18 Gennaio: Ferrara In Jazz alza il sipario sulla seconda parte di stagione con Jorge Rossy
Tempo di lettura: 2 minuti
Da: Ufficio Stampa Jazz Club Ferrara
Dopo la consueta pausa natalizia, sabato 18 gennaio, Ferrara In Jazz alza il sipario sulla seconda parte di stagione con il Vibes Quintet del batterista/vibrafonista Jorge Rossy featuring Mark Turner al sassofono e Billy Hart alla batteria. Il Jazz Club inaugura inoltre “Tojo: i miei disegni” prima personale dell’architetto e disegnatore ferrarese Vittorio Fava.
Dopo la consueta pausa natalizia, sabato 18 gennaio ore 21.30, Ferrara In Jazz alza il sipario sulla seconda parte di stagione con il Jorge Rossy Vibes Quintet.
Rossy è conosciuto come il batterista del primo storico trio di Brad Mehldau. Negli ultimi anni, pur senza abbandonare la batteria, si è concentrato prevalentemente sull’approfondimento del vibrafono divenendone in breve tempo uno dei più rappresentativi interpreti internazionali. Il suo gruppo è arricchito dalla presenza di Mark Turner, sassofonista tra i più influenti al mondo e di Billy Hart, maestro indiscusso del jazz drumming fin dagli anni Sessanta, oltreché da Jaume Llombart alla chitarra e Doug Weiss al contrabbasso.
Il Jazz Club inaugura inoltre “Tojo: i miei disegni”, prima personale dell’architetto e disegnatore ferrarese Vittorio Fava. I bianco/neri di Fava affrontano tre tematiche, o meglio trattano punti di vista così descritti dall’artista: il MACROcosmo (le città non ideali), il MEDIOcosmo (scene di vita-lità) e il MICROcosmo (dettagli, focus su tutti noi). Si tratta di scenari, visioni, richiami di spazi, luoghi e architetture totalmente inventati ma possibilmente esistenti (in futuro?), sogni o incubi, facce e azioni. Nelle opere di Tojo si entra nelle cose, si scherza ma si analizza, si propone, si critica ma ci si appassiona, si vivono insieme i particolari. La personale è fruibile nelle serate di programmazione.
Infine, anche quest’anno, Italo Treno offre ai propri viaggiatori la possibilità di assistere ad un prezzo ridotto ai concerti della rassegna Ferrara in Jazz 2019/20, esibendo il titolo di viaggio Italo (valido nel weekend del concerto) con destinazione/partenza Ferrara. Tutti gli appassionati di musica potranno raggiungere comodamente ad alta velocità il capoluogo emiliano grazie a corse che lo collegano a Padova, Venezia, Bologna, Firenze, Roma, Napoli e Palermo. Italo è orgoglioso di condividere la bellezza artistica e lo spirito culturale della città estense che ogni anno richiama appassionati e curiosi da tutta Italia e non solo.
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Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.
Se già frequentate queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.
Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani. Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito. Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.
Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta. Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .
Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line, le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.
Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e di ogni violenza.
Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”, scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.
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