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Per fermare la strage senza precedenti provocata dalla cimice killer dei campi, migliaia di agricoltori della Coldiretti delle diverse regioni con i trattori si mobilitano il prossimo mercoledì 29 gennaio dalle ore 9,30 a Verona in occasione della apertura della Fieragricola, la più grande manifestazione dedicata al settore in Italia, dove sono attesi esponenti delle Istituzioni europee, nazionali e regionali.

Da: Ufficio Stampa Coldiretti Emilia Romagna

Si tratta della prima mobilitazione degli agricoltori italiani contro l’invasione di insetti alieni portati in Italia dai cambiamenti climatici e dai ritardi nella prevenzione e nei controlli dell’Unione Europea.

Dall’Emilia Romagna, guidati dal Presidente Nicola Bertinelli e dal Direttore Marco Allaria Olivieri, parteciperanno alla manifestazione oltre 1000 agricoltori.

Insieme alle storie drammatiche delle aziende colpite ci saranno esempi concreti dei danni provocati alle produzioni e gli esemplari di cimice asiatica (Halyomorpha halys), l’insetto polifago che colpisce oltre 300 diversi vegetali arrivato dall’Oriente che mettendo in ginocchio interi settori produttivi senza che siano state attivate misure di sostegno comunitarie adeguate a fronteggiare una vera calamità naturale.

Per l’occasione sarà diffuso il primo studio Coldiretti su “La strage aliena nelle campagne italiane” illustrato dal Presidente nazionale Ettore Prandini alla presenza tra gli altri del Ministro delle Politiche Agricole Teresa Bellanova, del Presidente della regione Veneto Luca Zaia, degli Assessori all’agricoltura delle regioni interessate e dei Sindaci dei comuni colpiti ma anche dei ricercatori impegnati nella lotta al pericoloso parassita.

Il tema dei patogeni alieni è al centro quest’anno della partecipazione della Coldiretti a Fieragricola dove nello stand da A16 a B16 nel padiglione 9 vengono ricordati i 75 anni dalla fondazione con le battaglie del passato alle sfide del futuro come gli effetti dei cambiamenti climatici, le guerre commerciali e le nuove tecnologie con la possibilità data per la prima volta ai visitatori di conoscere on line come stanno crescendo le proprie coltivazioni, con dati sulla fertilità dei terreni, sulla riserva idrica, sulle previsioni meteo e la temperatura e tanto altro, per ottimizzare le rese e la produttività.

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di Piermaria Romani

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
direttore responsabile


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