal primo singolo estratto ‘Mantra POP’ abbinato al videoclip ispirato al surrealismo psicomagico di Alejandro Jodorowsky ed alla letteratura di Italo Calvino dal ‘Marcovaldo’ al ‘Castello dei Destini Incrociati’, strizzando l’occhio alla valenza dell’affascinante Ganesh: simbolo di colui che ha scoperto la Divinità in se stesso.

La banda Loska
La Banda Loska nasce nelle sale prove ferraresi durante l’inverno 2008 dalla noia di cinque ragazzi che, per combattere il freddo, decidono di riscaldarsi suonando qualche ritmo caraibico.
Dalla sala prove al palco, il passo è breve e La Banda Loska comincia a farsi conoscere dal pubblico di Ferrara e provincia suonando di spalla a gruppi come i Toasters, Vallanzaska, Statuto, Stiliti, Strike, Le Braghe Corte e C.O.Ska.
Nell’estate 2011, dopo numerosi cambi di formazione e dopo anni di gavetta su e giù dai palchi, esce finalmente la prima fatica targata La Banda Loska, un Ep di 8 brani completamente autoprodotto.
Arriviamo dunque al 2013, quando, dopo alcuni mesi di assenza dalla scena, i fondatori si ritrovano in sala prove e prendono la decisione di ricominciare.

Les Maitres Chocolatiers
Progetto di ispirazione funk, nato dall’incontro tra alcuni membri già attivi in band ferraresi (C.o.ska, Pestafango, Free Jam), con un repertorio di pezzi originali e rivisitazioni di brani funk anni 70. Online in distribuzione digitale il singolo “The light of the cars” registrato all’ Animal House Studio da Federico Viola.
Attualmente la band è al lavorando per primo album in studio, in uscita nel 2020.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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